Pensieri e riflessioni su "Avevano spento anche la luna" di Sepetys Ruta

Ancora per non dimenticare...

Titolo: Avevano spento anche la luna
Autore: Ruta Sepetys
Editore: Garzanti Libri
ISBN: 8811686857
ISBN-13: 9788811686859
Pagine: 298

Sinossi:
Lina ha appena compiuto quindici anni quando scopre che basta una notte, una sola, per cambiare il corso di tutta una vita. Quando arrivano quegli uomini e la costringono ad abbandonare tutto. E a ricordarle chi è, chi era, le rimangono soltanto una camicia da notte, qualche disegno e la sua innocenza. È il 14 giugno del 1941 quando la polizia sovietica irrompe con violenza in casa sua, in Lituania. Lina, figlia del rettore dell'università, è sulla lista nera, insieme alle famiglie di molti altri scrittori, professori, dottori. Sono colpevoli di un solo reato, quello di esistere. Verrà deportata. Insieme alla madre e al fratellino viene ammassata con centinaia di persone su un treno e inizia un viaggio senza ritorno tra le steppe russe. Settimane di fame e di sete. Fino all'arrivo in Siberia, in un campo di lavoro dove tutto è grigio, dove regna il buio, dove il freddo uccide, sussurrando. E dove non resta niente, se non la polvere della terra che i deportati sono costretti a scavare, giorno dopo giorno. Ma c'è qualcosa che non possono togliere a Lina. La sua dignità. La sua forza. La luce nei suoi occhi. E il suo coraggio. Quando non è costretta a lavorare, Lina disegna. Documenta tutto. Deve riuscire a far giungere i disegni al campo di prigionia del padre. E l'unico modo, se c'è, per salvarsi. Per gridare che sono ancora vivi.

Il pensiero di Wathsername:

Vi siete mai chiesti quanto vale una vita umana? Quella mattina la vita di mio fratello valeva un orologio da taschino.

Ho letto questo in libro in poche ore. E' un libro scritto in modo semplice e diretto dal quale non riesci a staccarti; senza accorgertene ti leghi a queste persone che, all'inizio, appaiono solo come dei nomi su di un libro, ma mano mano acquistano un volto, una forma, un cuore, dei sentimenti, e ti ritrovi legato in questo inferno assieme a loro ed inevitabilmente.

Ho deciso di leggere "Avevano spento anche la luna" proprio nel "Giorno della memoria", per onorare il ricordo, per vivere quei giorni, quegli anni con loro almeno in una millesima parte. 
Non avendone letto prima la trama ero convinta che parlasse della deportazione degli ebrei nei campi di concentramento; leggendo ho capito che tratta invece un argomento del quale si parla troppo poco e del quale io sapevo ancora meno: i campi di lavoro russi, simili ai campi di concentramento, dove venivano deportate tutte le persone contrarie al regime di Stalin, o per altri motivi che nessuno conosceva chiaramente. 

Piantai un seme d’odio nel mio cuore. Giurai che sarebbe cresciuto fino a diventare un albero imponente, le cui radici li avrebbero strangolati tutti.

Può una ragazzina di quindici anni contenere e sostenere così tanto odio dentro di sé? E può l'umanità fare finta di niente ed andare avanti senza ricordarsi di tutti i morti di quel periodo? 

Lina è una ragazzina alla quale viene chiesto di crescere in fretta e all'improvviso, una ragazzina come le nostre italiane con un'unica colpa... se così si può davvero chiamare.

Ma a Lina, a sua madre Elena, a suo fratello Jonas, ad Andrius, a tutti gli uomini che ho conosciuto in questo racconto nessuno è riuscito a togliere la speranza, quella che nasce da dentro se stessi, nonostante il dolore, la paura, l'umiliazione costante e il freddo, quello vero, quello che neanche riesco ad immaginare, io che tutta incappottata non lo sopporto nemmeno per un minuto...

"Non devi concedergli niente, Lina, nemmeno la tua paura."

Così Lina e i suoi amici di sventura, cercheranno con tutte le loro forze di resistere, unendosi e supportandosi fino allo stremo, fino al limite umano.

Prima di scrivere questi pensieri ho riflettuto a lungo, ho assaporato e digerito le sensazioni di odio e di compassione verso queste guardie, che non so fino a che punto si siano mai resi conto di ciò che stavano facendo, di come stavano marchiando per sempre a lutto, per generazioni e generazioni, milioni di persone.

Questo libro mi è piaciuto molto e ha toccato corde in me molto profonde. 
Mi ha fatto riflettere e questo, è molto importante. 

La scrittrice ha saputo cogliere dei sentimenti, delle sfumature che non tutti sanno trascrivere in un racconto, soprattutto trattandosi di un argomento così difficile e delicato. 

Ha saputo delineare tutti i personaggi molto bene, attraverso lo scritto di una ragazzina, ed ho apprezzato il modo di sfogare la rabbia di Lina nei propri disegni cercando di trarne sempre il bene. 

Ha saputo descrivere le sensazioni dei personaggi in modo eccellente e le ambientazioni sembravano così vere...
Ho amato moltissimo anche la mamma di Lina, Elena ed il piccolo fratellino Jonas, forti e bellissimi nonostante il dolore e la paura.

"Avevano spento anche la luna" mi ha fatto commuovere, mi ha fatto riflettere, mi ha colpito veramente nel profondo e penso che difficilmente scorderò Lina, Elena e Jonas, che sono solo tre nomi inventati ma che rappresentano ogni persona che ha vissuto veramente queste atrocità... IO NON DIMENTICO!
Wathsername



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