Pensieri e riflessioni su "Il Messaggero" di Lois Lowry

Titolo: Il Messaggero - Messenger
Autore: Lois Lowry
Collana: Y
Pagine: 208
Prezzo: € 14,50
EAN-ISBN: 9788809751736
Sinossi:
In una realtà futura segnata da “forme di governo spietate, punizioni atroci, inguaribile povertà o falso benessere”, i difetti fisici sono puniti con la pena di morte. Ma nel Villaggio in cui Matty abita anche gli ultimi della scala sociale sono accolti e tenuti in grande considerazione. La comunità è gestita dal Capo, una versione adulta del Jonas di The Giver – Il Donatore. Matty lavora per il Veggente, un vecchio cieco che lo ha aiutato a maturare. Ma adesso qualcosa sta cambiando, i rifugiati improvvisamente non sono più i benvenuti al Villaggio e gli abitanti stanno diventando vanesi e ottusi. A Matty, uno dei pochi capaci di districarsi nella fitta Foresta che circonda il Villaggio, viene affidato il compito di portare il messaggio del drammatico cambiamento ai paesi vicini. Purtroppo la Foresta, animata ora da una forza oscura, si rivolta contro di lui e Matty
si trova a fronteggiare il pericolo armato solo di un nuovo potere, che ancora non riesce completamente a comprendere.
Un’allegoria spietata dell’animo umano e della nostra società, che conclude la trilogia profonda e provocatoria di Lois Lowry.


Il mio pensiero:
Ultimo capitolo della trilogia distopica "The Giver" di Lois Lowry.
È ambientato nel 2073, circa otto anni dopo gli eventi narrati in "The Giver – Il Donatore" e sei anni dopo la fine di "La Rivincita – Gathering Blue".
Una delle saghe più lette e censurate in molte scuole americane perchè accusata di trattare in modo esplicito tematiche riguardanti la sessualità, l'infanticidio e l'eutanasia.
Appartiene a quel genere definito "distopico", che tratta cioè di una società indesiderabile sotto tutti i punti di vista. Il termine distopico, come opposto di utopico, è soprattutto utilizzato in riferimento alla rappresentazione di una società fittizia (spesso ambientata in un futuro prossimo) nella quale le tendenze sociali sono portate ad estremi apocalittici. 

Questo capitolo è la conclusione di un percorso iniziato con Il Donatore, passando per La Rivincita fino ad arrivare al Messaggero, o per meglio dire, al Guaritore.
Un romanzo che può essere letto come una grande metafora. 
Qui ritroviamo Matty, personaggio comparso in "La Rivincita - Gathering Blue", non più bambino ma neppure ancora uomo. Un personaggio che, grazie alla bravura dell'autrice saprà far breccia nei vostri cuori, proprio per la sua semplicità e ricchezza d'animo.

Tratto particolare di questa trilogia è che i personaggi vengono definiti in base a delle loro peculiarità ed al compito assegnato loro all'interno della società. Il Donatore, colui in grado di donare le memorie, il Capo, colui che veglia sulla comunità, il Veggente, colui che pur essendo cieco possiede una vista particolare, il Messaggero, colui che è adibito a consegnare proclami, il Mentore o maestro, il Guardaprovviste, il Raccoglitore...ecc... Diversi sono pure i doni che possiedono, come quello del Capo, (il nostro caro Jonas del primo capitolo della serie) in grado di "vedere oltre".

Anche Matty, il protagonista di questo ultimo capitolo, ha un dono. Solo scoprirà la sua potenza ed il suo valore strada facendo. Un lungo percorso che può essere visto come una purificazione necessaria. Leggendo ci sentiamo come Matty. Scopriremo il velo che ricopre ogni cosa e che corrompe a poco a poco...

In questo villaggio, diverso da quello presentato in The Giver e in Gathering Blue, le macchie e le imperfezioni non vengono considerate difetti. Sono tenute in grande considerazione. Infatti il cieco, il "padre adottivo" di Matty, era chiamato Il Veggente e tutti lo rispettavano per la vista speciale di cui erano dotati i suoi occhi rovinati.

La gente giunge a questo villaggio, proprio come vi giunse Matty, in cerca di rifugio, scappando dai propri luoghi d'origine: da forme di governo spietate, punizioni atroci, inguaribile povertà o falso benessere, dove la gente soffre per via dell'ignoranza. Questo villaggio è l'isola felice, un punto saldo... almeno fino a quando anche questo non verrà corrotto. 
«Riparare l'anima di un uomo e la parte più profonda del suo cuore - annullare un baratto irreversibile - poteva rivelarsi un'impresa ardua, superiore alle possibilità di Matty.»
Sarà l'egoismo a gettare i primi germi della corruzione... 

La Foresta, «una matassa ingarbugliata di paure e inganni e oscure lotte di potere che aveva distrutto quasi tutto».
Penso possiamo vedere nella foresta malata, avversa ed in via di putrefazione, l'allegoria dell'uomo corrotto dai vizi, dall'egoismo, dall'ira, dalla superbia, dall'avarizia, dall'invidia, dalla lussuria... Proprio come il baratto, si insinua in quella comunità portando discordia, così questi vizi si insinuano nei cuori degli uomini portando contrasti.

E come la slitta rossa di Jonas diventò il simbolo di coraggio e speranza in The Giver, Matty diventerà qui il simbolo della salvezza, della redenzione.

Mi ha colpito come questa autrice sia riuscita a trattare tematiche così forti e serie in modo velato, con stratagemmi adatti anche ad un pubblico giovane, narrando una storia che scorre in modo piacevole e coinvolgente, facendoti allo stesso tempo riflettere e sognare ad occhi aperti. 
Bellissima la descrizione delle mani di Kira che tessono l'arazzo o di Burla, il cucciolo adottato da Matty, che attende il suo padrone graffiando la porta di casa, come piacevole è il senso di pace che infonde il Veggente.

Un romanzo breve, una trilogia che scorre tutta d'un fiato, ma con grandi insegnamenti. Assolutamente consigliata ai giovani, ma anche agli adulti.
Un'ottima lettura.

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