Pensieri su “Tra le braccia di un conte” di Christi Caldwell



Verity Lovelace è una giornalista il cui lavoro è perennemente in bilico solo perché è una donna. Quando riceve l’impossibile incarico di cercare il famigerato “conte perduto”, l’unico superstite della dinastia dei Maxwell scomparso anni prima, capisce che è solo un pretesto per licenziarla. I
ntanto quel bambino è cresciuto, diventando famoso nei bassifondi col nome di Malcom North, il re dei tosher, cercatori di rame nelle fogne di Londra. Indagando, Verity scopre che Malcom è il vero conte perduto, ma lui si dimostra disinteressato alle ricchezze che lo attendono in superficie. Tuttavia l’articolo scatena la curiosità della gente. Per placare le cacciatrici di dote, i due decidono di fingersi marito e moglie, ma questa intimità forzata scatenerà in loro istinti incontrollabili…

Titolo: Tra le braccia di un conte
Autrice: Christi Caldwell 
Editore: Mondadori
Ambientazione: Inghilterra, 1800
Collana: I Romanzi – Classic 1249

La Serie ‘Lost Lords of London’:
1) TRA LE BRACCIA DI UN CONTE ( In Bed with the Earl )
2) "In the Dark with the Duke”, di prossima pubblicazione.



Primo libro di Christi Caldwell che leggo e l'ho trovato senza infamia né lode, per quanto parecchio nebuloso nello sviluppo della trama. 

Diciamo che i due personaggi principali non rientrano nei soliti canoni: lei, Verity Lovelace, è figlia illegittima di un nobile e si arrabatta da oltre vent'anni come giornalista (sì, avete capito bene, ha iniziato più che giovanissima), mantenendo la sorellina e la vecchia governante che è rimasta con loro; lui è Malcom, un cercatore di metalli e piccoli tesori nelle fogne di Londra, uno che trascorre la giornata immerso tra liquami e topi (però, con un semplice bagno ritorna possente e bellissimo...).
Però Malcom è anche il conte "perduto", ovvero l'erede di una famiglia aristocratica, rapito da ragazzino e, ritrovato, guarda la coincidenza, proprio grazie all'inchiesta giornalistica di Verity.
Questo è il primo aspetto positivo.
Il secondo è rappresentato dai comprimari, dalla sorellina alla gente delle fogne di Malcom, che riescono a creare più di una scenetta simpatica.

Dall'altro canto, ho avuto l'impressione di continui buchi narrativi.
Potrei partire dall'inizio: non ci viene detto come sia riuscita Verity, che a momenti non ha neanche le scarpe per camminare, a rintracciare il conte; lui, invece, dopo decenni, viene subito riconosciuto, senza il minimo dubbio e senza processo, quando non c'è nessuno in vita dei familiari; al tempo non c'era l'esame del DNA, ma per riavere titolo e possedimenti forse serviva qualcosa più di un "ehilà, sono tornato". 
Da lì è un susseguirsi di soluzioni di trama molto forzate, messe lì soltanto per accomodare tutto e regalare un finale sereno. 

Presi singolarmente, i due sono interessanti, come coppia sono un assortimento pasticciato e con un amore in sottofondo non così convincente.

Amarilli

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