Pensieri su “Il bastardo di Taras” di Ornella Albanese



Nella Terra tra i due mari chiamata Messapia, la giovane Ellis vede il suo villaggio distrutto dalla ferocia dei guerrieri greci di Taras. Il re suo padre è costretto a giurare fedeltà al vincitore e lei viene condotta in ostaggio dinanzi al sovrano nemico. Furiosa e impotente, ma desiderosa di vendetta, Ellis promette al guerriero che l’ha derisa che lui sarà il primo a morire per mano sua. Questi non è altri che il figlio primogenito del re di Taras, Alexios, un combattente rispettato da tutti per la sua forza, il quale rimane però colpito dal coraggio della bella prigioniera.
 Sullo sfondo della Magna Grecia, tra intrighi e violenti rancori, Alexios dovrà riuscire a dimostrare a Ellis che l’odio talvolta è solo lo scudo dietro al quale si nasconde il vero amore…


Titolo: “Il bastardo di Taras” 
Autrice: Ornella Albanese
Editore: Mondadori 
Collana: I Romanzi – Classic 1248
Ambientazione: Terra tra due mari (oggi Puglia), V sec. a.C.
Uscita: gennaio 2023



Amo molto il genere degli Historical Romance, ma ancor di più amo cambiare le epoche e le ambientazioni, specie quando scopro contesti inediti, arricchendo in qualche modo la mia cultura (sì, perché se gli storici poggiano su un'adeguata attività di ricerca, è inevitabile ritrovarsi assorbiti e apprendere curiosità e costumi che il semplice studio astratto e scolastico non era riuscito a trasmettere).

Ad esempio, grazie a questa lettura ho scoperto che nel V secolo a.C. la nostra Taranto era Taras, potente città della Magna Grecia, fondata, secondo la tradizione, da un gruppo di spartani, appartenenti alla classe guerriera, ma non di nascita legittima. A quel tempo, emigrare e fondare colonie era un po' come accade oggi, quando giovani ricchi di talento e audacia lasciano la propria terra, perché non si rassegnano a non poter realizzare le proprie aspirazioni.

Ovviamente, l'autrice ci sorprende anche per il punto di vista narrativo: il successo di Taras ci è infatti descritto con gli occhi dei nemici, o, meglio delle vittime. I guerrieri d'origine spartana entrano in scena, letteralmente, da cattivi, massacrando gli abitanti di un villaggio vicino e costringendone il re a consegnare come ostaggi i due figli, la dodicenne Ellis e il debole fratellino.

Ellis trascorre dunque cinque lunghi anni di prigionia, confinata in una stanza, con la sola possibilità di meditare vendetta e assorbire tutto quello che può dai suoi nemici: lingua, sapere e, perché no, confidenza.
Per quanto Anthimos di Taras tenti di domare la sua indole ribelle, Ellis riesce a ricavarsi il suo piccolo spazio, persino nel cuore di uno dei figli del re, l'odiato Alexios, a sua volta figlio illegittimo.
Inoltre, pur trovandosi in costante pericolo, si considera una futura regina: per questo metterà a dura prova il giovane, prima di lasciarsi convincere a non cercare solo sangue e rivalsa.

Direi che siamo di fronte a un enemies-to-lovers con i fiocchi, tra gelosie, tradimenti e sospetti, in un'epoca in bilico tra popoli selvaggi e conquistatori e civiltà più mature che stavano già fiorendo.

Amarilli

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