Review Tour per "Come disinnamorarsi perdutamente" di Jana Casale



Ogni volta che si guarda allo specchio, Joy riesce a vedere solo la pancia che sporge dai jeans. È abbonata ai ragazzi sbagliati e inizia a rendersi conto che forse non è mai stata realmente innamorata e che no, non è vero che sta bene da sola. Annie, invece, ha una relazione stabile con Jason, che però non sembra metterci lo stesso impegno. È circondata da amiche che si sposano e fanno figli, mentre il suo ragazzo è sempre più distratto e assente. Spesso sparisce, senza farsi vivo neanche con un messaggio, quando a lei basterebbe una faccina sorridente.

Quando, per abbattere le spese dell’appartamento che condividono, decidono di affittare una stanza a un coetaneo, la vita di una di loro cambia. Joy infatti si innamora perdutamente di Theo, un ragazzo carino, gentile e sensibile con cui passa ore a chiacchierare e serate sul divano a guardare film, che la convince a fare dispetti ai vicini rumorosi e che inizia a chiamarla con un nomignolo affettuoso. Anche se tra di loro non accade mai niente, Joy continua a sperare che prima o poi l’amicizia diventi qualcosa di più, ed è disposta a tutto: lo aspetta sveglia, cucina per lui, gli fa il bucato, pulisce al posto suo, si accontenta della sua semplice compagnia, costruendo con le sue stesse mani una pericolosa trappola emotiva. Finché una sera Theo porta a casa Celine, una fidanzata di cui non aveva mai fatto parola e per di più bellissima…

Con ironia e sensibilità, Jana Casale racconta la storia di tre giovani donne che devono fare i conti con le proprie insicurezze e che impareranno una delle lezioni più importanti della vita: mai permettere a una relazione di far passare l’amore per se stesse al secondo posto.

Jana Casale
Come disinnamorarsi perdutamente
Editore: Mondadori 
 * ringrazio la CE per la copia fornita
348 pagine
Uscita: 6 giugno 2023
 
Esce oggi questo romanzo e il blog inaugura l'evento dedicato; seguite tutte le tappe del calendario che trovate sotto.


Troviamo continuamente mille scuse per giustificare il comportamento degli altri.
 Inventiamo di sana pianta delle presunte ragioni per capire come mai qualcosa non va, è strano, oppure sbagliato. Tendiamo a dare alle persone che ci circondano un margine di empatia che a volte è giustificato, ma altre volte no. Lo facciamo tutti. 
Noi donne di sicuro.



Dalla trama e dalla cover mi aspettavo un romanzo che s'interrogasse sulla vita e sulla situazione amorosa delle trentenni con un certo piglio e ironia, ma direi che l'ironia manca totalmente in tutte e tre le esistenze di Joy, Annie e Celine.
In tutta sincerità, non consiglierei questa lettura a chi ha appena subito una delusione amorosa o è triste e depresso: rischierebbe di essere la vostra mazzata finale.

Questo non vuol dire che sia brutto; certe considerazioni sulla ripresa dell'autostima e sulla riconsiderazione di se stesse sono profonde, le ho lette con piacere; ma, appunto, sono scoperte che le protagoniste potevano fare molto, ma molto prima.
Lo sconforto arriva dalla lentezza con cui ci arrivano, spesso senza mai chiedere aiuto.

E non stiamo parlando di compagni violenti o cattivi, bensì, semplicemente, di uomini indifferenti, che non ci vedono e non ci considerano, di uomini egocentrici che ci lasciano fare le "serve" chiamandoci "amiche", salvo poi liquidarci con "brutte" appena ci facciamo valere.
Che delusione, lo so, però prima o poi ci si deve svegliare.

Quello che mi ha deluso di più è stata la visione di queste trentenni, che non riescono a vivere da sole, che un colpo non vogliono la famiglia, ma poi sono terrorizzate dal restare sole e non realizzate.

D'accordo, non è l'Italia, ma potrebbe esserlo: ebbene, io a 30 anni non ero una modella, ma avevo un minimo di sogni grintosi e di ambiziose. Non passavo la giornata a guardarmi allo specchio autofustigandomi. E mi auguro che non la facciano le trentenni d'oggi.
Le protagoniste di questo libro si trascinano, letteralmente: sono apatiche, incapaci di reagire, si piangono addosso per centinaia di pagine e sono invidiose le une delle altre.

Se una lettura ti fa arrabbiare, a qualcosa è servita, perciò per me ha un avuto un effetto disturbante, ma tutto sommato utile.

Le parti che ho davvero apprezzato sono quelle dedicate al matrimonio dell'amica (il discorso di rassegnazione della sposa "meglio lui che stare zitella" è disarmante, ma così vero) e quelle sulle molestie sul luogo di lavoro (il racconto di Anonima è forse la cosa meglio riuscita: un pugno allo stomaco che potrebbe capitare a noi, alle nostre figlie e sorelle in ogni momento).


L’amore è il primo passo, è il punto di partenza. Ma non basta.

Amarilli



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