Review Tour per CARDOSPINA di GennaRose Nethercott


Isaac e Bellatine Yaga sono cresciuti girovagando per l’America con il teatro di marionette di famiglia. Da quando Isaac ha mollato tutto e se n’è andato, i due fratelli hanno perso completamente i contatti. Lui è diventato un abile artista di strada, guadagnandosi il titolo di Re Camaleonte grazie alla strabiliante capacità di riprodurre le sembianze esatte di chiunque sia tra il pubblico, incantando – e talvolta derubando – i suoi spettatori. Bellatine, invece, aspira a una vita tranquilla e senza sorprese, e si dedica anima e corpo al suo lavoro di ebanista. Anche lei ha un dono straordinario che vuole tenere nascosto: le sue mani possono dar vita a oggetti inanimati.

Quando una lettera li avvisa che devono ritirare una grossa eredità al porto di New York, i due fratelli si riuniscono e non riescono a credere ai propri occhi. Ad attenderli, infatti, c’è Cardospina, una casetta di legno appena arrivata da un piccolo villaggio dell’Europa dell’Est. Al posto delle fondamenta ha due zampe di gallina, forti e irrequiete, e restare ferma proprio non le piace: guai a chi provi a trattenerla in un luogo contro la sua volontà. Cardospina si muove, parla, racconta storie e forse anche qualche bugia, e ricostruisce la vita di Baba Yaga, leggendaria antenata dei due fratelli, e il terribile destino che un secolo prima si è abbattuto sul suo villaggio.

A bordo della casa parlante, Isaac e Bellatine si mettono in viaggio per riportare un’ultima volta in scena lo spettacolo di famiglia, ma presto scopriranno di non essere soli: un oscuro nemico ha attraversato l’oceano per mettersi sulle loro tracce, un’ombra dal passato che non si fermerà finché non avrà cancellato tutti i ricordi di Cardospina. Ma si può uccidere un ricordo?
Intrecciando fantastico, folklore e memoria storica, GennaRose Nethercott dà vita a un romanzo originale e commovente, una fiaba contemporanea che celebra le storie e il loro immenso potere di spiegare e tenere vivo il passato.

GennaRose Nethercott
CARDOSPINA
ISBN: 9788804775935
Editore: Mondadori
372 pagine
Uscita: 13 giugno 2023
 *  ringrazio la CE per la copia fornita e vi invito a seguire tutte le tappe dell'evento



Nella nostra famiglia, siamo tutti nati con delle spine di cardo nei piedi. 
È per quello che viaggiamo sempre. 
Perché se rimanessimo fermi il cardo ci pungerebbe.


Se pensate che questo sia una specie di libro fiabesco e avete già letto anche troppe versioni della storia di Baba Yaga (la strega con la casetta al limitare del bosco, a volte perfida, a volte semplicemente scontrosa), vi dico subito che Cardospina è molto, molto di più.

Questa è una storia d'amore e di tenebra, sull'amicizia e sul senso di famiglia e di casa, sulle fughe, sui rimorsi, sulla salvezza e sul perdono, sulla fede e sulla memoria, e su talmente tanti concetti universali, che parte da un'eredità tramandata e non voluta, ma parla a tutti noi.

Venite. Sedetevi al mio focolare, che brucia, brucia, e non smette mai di bruciare. 
Ascoltate il vento, che mi abita come una volta faceva una famiglia. 
Siate testimoni.


Due fratelli, Isaac e Bellatine, figli di genitori marionettisti, cresciuti in viaggio e, all'apparenza, senza radici. 
Ciascuno, toccato da maledizioni nascoste, ha cercato la propria strada lontano, finché un giorno arriva dall'Europa il lascito di un'antenata sconosciuta; l'eredità li ha cercati lunghi i rami sopravvissuti delle famiglia, attraversando l'oceano, e recando loro una vera casa mobile: soltanto che, al posto delle ruote, ci sono due robuste zampe di gallina.
La casa ha una sua memoria, la casa ricorda, conserva foto ingiallite e pagine annotate in yiddish.

E se il dono rappresenta una svolta, un luogo da dove ripartire per un buffo spettacolo di marionette, è anche uno spazio neutrale dove i due fratelli possono riscoprirsi, e infine un bersaglio, perchè pareti e tetto hanno "visto" un orrore lontano, e un antico nemico, l’Uomo dall’ombra lunga, deve ancora compiere la propria missione di morte.

C’è un momento per il dolore e c’è un momento per la collera. Ma entrambi nascono dal lutto. 
Il dolore dura a lungo. Può diventare un compagno fedele, se glielo si permette. Un gatto randagio che si rifiuta di lasciare il nostro fianco. Ci sarà tempo per il dolore, perché il dolore, come i gatti, ha molte vite. La collera è di breve durata. Scuote il corpo come un incendio, potente e devastante. E questo–questo–è il momento della collera.

Non riuscivo a staccarmi dalla lettura, dalle sorprese e da questo stile vivido, ricco, malinconico, avventuroso e commovente. 
Perché la vita di Isaac e Bellatine ha un debito verso il passato, è il frutto della tenacia di chi è sopravvissuto, dalla Russia all'America, dai pogrom e dai massacri sino alla modernità, da una donna che viveva vicino al bosco con le sue figlie a un altro secolo, ma sempre con lo stesso spirito di speranza e lotta,

I loro luoghi di culto bruciavano, e allora loro partivano. Figli e sorelle e fratelli venivano gettati dentro camere a gas, e allora loro partivano. I villaggi venivano saccheggiati, e allora loro partivano. Sognavano, e mentre sognavano credevano, e quel loro credo crebbe trasformandosi in oceani, in vele, in un buon vento stabile che li avrebbe portati fino a una terra lontana che si chiamava America. Quando arrivarono trovarono nuove versioni di ciò che avevano lasciato. Una nuova fame. Nuovi tiranni. Nuove sofferenze. Vecchie brutalità. Il suolo già zuppo di sangue. 
Ma per un breve momento sospeso, nei respiri liminali che stavano tra lì e qui, ebbero la speranza.


Un gioiello assoluto, per la storia, il messaggio, e l’intreccio dei dettagli. Non c’è una pagina che non sia annotata o con un segno per ricordare, e sarei pronta a ricominciare a leggerlo.
Se siete indecisi tra questo e un altro libro, scegliete questo.

Come si porta un popolo alla rovina? 
Con il fuoco? Con i proiettili? Si può trascinare un uomo per le strade legato a un cavallo. 
Si può ridurre in cenere un villaggio. Si possono allineare intere famiglie contro una parete di mattoni e abbatterle, una persona alla volta, come alberi in una foresta. 
Ma basta un unico sopravvissuto e la storia continua a vivere. 
Un sopravvissuto che porti con sé le poesie e le canzoni, le preghiere, i lamenti. 
Non si distrugge un popolo privando le persone della vita. Lo si distrugge privandolo della sua storia.
 


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