Pensieri su “Il mio cuore nero” di Kerrigan Byrne (Victorian Rebels #1)

Dorian Blackwell è un uomo spietato che è sempre riuscito a evitare la prigione e il patibolo. 
Pur essendo ormai ricco e influente, ha giurato che non si fermerà davanti a nulla per vendicarsi di coloro che gli hanno fatto del male in passato. 

Nemmeno l’adorabile e innocente vedova Farah Mackenzie potrà sfuggirgli: Dorian è fermamente intenzionato a portarla via con sé nelle selvagge Highlands. 
Ma Farah non è disposta a essere il burattino di nessuno e, soprattutto, nasconde un segreto che minaccia la sua stessa vita. 
È la situazione migliore per una proposta scandalosa: sposare Dorian in cambio di protezione…


IL MIO CUORE NERO (The Highwayman) è la prima opera di Kerrigan Byrne che viene pubblicata nella collana I Romanzi.
Si tratta del primo romanzo della serie ‘Victorian Rebels’ e la serie proseguirà con “The Hunter”, di prossima pubblicazione.


Titolo: Il mio cuore nero
Kerrigan Byrne
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Passione 184
Uscita: Febbraio 2020





Farah gli premette il piccolo volto sul collo e sospirò, con le ciglia che gli solleticavano la pelle ogni volta che sbatteva gli occhi. - Ma certo che ti amerò, Dougan Mackenzie - disse scherzosa. - Chi altro ti amerebbe, altrimenti?
- Nessuno - borbottò lui.
- E anche tu mi amerai? - gli chiese sottovoce.
Dougan ci pensò sopra. - Ci proverò, Fata, ma non l'ho mai fatto. 
- T'insegnerò anche quello - promise lei, - Subito dopo che ti avrò insegnato a leggere. Amare è un po' come leggere, credo. Una volta che hai imparato, ti chiedi come facevi a non saperlo.

Non avevo mai letto nulla di quest'autrice, ma sono stata subito attratta sia dalla cover italiana (molto bella, a mio parere) sia dal titolo, per una volta molto più evocativo ed azzeccato dell'originale ("The highwayman").

C'è da dire che il romanzo parte benissimo con un antefatto che vede due personaggi bambini, entrambi ospiti di un orfanotrofio in cui sono allevati custoditi figli scomodi, illegittimi o da tenere semplicemente in custodia. Un luogo sgradevole, buio e pieno di pericoli, dove però Dougan e Farah riescono a ritagliarsi un angolo di luce e di affetto.
Per l'affamato e schivo Dougan la sua nuova amica è una fata, una cosa preziosa, tanto più che lui la considera la "sua" Fata.

Ma il destino ha in serbo sangue, morte e lontananza per entrambi.
Una volta cresciuta, Farah conduce un'esistenza solitaria, dopo aver fatto una discreta carriera come impiegata niente meno che a Scotland Yard, finchè l'incontro fortuito (o voluto) con un misterioso criminale, Dorian Blackwell, la costringe a voltarsi indietro e a ripensare al passato.
Entrambi sono forse pieni di pregiudizi e entrambi, a loro modo, hanno sempre onorato la memoria di un ragazzino che è stato schiacciato in un mondo di adulti e non ha mai avuto una seconda occasione.

Nel complesso, una lettura che non mi è dispiaciuta, anche se ho trovato emozionanti la parte iniziale e quella finale, un po' più farraginosa e incerta la parte centrale.
Resta intrigante l'idea di questo lord-bandito che porta con sè e protegge la banda di canaglie che è sopravvissuta a Newgate, così come intrigante l'immagine di un uomo che lotta per vendicarsi e per combattere un destino avverso, patendo una sorta di distacco-rigetto per il prossimo e la vicinanza fisica.
Scene d'amore intense, con due protagonisti una volta tanto inesperti insieme, ciascuno disperatamente alla ricerca di far felice più l'altro che se stesso.

Amarilli

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