Intervista a Francesco Zingoni autore di "Forte come l'onda è il mio amore"

Buona giornata a tutti!
Anno nuovo... tante novità speciali per voi!
Ecco la prima intervista dell'anno ad uno degli autori più amati del momento: Francesco Zingoni. Vi avevamo già parlato del suo libro e QUI trovate la recensione del suo bellissimo romanzo.

Francesco Zingoni
Forte come l’onda è il mio amore
Editore: Fazi
pp. 608 
euro 17,50
In libreria dal 16 novembre 2012

Aprile 2009. Durante una vacanza in barca a vela in un arcipelago del Pacifico, una giovane coppia di San Francisco scompare senza lasciare tracce. Quando riapre gli occhi l’uomo si ritrova solo, disperso su un atollo remoto. Senza ricordi, senza parole, ma con la sensazione di essere scampato a qualcosa di terribile.
Poi un sogno: l’eterea visione di una donna. Non la riconosce, ma quel sorriso, quel volto bellissimo che sembra la promessa di un grande amore, diventa l’unica ragione per fuggire dall’isola.
Sulla spiaggia, a seguito di una mareggiata, rinviene i resti di un libro in cui si è salvata una poesia che sembra parlare di lui. Guidato dal sogno e dai versi, intraprende un viaggio attraverso tre continenti ma soprattutto dentro se stesso, alla ricerca di ciò che aveva di più prezioso al mondo e che ha dimenticato: Karin, la donna che ama con tutte le sue forze.

Pronti a cominciare: mettetevi comodi.

Ciao Francesco. Grazie per la tua disponibilità e benvenuto sul blog “I miei sogni tra le pagine”. Iniziamo da te. Parlaci un po’ della tua storia. 
Ciao Sara, grazie a te e ai lettori del blog. Ho trentaquattro anni, sono sposato da cinque con Chiara, viviamo a Milano. Lavoro in una una web agency, che ho aperto dodici anni fa, mentre studiavo. Quattro anni e mezzo fa ho iniziato questa avventura della scrittura, e così eccomi qua.

Il tuo romanzo “Forte come l’onda è il mio amore”, edito da Fazi editore, è nelle librerie dal 16 novembre. Ci racconti in breve la trama?
É la storia di un uomo che perde se stesso e la donna che ama. Nella sua coscienza disintegrata non resta che un frammento, tenace e indelebile: un viso femminile. Gli appare in sogno, una promessa che lo riscuote da uno stato poco più che vegetativo. Tutto questo mentre è disperso su una paradisiaca e remota isola del Pacifico. Lo attendono due viaggi, diversi ma inestricabilmente legati: uno alla ricerca della donna intravista nel sogno, l'altro dentro sé stesso, a ritroso verso la scoperta delle loro identità.

Hai detto che, durante un tuo viaggio nell’isola greca di Karpathos, Demian è “apparso” nella tua vita ed ha cominciato a raccontarti la sua storia. Al di là delle ambientazioni del romanzo, che sono luoghi che tu hai visitato, quanto c’è di te in lui? 
C'è sicuramente una connessione. Per due anni ho vissuto la vita di Demian al posto della mia, ci siamo scambiati molte cose. Ti faccio un esempio: a un certo punto Demian ritrova alcune poesie scritte da lui nella sua adolescenza. Si tratta di testi che avevo scritto io da adolescente, trascritti pari pari, con tutta la loro immaturità e forse ridicolezza. Avrei potuto rivederli, migliorarli, ma ho preferito lasciarli così com'erano, in rispetto di quello che sono stato e che non voglio dimenticare.

Veniamo al tuo rapporto con la scrittura. Hai detto che per te scrivere ha sempre rappresentato un’“urgenza esistenziale”. Perché scrivi? Qual è o quali sono i motivi che ti spingono a raccontare?
Nei due anni di stesura del romanzo ho scritto moltissimo, in modo frenetico. Ma tolta questa urgenza, di solito sono discontinuo e frammentario, posso fermarmi anche per mesi. Per me scrivere è indagare sulla mia vita, quindi la pre-condizione è aver vissuto qualcosa, prevalentemente dei viaggi. In quei momenti delle storie si stratificano dentro di me, scritte da un'altra mano.

Il premio Nobel per la Letteratura Jean-Marie Gustave Le Clézio, parlando della scrittura, afferma: “Scrivere, per conseguenza, vuol dire non agire. Vuol dire che ci si sente in difficoltà d’innanzi alla realtà, che si sceglie un altro mezzo per reagire, un altro modo di comunicare, una distanza, un tempo per riflettere”. Cosa ne pensi di questa affermazione? 
Posso solo dire, con tutto il rispetto per il premio Nobel, che per me non è così. Per me scrivere non è prendere distanza dalla realtà, al contrario, è un modo per attraversarla.

Il romanzo parla della morte, della perdita delle persone che più amiamo. La scrittura è quindi un modo per esorcizzare queste paure?
Forse esorcizzare non è il termine esatto. Direi che scrivere è stato più un modo per anticipare un'esperienza che ci aspetta, viverla prima, nel tentativo (fallito) di comprenderla.

Mauke Nuha, Sebastian Haller, Demian Sideheart. Un uomo, tre continenti, tre identità. Il viaggio che racconti è anche un percorso di formazione di un personaggio che vive dei cambiamenti nei luoghi che visita. Che cosa rappresenta il viaggio per te? Pensi che il viaggio come esperienza modifichi in una certa misura l’identità di ognuno di noi?
Sicuramente si. Ad esempio, semplificando, il vivere quotidiano non ha quasi mai la forza di radicarsi nella memoria. Il viaggio invece rifocalizza la nostra attenzione sulla vita, le percezioni tornano vivide come nell'infanzia, il tempo si dilata. È come per Mauke Nuha: quando viaggiamo stiamo imparando un nuovo alfabeto, stiamo dando un nome a cose che non esistevano nella nostra vita. 

Nel romanzo il mare riveste un ruolo fondamentale, si potrebbe dire che è un comprimario nella storia. Tu lo racconti da un duplice punto di vista: da un lato forza inarrestabile e distruttiva, dall’altro luogo di pace per ritrovare chi si ama. Qual è il tuo rapporto con il mare?
Il mio rapporto con il mare è: aspettare tutto l'anno per rivederlo! È un richiamo, una regressione a uno stadio più elementare della vita, un ricordo prenatale. 

Il viaggio di Demian e il progressivo recupero della sua memoria sono guidati da un libro. Qual è il tuo rapporto con i libri? Cosa pensi degli ebook?
Specificherei che il libro che guida Demian è un libro di poesie. Non ne cito qui l'autore (sarebbe uno spoileraccio), ma quel libro ha guidato anche me, attraverso un periodo delicato della mia vita. Inevitabile quindi trasferirlo con questo ruolo all'interno del romanzo. Quel libro avrebbe avuto la stessa influenza su di me se fosse stato un ebook? Non credo, considerando anche che l'ho trovato abbandonato sul sedile di autobus.

Quali sono i tuoi autori preferiti? E i tuoi libri del cuore?
Tra gli scrittori di romanzi ce ne sono tre, che disegnano una linea attraverso la mia vita, unendo tre diverse età in una sorta di staffetta. Michail Ende, l'infanzia. Hermann Hesse, l'adolescenza. Murakami Haruki, la vita adulta fino a oggi.

Ultima domanda d’obbligo. Quali sono i tuoi progetti futuri?
Mi piacerebbe registrare un disco, perchè la musica resta la mia prima passione. Ma temo di essere davvero troppo scarso :-)

Grazie ancora a Francesco per la sua cortesia e disponibilità e un caro saluto a voi lettori. Vi è piaciuta questa sorpresa? Vi ha convinto maggiormente a leggere il suo romanzo? 
Mi raccomando, fateci sapere cosa ne pensate!
Sara

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