Pensieri su "VAMPYRIA. LA CORTE DELLE TENEBRE" di Victor Dixen


 

Nell'Anno Domini 1715, il Re Sole si è trasformato in un vampiro per diventare il Re delle Tenebre. Da allora regna come un assoluto despota sulla Vampyria: una coalizione di vasta portata congelata per sempre in un'epoca oscura, che comprende la Francia e i suoi regni vassalli. Tre secoli dopo, Jeanne, una giovane popolana, nel giro di una notte si ritrova orfana, scopre che la sua famiglia non era così ‘ordinaria' come pensava e usurpa l'identità di una nobile per sopravvivere. Tutto questo la porta a Versailles: il luogo dove siede il tiranno all'origine di questo odioso sistema che ha dissanguato la sua famiglia. Quanto tempo riuscirà a sopravvivere? Tra horror, avventura e realtà storica, un romanzo dal taglio moderno e affascinante che incanterà allo stesso modo gli amanti del brivido e gli appassionati di storia.

Vampyria. La Corte delle Tenebre
Victor Dixen
Editore: Salani
Pagine: 448
Uscita: 7 giugno 2022



Sono molto perplessa per questo libro.
Ho visto le recensioni entusiaste di lettori francesi e quelle più tiepide nostrane, per cui mi chiedo se non ci possa essere stato l'inghippo di una traduzione non proprio riuscita.
Però non credo che lo stile potesse essere così diverso in origine. Per quanto questo fosse uno YA, non è che scrivere un romanzo per ragazzi voglia dire prendere una trama per adulti e banalizzarla, riducendo ogni scena a una farsa splatter.

Alla base c'è un'idea ucronica tutto sommato originale: il re Sole nel 1715 non è morto ma si è trasformato in un sovrano vampirico, creando una corte delle Tenebre che, da allora, sta ancora governando sull'intero mondo occidentale, con nobili immortali che si nutrono della massa plebea, schiavizzata e soggetta a decime del sangue, e piccola nobiltà di campagna, ancora mortale, che continua a competere in adulazioni e imprese per ottenere l'agognata tramutazione.

Il problema è che son passati trecento anni da allora, ma l'autore sembra essersene completamente scordato, rendendo tutto approssimativo.
La storia si è infatti arrestata e un senza motivo ufficiale: nessuna invenzione, nessuna scoperta, ci sono le carrozze, identiche, i medici sanno fare solo salassi, la gente va ancora in giro con le parrucche e i vestiti stile Maria Antonietta. 
Questi vampiri potenti e superdotati si rivelano in realtà poco più civilizzati di un cane da tartufo, visto che l'unica cosa che sanno fare è svegliarsi, inseguire le tracce di una preda, ingozzarsi e tornare a dormire. Almeno fossero fascinosi, con un minimo di sensualità. Macché: sono mostri, senz'anima, tutti uguali. Non si salva nessuno.

La medesima coerenza manca anche per i mortali. 
Se la Stilla del Re vampiro è così miracolosa e taumaturgica, perché in tre secoli non allevare mandrie umane in salute e senza più debolezze genetiche o malattie? Oppure, al contrario, se da ben tre secoli i poveri servi sono stati salassati allo stremo, come si fa a credere che ci siano ancora umani vivi in giro e facciano pure figli?
Per non parlare della protagonista, nata in un regno vampirico, cresciuta senza altre alternative, e che pure ha i conati ogni volta che vede sangue o vampiri che bevono. Ma dai, dovrebbe essere la normalità.

Se anche si sorvolasse, mi ha stroncato il ritmo. Questo libro è un'unica, interminabile, narrazione piatta e ridondante di una protagonista noiosa, attorniata da comprimari noiosi, dove accade un evento ogni dieci capitoli e si escogitano cose a caso per riempire le pagine finché non ci si arriva.
Per me è un grande no.

Amarilli

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