Pensieri su "LETTERE DI UN LIBERTINO" di Cathlin B

Ogni tanto il passato ci restituisce storie dimenticate o volutamente cadute in oblio.

Le lettere segrete di Casanova, che avrebbero dovuto essere bruciate dalla marchesa a cui erano destinate, casualmente ritrovate da un rigattiere, svelano ciò che il seduttore più famoso al mondo tenne nascosto durante la sua vita.

Ora potrete leggere alcune avventure inedite, restaurate per quanto possibile, della vita del famoso Casanova, che non si dilettò solo con ricche dame e attraenti fanciulle ma anche con avvenenti uomini.

Nella prefazione della sua “Storia della mia vita” Casanova scrisse "… non si troveranno in queste Memorie tutte le mie avventure: ho omesso quelle che potevano dispiacere alle persone che vi presero parte…" in questo libro troverete le avventure che, per riserbo, non trascrisse mai.


Autore: Cathlin B
Titolo: Lettere di un libertino
Editore: self
Uscita il 20/08/2018
Genere: romanzo epistolare storico mm 






Immaginate la scena. Il giovane supino, disteso sulle morbide e candide lenzuola, abbandonato nel piacere. Gli occhi languidi e la bocca socchiusa, rossa come la più bella rosa del vostro roseto. E la folta chioma corvina legata e scomposta sulle spalle. 
E io sopra di lui, nudo come un verme,  incastrato tra le sue morbide natiche, a sudare.
Riuscii a scappare per miracolo, afferrando al volo i primi indumenti che trovai su una poltrona vicino al terrazzino da dove mi calai in giardino, tutto nudo, da un rampicante. Il timore di venir arrestato mi fece correre così veloce che nemmeno i servitori riuscirono a raggiungermi. 
Sperando di depistare gli inseguitori, sono salito sulla prima diligenza in partenza verso nord, che mi ha portato senza incidenti fino a Peschiera del Garda. 
Ora, per fortuna, sono quasi a Venezia, dove potrò considerarmi salvo.

La struttura di questa nuova uscita mi incuriosiva parecchio.
Non era tanto l'ambientazione storica scelta (Cathlin B ha già al suo attivo il notevole "Amor Eretico", che vi consiglio), quanto piuttosto la forma epistolare, di certo diffusa in passato, ma abbastanza nuova e forse ostica per i lettori odierni.
Devo dire invece, e con soddisfazione, che l'esame è stato brillantemente superato.
L'autrice si è così calata nel proprio ruolo, assorbendo lo stile, i termini, gli approcci e persino i modi di dire dell'epoca, che - se non fossimo stati avvisati della finzione narrativa - si potrebbe benissimo credere che queste lettere siano state scritte proprio da Giacomo (G.C. per gli intimi...) oppure da un suo contemporaneo.

La mia maledizione è di innamorarmi ogni volta.
Come invidio coloro che traggono unicamente il piacere dalle avventure galanti, senza mettere in
mezzo il cuore! Maledetto cuore che mi fai soffrire! Maledetto l’amore che fa soffrire!

G.C. è come sempre un uomo in fuga.
Ogni volta non è colpa sua (così ritiene), però è un fatto che dove vada questo giovane uomo (le lettere della raccolta ricadono nel periodo tra il 1742 e il 1757) riesca a creare inevitabilmente un certo scompiglio, approfittando delle occasioni che gli si presentano e senza mai tirarsi indietro.
Di certo, la fama del Casanova è legata alle avventure romantiche con donne, di umili origini o patrizie, del suo tempo, ma non è così inverosimile che incontri simili a quelli narrati nell'epistolario non siano potuti accadere. In fondo, G.C. era uno spirito libero, anticonformista, audace e davvero curioso verso il prossimo e verso le sfide che potevano anche essere rappresentate da relazioni passibili di condanna non solo morale (per i reati di sodomia si rischiavano pesanti condanne o anche la morte in quasi tutta Europa).
Così dalla provincia veneta alle calli veneziane, da Parigi a Praga, passando per la corte prussiana e per Vienna, il lettore si ritrova accompagnato, lettera dopo lettera, e ammesso a una deliziosa serie di aneddoti, a volte romantici, a volte semplicemente gustosi, a volte parecchio rischiosi, con Giacomo preda e cacciatore di nobili, novizi e persino soldati.
Si tratta di un epistolario breve ma costruito con grande cura, che vi sorprenderà per la sua originalità e la sua eleganza.
Penso che persino C.G. potrebbe sentirsi orgoglioso per questo piccolo omaggio.

La carrozza si fermò quando ancora eravamo nel bel mezzo dell’amplesso, seminudi, i mantelli e le giacche buttate a terra, i vetri appannati. Nessuno venne ad aprire così che noi potemmo finire con comodo i nostri giochi di guerra. Chi vinse?


Le battaglie si vincono o si perdono, non esiste il pareggio.


Amarilli

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