Questa settimana in libreria: "Excalibur - La spada di Macsen", romanzo storico/mitologico di Alvaro Gradella

Il sogno di Macsen continua. 

Runa Editrice 
"Excalibur - La spada di Macsen", 
romanzo storico/mitologico di Alvaro Gradella, seguito de "L'Aquila e la Spada".

Titolo: “Excalibur - La Spada di Macsen” 
Autore: Alvaro Gradella 
Casa editrice: Runa Editrice 
Genere: storico/mitologico 
Pagine: 300 
Rilegatura: brossura con alette 
Prezzo di copertina: € 14,90 
ISBN: 9788897674436 

Il romanzo “EXCALIBUR – LA SPADA DI MACSEN” – così come “L’Aquila e la Spada” di cui quest’opera è il seguito – trae origine dal racconto “La Terza Aquila”, anch’esso scritto da Alvaro Gradella e pubblicato nella raccolta “È sempre tempo di eroi”, edita nel 1998 da “Il Cerchio-Iniziative Editoriali”. 

Il personaggio principale, il generale romano Magno Clemente Massimo, è una figura realmente esistita, come lo sono la maggior parte dei contemporanei che leggiamo fargli da contorno: gli Imperatori Flavio Graziano, Teodosio il Grande e Giustina, il Vescovo Ambrogio, il retore Agostino e il monaco Martino (futuri Santi della Chiesa Cattolica), e così via. Nella narrazione, quindi, lo vedremo muoversi e agire in un contesto del tutto congruo al proprio tempo (la fine del IV Secolo d.C.) e – in buona parte – nel rispetto di quanto gli storici ci riportano di lui, nonché della situazione politica, militare e dinastica negli Imperi Romani d’Occidente e d’Oriente. 

Magno Massimo (Macsen Wledig, così chiamato dai Britanni) non sfuggì a una spietata damnatio memoriae, ma “EXCALIBEORTA – LA SPADA DI MACSEN” restituisce voce e gloria – come mai prima – a questo straordinario protagonista della storia di Roma e della Britannia. 

Chi fu il Comes Britanniarum Magno Clemente Massimo, protagonista di questo romanzo e del precedente “L’Aquila e la Spada”? Egli fu l’ultimo Governatore romano delle Britannie e uno degli usurpatori più temuti del tardo Impero. Ma, soprattutto, fu una figura fondamentale per la nascita dell’epopea di Re Artù e della sua spada Excalibur… anche se pochi – fra noi discendenti dei Romani – lo sanno!
I bardi di Britannia ne cantarono per secoli le gesta nella ballata “Breuddwyd Macsen Wledig” (Il sogno del Duca Massimo), contenuta poi nell’antica raccolta “Mabinogion”, unica traccia scritta delle leggende britanno-celte.
La sua spada, la Spada di Macsen, è stata favoleggiata come l’arma che sarebbe stata tratta – un secolo dopo – dalla roccia, e chiamata Excalibur.
Goffredo di Monmouth, mitografo gallese del XII Secolo, nella sua fondamentale “Historia Regum Britanniae” – fonte primaria di tutta la Materia di Bretagna e del ciclo arturiano – fa addirittura affermare ad Artù che Magno Massimo era suo “parente stretto”.
Ed è in questo romanzo, come in “L’Aquila e la Spada”, che questa figura basilare per la genesi del mito di Artù, viene per la prima volta svelata e messa in luce.
In un intreccio fra Storia scritta, Leggenda tramandata e Fantasia, fra visioni e incantesimi, battaglie e gesta eroiche, intrighi e tradimenti, vedremo Magno Massimo confrontarsi con altri giganti della sua epoca appartenenti alla Storia (l’Imperatore Teodosio detto il Grande, il Vescovo di Mediolanum Ambrogio, il retore Agostino, il monaco Martino…) e al Mito (il druido Taliesin, il principe britanno Cynan Meriadoc…)
Insomma, per la prima volta, questo romanzo narra di un retaggio finora misconosciuto dei quattro secoli di dominazione romana in Britannia: quel retaggio da cui – grazie a Magno Massimo – sarebbe nata, quasi un secolo dopo, la memorabile leggenda di Re Artù e di Excalibur. 

Alvaro Gradella è da lunghissimo tempo ormai padovano d’adozione.
Dopo la maturità scientifica, frequenta un corso di dizione e recitazione con il Teatro Universitario.Giovanissimo e affermato dj, agli esordi delle Radio Private inizia un’attività parallela di “voce” radiofonica,divenendo in breve tempo un riconosciuto professionista del settore.
Dal ‘79 fino alla fine degli anni ‘80 vive a Roma dove conduce programmi per Radio-RAI e, come attore, lavora nel doppiaggio, in teatro e nel cinema.
Di nuovo a Padova, torna a occuparsi di conduzione e produzione di programmi e talk-show radiofonici, pur continuando nella partecipazione a film e fiction televisive.
La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Il leone di vetro (2014) di Salvatore Chiosi dove ha interpretato la parte del Podestà Gradenigo.
È stato anche impegnato nell’Amministrazione Comunale della città patavina.
Da sempre cultore della Roma Antica e dei Cicli Arturiani, pubblica il romanzo storico/mitologico "L'Aquila e la Spada" (Runa Editrice, 2013), a cui segue "Excalibur - La Spada di Macsen" (Runa Editrice, 2014).

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