Pensieri e riflessioni su "Un'estate di perdizione" di Stephanie Ash
Titolo: Un'estate di perdizione
Autore: Stephanie Ash
Editore: Tre60
256 pagine
Da oggi disponibile nelle librerie!
Ed eccone IN ANTEPRIMA la recensione
Sinossi:
Per Anna, la proposta è irrinunciabile: trascorrere due mesi a Creta per partecipare a un importante scavo archeologico. Potrebbe essere la svolta della sua carriera e l’occasione giusta per mettere alla prova il rapporto col suo fidanzato storico, Justin, che invece dovrà rimanere a Londra a lavorare per tutta l’estate. Così, senza pensarci due volte, Anna accetta l’incarico, compra il biglietto aereo e, sul volo, conosce Miranda, la ragazza con cui condividerà quella fantastica esperienza, ma che, in realtà, non sembra particolarmente interessata all’archeologia. Miranda infatti le confida di avere chiuso una relazione con un uomo sposato e mette subito in chiaro le sue intenzioni: divertirsi il più possibile! Non appena giunge a Creta, Anna rimane affascinata dall’intenso profumo della calda brezza che soffia sull’isola, dal colore ipnotico del mare e… dagli uomini che incontra. Prima Vangelis, il giovane studioso che ospita nella sua villa i componenti del team di ricerca, un ragazzo dal sorriso irresistibile e dai modi audaci e disinibiti; e poi il direttore degli scavi, William Sillery, un professore anticonformista eppure maniaco del controllo, che dietro lo sguardo magnetico nasconde un bagliore perverso… Con la complicità di Miranda, in quella torrida estate greca, Anna si lascerà coinvolgere in uno stuzzicante gioco di seduzione e ogni sua fantasia – anche la più inconfessabile – verrà soddisfatta. A Londra, però, c’è qualcuno che l’aspetta, e che è disposto a tutto pur di non perderla…
Il pensiero di Amarilli73:
Della serie: mi aspettavo fragole e champagne, e mi son ritrovata un brodino di pollo, confortante per carità, ma solo se sei reduce da un febbrone e ti devi forzatamente riposare.
Eppure la quarta di copertina con promesse di “torride estati greche” e fantasie di seduzione sembrava così stuzzicante…
Tra Anna e Justin, fidanzati da anni, le cose ultimamente vanno lisce come carta vetrata, e lei – per crescere e capire finalmente stessa (!) – se ne va due mesi a Creta a scavare buche e recuperare vasi minoici.
Tutto parte bene: Creta sembra bellissima, il capo-archeologo è un tipo maturo ma intrigante, c’è un collega greco dal fascino epico, la collega Miranda è una bonazza con il corpo da pin-up ed è pronta a farsi chiunque purché respiri, e pure i pescatori del villaggio si fanno avanti assatanati al grido di – Arrivano le straniere!
Dopo mezz’ora di strada buia e pericolosa, fecero il loro ingresso nella taverna.
Non appena entrarono, nel locale scese il silenzio. Fra tutti quei greci intenti a giocare a backgammon e a fumare sigari puzzolenti, le donne erano merce rara, e di certo non indossavano vestiti succinti come costumi da bagno. Anna si aggrappò al braccio di Miranda. “Sembra una scena di un film dell’orrore. Andiamocene, prima che ci succeda qualcosa di orribile”. Per un attimo anche l’indomabile Miranda parve tentennare…
Con queste premesse, una si frega le mani e si prepara comoda in poltrona… e invece, tazzona di brodino caldo…
La storia è simpatica e ha alcuni episodi davvero esilaranti, tipo l’arrivo delle due allegre inglesi alla taverna o la gita in barca con i pescatori (dove la Nave delle Porche, la dice tutta!!), ma è al dunque, su quelle “fantasie” di seduzione, che la narrazione è debole: ho trovato le scene d’amore ghiacciate, plastificate, con la ripetizione degli stessi gesti da manuale e prive di un briciolo di spontaneità (tanto che le più audaci sono quelle dove Anna sogna e geme dormendo… appunto: nella realtà tanta calma piatta).
E poi ci dovrebbe essere questo grande amore che scopriamo solo sulle ultime pagine, e di cui lei non si è mai accorta prima (neppure io, a dire il vero, e infatti sono tornata indietro per vedere se mi ero persa qualche capitolo).
Alla fine non si capisce come un “dio greco” come Vangelis possa sentirsi anche solo lontanamente attratto da una come Anna, che ha il carisma di una cotoletta impanata.
Oserei dire che il titolo italiano è un abbastanza ingannevole.
Molto meglio l’originale “Sunkissed”: anche se è uscito in pieno inverno, consiglierei questo romanzo come leggera lettura estiva, sotto l’ombrellone.
Amarilli73 |
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