Pensieri su "UNA SPOSA IN PROVA" di Helen Hoang

Khai Diep non ha sentimenti. 
Si irrita quando le persone lo costringono a modificare la sua routine ed è contento se i conti sui registri quadrano al centesimo, ma non conosce emozioni comuni come il dolore o l’amore. 
La sua famiglia sa che il suo autismo lo porta a gestire l’emotività in modo diverso; tuttavia, davanti all’ennesimo muro che Khai erige, la madre prende in mano la situazione e torna in Vietnam per trovargli la sposa perfetta.

Ho Chi Minh City. Esme Tran, una ragazza di razza mista, si è sempre sentita fuori posto e quando si presenta l’opportunità di andare in America a incontrare un potenziale marito, non si lascia scappare l’occasione di poter inseguire il suo personale Sogno americano. Sedurre Khai, però, non è così semplice.
Le lezioni d’amore da lei impartite sembrano funzionare solo su sé stessa: cosa difficile da credere ma è irrimediabilmente affascinata da un uomo convinto di non essere in grado di provare amore per nessuno. 
Ma Khai sarà costretto a capire che, forse, alcune delle sue previsioni risultano avere un margine d’errore e che c’è più di un modo d’amare, basta crederci fino in fondo.

Helen Hoang si è imbattuta nella narrativa rosa in terza media e da allora ne è diventata dipendente. Nel 2016 le è stata diagnosticata una lieve forma di autismo, e la sua personale esperienza le ha ispirato La matematica dell’amore (Leggereditore, 2018) di cui Lionsgate e Pilgrim Media Group hanno acquistato i diritti per l’adattamento cinematografico. Attualmente vive a San Diego, in California, con suo marito, due bambini e due pesci rossi. 
Vincitrice del premio Goodreads Choice 2018 e del Goodread’s Big Books of Spring 2019, si è imposta subito nel panorama romance internazionale riscuotendo ampio successo.

Una sposa in prova
Helen Hoang
Editore: Fanucci
Prezzo cartaceo: 16,00 €
Prezzo ebook: 6,90 €
Uscita: gennaio 2020



Merda, forse si stava abituando a lei.
Lui non voleva abituarsi a lei.


Così così, dolce ma meno ispirato del primo.
Sarà perchè La matematica dell'amore resta uno dei miei romance preferiti, uno di quelli che rileggo con piacere, con un mix perfetto tra durezza, amore e sesso.
Questo lo definirei invece romantico, ma improbabile: una favola irrealistica, ecco.

La sinossi mi aveva fatto pensare a un libro incentrato soprattutto su Khai e sul suo problema d'autismo, ma direi piuttosto che la storia si focalizza soprattutto su Esme e sulla sua condizione di giovane vietnamita, volenterosa ma priva di mezzi. 

Non so, tante cose non mi hanno convinto del tutto. 
L'autismo di Khai è affrontato attraverso i soliti stereotipi: l'uomo che non sa dire ti amo; il disagio per l'essere toccato (cioè le solite cose che ti vengono in mente parlando dell'autismo, mutuate dal cinema o da altri libri); inoltre, ovviamente, lui è una specie di genio matematico-contabile e fa l'imprenditore con buon successo (sempre come nei film), tanto che alla fine il suo problema resta l'essere intrattabile ed avere qualche forma maniacale, facilmente superabile appena arriva l'Amore.
Di conseguenza, un lettore che conosce superficialmente il problema chiude il libro e si chiede perché mai tante famiglie siano invece distrutte dall'avere un figlio autistico e abbiano il problema di trovare una comunità d'accoglienza. D'accordo, lo spettro autistico è ampio, le situazioni sono diverse, ma è raro che una persona sia così perfettamente autonoma, faccia carriera e la sua unica manifestazione sia qualche stranezza ogni tanto... Soprattutto una scrittrice corretta dovrebbe puntualizzare che questo è un aspetto molto edulcorato del problema (il mio è un appunto personale, che nasce da un'esperienza diretta e non da riflessioni tanto per dire).

Non era bello mettere un sogno nella testa della gente.


E cosa dire di Esme? 
Passiamo da una ragazza (volenterosa) che però sino a ieri puliva i bagni negli alberghi in Vietnam, viene da famiglia indigente, parte e all'arrivo in America comprende pure poco la lingua, ma sostanzialmente in un'estate studia e ottiene voti tanto brillanti da essere ammessa all'università. Possibile?
Non ci viene detto nulla sul titolo di studio posseduto in Vietnam, ma dubito che una arrivi negli USA, e le basti procurarsi qualche qualificazione per saltare i vari passaggi scolastici americani e arrivare dritta all'università...

Ok al lieto fine e al vedere il mondo soffuso di rosa, ma qui è tutto un incontro di geni.
Ho trovato varie scene forzate e poco credibili, mentre invece restano tenerissime le scene d'amore.

Amarilli

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