Pensieri su "STATICO" di L.A. Witt

Durante i due anni passati insieme, Alex ha sempre temuto il momento in cui Damon avrebbe scoperto la verità, ovvero che lei è un mutagenere, quella piccola percentuale della popolazione in grado di cambiare sesso a piacere. 

Grazie a un impianto che le è stato messo contro la sua volontà, però, Alex si risveglia improvvisamente statico, ovvero non riesce più a cambiare da un genere all’altro, e bloccato nella sua forma maschile. Nel giro di una notte, la sua doppia natura viene rivelata a un mondo che non capisce né tollera quelli come lui… e al suo fidanzato eterosessuale.

Damon rimane sbalordito nello scoprire che la sua ragazza è un mutagenere e si spaventa a morte per i notevoli rischi a cui la espone l’impianto che le è stato imposto. Si rifiuta di abbandonarla, ma che ne sarà della loro relazione? Lui è etero e Alex è intrappolata nella sua forma maschile, perché rimuovere l’impianto è troppo costoso e pericoloso.

Derubato di metà della propria identità e costretto ad affrontare complesse conseguenze fisiche e sociali, Alex ha bisogno più che mai di Damon, ma non vede una via d’uscita da quella situazione.
Specialmente se sarà costretto a restare statico per sempre.


Titolo: Statico
Titolo originale: Static
Autrice: L.A. Witt
Traduttrice: Caterina Bolognesi
Editore: Triskell Edizioni
ISBN EBOOK: 978-88-9312-427-0
Genere: Paranormal, MM
Lunghezza: 258 pagine
Prezzo Ebook: 4,99
Uscita: 28 agosto 2018





«Ma, in fondo, è parte della maledizione di nascere mutagenere in questa società. Questo mondo è fatto per persone che hanno il cervello giusto nel corpo giusto e vaffanculo a chiunque non solo può, ma ha bisogno di cambiare di giorno in giorno, o di ora in ora. Per la società, io dovrei essere ciò che non disturba tutti gli altri. Quando mai a qualcuno è importato qualcosa di cosa ho bisogno io? Oh, certo, possiamo tollerare tutti i mutagenere, a patto che non lo diano a vedere, non ne parlino mai o, che Dio ce ne guardi, abbiano l’ardire di cambiare sesso. Hai la minima idea di cosa voglia dire doversi adattare alle aspettative di due generi diversi?»

Trama davvero interessante, anche se il problema di relazionarsi con un mutagenere che all'improvviso passa da M a F e viceversa lo aveva affrontato la Le Guin decennia fa (quindi niente di nuovo sotto il sole...).
Resta un messaggio profondo e molto bello, lodevole l'intento di sottolineare i pregiudizi , l'odio e la solitudine, ma purtroppo i personaggi (nonostante i due POV alternati) rimangono freddi, sullo sfondo, senza entrarti dentro.
I cattivi sono così cattivi che sono sopra le righe, la storia si risolve così facilmente.
Finisci il libro con il fastidioso sospetto che il fidanzato sia rimasto con Jason/Alex per comodità (non ho voglia di cercarmi una nuova partner e ricominciare il corteggiamento da capo: vediamo se questa/questo mi ritorna come prima e... voilà, sospiro di sollievo).
E, altra cosa, il problema dell'alcolismo sembra buttato lì, tanto per rendere più triste e empatica la situazione di Alex/Jason, ma non si comprende come fosse affrontato prima.
Ovvero: una fidanzata carina/normale ma alcolizzata andava comunque bene, e il nostro bel Damon non faceva una piega?

«Perciò, adesso sono quello che tutti gli altri pensano dovrei essere, e l’idea stessa è insopportabile. Il problema è che da statico non mi sento a mio agio nella mia stessa pelle. Mai. Neppure quando mi sento uomo. Da qualche parte, nella mia testa, c’è sempre una vocina che mi ricorda che, a un certo punto, sentirò il bisogno di essere donna. Era già abbastanza difficile prima, quando c’erano dei momenti in cui non potevo cambiare, tipo in ufficio o…» Chiuse la bocca di colpo, facendo scattare i denti.

Per capire se un libro mi è piaciuto davvero, mi pongo sembra una domanda: tra qualche anno lo rileggerei? Forse no.
Altri libri della Witt mi sono piaciuti moltissimo (e resta un'autrice che consiglio sempre), questo un po' meno.

Ero consapevole delle linee del corpo diverse: le spalle più larghe, i fianchi più stretti. Ma ero così sollevato dall’averlo di nuovo tra le braccia che tutti i miei precedenti timori, su come sarebbe potuto essere strano o imbarazzante, mi sembrarono ridicoli. Le dita intrecciate alle mie non erano lunghe e sottili come quelle a cui ero abituato, ma era Alex, e lo stavo stringendo a me esattamente come ogni altra notte che avevamo passato insieme. In quel momento, nient’altro aveva importanza.
E stretti in quell’abbraccio, ci addormentammo entrambi.

Amarilli

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