Review Tour per "The witch’s heart" di Genevieve Gornichec



LA STORIA DI ANGRBODA INIZIA come finisce la maggior parte dei racconti di streghe: con un rogo. Così Odino ha deciso di farla punire per non avergli rivelato il futuro. Da quel momento la strega Angrboda, ferita e impotente, vive raminga nella Foresta di Ferro, lontana da tutto.
Qui, la trova Loki, dio dell’inganno, venuto per restituirle il cuore rimasto sulla pira; e presto l’iniziale diffidenza della donna si trasforma in una passione intramontabile, da cui nasceranno tre figli, tre creature uniche.
Angrboda li cresce ai confini estremi del mondo, lontano dall’occhio onnisciente di Odino, cercando di costruire una tranquilla vita domestica. Ma una visione le mostra cose spaventose che attendono la sua famiglia, e tutti i Nove Mondi.
E ora Angrboda deve scegliere: sottomettersi a un destino cui ha già assistito, o lottare per ridisegnare il futuro di coloro che ama e dell’universo intero?

Genevieve Gornichec
The witch’s heart
Editore: Mondadori *
 * ringrazio la CE per la copia fornita
 * banner di @Franlu per l'evento
ISBN: 9788804749042
396 pagine
Uscita: 21 febbraio 2023




“Le persone muoiono” aveva detto Loki una notte, molto tempo prima. 
“Ma le storie continuano, in versi o canti. Storie delle loro gesta. Dei loro dèi.”

Anche se vi ritrovate (come me) abbastanza digiuni in tema di mitologia norrena (ad esempio, io mi fermo a Odino, Loki e alle Valchirie, a grandi linee...), non potrete non restare affascinati da questo gioiellino, che non è solo un retelling o un romanzo dedicato a un personaggio mitologico tutto sommato secondario nel ciclo di miti e leggende di questa specifica letteratura.
In realtà, la storia di Angrboda si potrebbe definire un'esperienza universale: la rappresentazione di una donna che ha perduto il suo potere ancestrale (lo potremmo vedere come un richiamo al matriarcato perduto nella notte dei tempi?), che ha dimenticato il proprio valore, l'essere un'essenza selvatica e legata strettamente alla natura, e che è stata sconfitta e annichilita dalla venuta dei nuovi dei, dal nuovo assetto di potere maschile, sia nel clan che in ambito familiare, rappresentato da Odino.

La strega non è più la dea della Foresta di Ferro, ma diviene, appunto, una emarginata, una nemica, una pazza da sfruttare o da punire, a seconda dei casi, e comunque da accusare per colpe che non le appartengono. La strega diventa il bersaglio dei pregiudizi, la sua voce è zittita, il suo sapere cancellato con il fuoco, il suo nome dimenticato, il suo cuore strappato dal petto.

E quando la strega ritorna, può solo nascondersi, ricreare piccoli frammenti perduti, ritornare ad esistere ed avere relazioni, agli occhi di dei e uomini, solo in quanto "compagnia di" (anche se resta questo, un'amante, una seconda concubina, sempre nell'ombra rispetto alla moglie ufficiale di Loki).
Eppure la foresta rinasce intorno a lei, i suoi figli vengono al mondo, il suo amore e la sua protezione si riversa su di loro, anche se gli stessi pregiudizi torneranno a colpire tutta la sua discendenza.
Di nuovo, è il diverso che si oppone alle convenzioni, il mostro che sfida la ragione dominante.

Per quanto sia una versione romanzata, con alcune licenze di fantasia, ho trovato queste pagine talora struggenti, talora malinconiche; Angrboda è una creatura pura e fragile, ferita e tuttavia generosa, e ho amato conoscere lo scorrere delle sue giornate, con le attività quotidiane, i piccoli gesti affettuosi, i timori e i dubbi di donna che ci riguardano un po' tutte. 
Ne deriva una visione intima, anche lirica, dove la sofferenza è sempre presente, per quanto la strega per prima sia consapevole dell'ineluttabilità del destino.

Una lettura che mi ha fatto molto riflettere, facendomi anche un po' male, ma che consiglio come una pausa dal fragore del mondo e come un tuffo in una dimensione antica di cui ci portiamo ancora appresso tanti schemi mentali, senza saperlo.

Loki la fissò, sconcertato.
«Ti chiedi ancora, a volte,» sussurrò lei «se sia stato un errore restituirmi il cuore?» 
E allora Loki comprese, e riuscì a rispondere con voce roca: «Mai».

Amarilli

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