Pensieri su "Questa terra così gentile" di William Kent Krueger



1932, Minnesota. Rimasti orfani e senza parenti, Odie O’Banion e suo fratello Albert vengono portati alla Lincoln Indian Training School, sebbene siano gli unici due ragazzi bianchi in una scuola di indiani. Mrs. Thelma Brickman, la direttrice, soprannominata la Strega Nera, è una donna arcigna e autoritaria, che non esita a punire la vivacità del giovane Odie confinandolo nella Stanza del Silenzio, una cella d’isolamento dove i bambini vengono rinchiusi senza cibo e acqua. A rendere quel luogo ancora più spaventoso è l’occhio attento del custode, un uomo sciatto e scontroso di nome DiMarco: se un ragazzo ha bisogno di una punizione, di solito è DiMarco a somministrargliela, godendo di ogni singolo colpo della cinghia di cuoio. Ma la Lincoln Indian Training School è anche un luogo dove Odie stringe legami destinati a lasciare un segno indelebile nella sua vita: quello con Mose, un ragazzino indiano che non è in grado di articolare le parole perché a quattro anni gli è stata tagliata la lingua, ma dalle cui labbra sgorga una bella risata contagiosa; e quello con la piccola Emmy Frost, la figlia dell’insegnante di economia domestica, una bambina con un dono speciale. Quando, a seguito di un terribile crimine, Odie sarà costretto a fuggire dalla scuola, Albert, Mose ed Emmy lo seguiranno. A bordo di una canoa, pagaieranno sul fiume Gilead al chiaro di luna, lasciandosi alle spalle le piantagioni di cotone diretti al Mississippi: quattro orfani salpati insieme per un’odissea che vedrà le loro vite andare incontro a pericoli di ogni genere, in un’avventura destinata a diventare epica. Con l’atmosfera di un classico moderno, tra omicidi e rapimenti, bambini perseguitati e demoni dai mille nomi, "Questa terra così gentile" racchiude in sé tutti gli elementi in grado di animare una grande storia: il coraggio e la codardia, l’amore e il tradimento. E, ovviamente, la speranza.

Questa terra così gentile
di William Kent Krueger
Editore: Neri Pozza
Pagine 496
Uscita: 29 luglio 2021




In principio, 
dopo aver faticato per creare i cieli e la terra, la luce e la tenebra, il suolo e il mare e tutte le cose viventi che li abitano, dopo aver creato l'uomo e la donna e prima di riposare, 
credo che Dio ci abbia dato un ultimo dono. 
Per non farci dimenticare la fonte divina di tutta questa bellezza, ci ha donato le storie.
Io sono un cantastorie. 
Vivo in una casa all'ombra di un sicomoro sulle rive del fiume Gilead. 
I miei pronipoti, quando vengono a trovarmi mi chiamano vecchio.


Ecco un romanzo che mi ha fatto riassaporare emozioni di libertà, vagabondaggio in barca e malinconia alla Huckleberry Finn, anche se qui il fiume è il Gilead, in Minnesota, e sono altre le minoranze oppresse dalla predominante società wasp.

Quattro ragazzi s'incontrano alla Lincoln Indian Training Scho, un istituto che si propone di convertire e conformare minori nativi, anche se spesso con modalità violente e conseguenze drammatiche.
Odie e Albert sono bianchi e hanno solo la colpa di essere orfani e poveri, Mose è un ragazzo indiano a cui hanno strappato la lingua, eppure capace di esprimere una dolcezza incredibile, Emmy è una bambina che la direttrice dell'orfanotrofio vuole per sfruttare un suo particolare talento.

Quando scappano, la loro è una fuga per sopravvivere, ma, oltre alla caccia che si scatena alle loro spalle, si trovano davanti una strada costellata di "mostri" e pericoli, difficoltà e tradimenti, abbandono e conforto, distruzione e bellezza.
Perché questa è la terra dei tornadi e, per Odie, forse Dio è davvero un tornado, imprevedibile e inavvicinabile.

Ma questo non è solo un viaggio di quattro adolescenti nell'America del 1932; risulta piuttosto una moderna Odissea in un paese stremato dalla Grande Depressione e dalla siccità, con bambini indiani privati delle loro radici e agricoltori espropriati dalle banche, e una società rurale di antichi coloni che non credono più nel grande sogno.

Un romanzo talora triste, eppure così intimista e così pieno di speranza.
Perché il perdono ci salverà.

Dio è un tornado.

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