Pensieri su "La martire" di Anthony Ryan (L'Alleanza d'Acciaio #2)

 

I tempi sono cambiati per Alwyn lo Scrivano. Se prima era un fuorilegge, ora è un esperto di spionaggio e protettore giurato di lady Evadine Courlain, le cui visioni di un’apocalisse demoniaca le hanno fatto guadagnare la fanatica devozione del popolo. 
Tuttavia, la crescente fama di Evadine l’ha messa in contrasto sia con la Corona che con l’Alleanza. 
Mentre nuovi disordini affliggono il regno, entrambi i poteri cercano di sfruttare la propria posizione per i rispettivi scopi. Inviato nel ducato di Alundia per sedare una ribellione, Alwyn deve affidarsi a vecchi istinti per lottare in nome della sua nuova causa. 
Faide mortali e antichi segreti verranno alla luce durante lo scoppio della guerra che deciderà il destino del regno dell’Albermaine e la possibile venuta del profetizzato Secondo Flagello.

La martire
Autore: Anthony Ryan
Traduttore: Annarita Guarnieri
Editore: Fanucci
Serie: L'Alleanza d'Acciaio #1
Pagine: 674
Uscita: 2 febbraio 2024
* ringrazio moltissimo la CE per la copia fornita!


La trilogia L'ALLEANZA D'ACCIAIO
1) IL REIETTO
2) LA MARTIRE
3) IL TRADITORE



Tuttavia, sono giunta da tempo alla conclusione che è impossibile controllare l'esito di una guerra. 
È come una tempesta, si aspetta che esaurisca la sua furia 
e si fa quello che si può con ciò che resta quando scende la calma.


Ogni nuovo libro di Ryan che esce mi sorprende sempre; uno, perché riesce ad avvincermi e a lasciarmi all'ultima pagina con la voglia pazzesca di iniziarne un altro (sono suoi i pochi fantasy di centinaia di pagine che ho riletto più volte con immutato piacere), e, due, perché i suoi canovacci sono costantemente diversi e originali.

Dopo due serie magnifiche ci si poteva aspettare di imbattersi in qualche ripetizione di trama e invece no, anche stavolta, lo scenario è cambiato insieme con il regno, con tematiche religioso-secolari e sanguinose diatribe eretiche che entrano di prepotenza a influenzare le lotte di potere e le pretese di figli illegittimi.

Il protagonista Alwyn, già orfano, già fuorilegge della foresta, già condannato alle miniere e poi fuggito, già promosso a scrivano e poi a cavaliere senza titolo e formazione, continua la sua inarrestabile carriera tra campagne belliche, macchinazioni e indagini tra le antiche biblioteche del regno.

Seppure al seguito della Martire e del potere della verità di fede da imporre anche con la spada, Alwyn conserva intanto il suo cinismo, la sua capacità di cogliere le menzogne e le ipocrisie, soprattutto la sua bontà di fondo.
Tutti i protagonisti di Ryan hanno questo in comune, in fondo; più che prescelti dalla vittoria facile, sono oscuri singoli che arrancano nella vita, facendosi strada a caro prezzo, spesso soli e senza lieto fine, pur restando fedeli a un loro codice personale che contempla valori in discesa come l'amicizia, la protezione del debole, il raggiungere la vittoria con le perdite minori, piuttosto che il trionfo in un bagno di sangue, e il cercare di comprendere persino le ragioni del proprio nemico.

E potremmo dire che in queste 670 pagine sono racchiuse ben tre parti diverse: una parte epica e guerresca con tanto di assedio in senso classico; una parte di scoperta, ritorno alle radici e formazione; e infine una ineluttabile corsa verso la tragedia e la rivelazione estrema, che un po' temevo e che mi ha lasciata ancor più tesa verso la conclusione.

Il mio giudizio: appassionante, liberatorio, epic-fantasy tutta da godere.

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