Pensieri su "IL GENIO E IL GOLEM" di Helene Wecker
Helene Wecker, nel romanzo dal titolo Il genio e il golem, mescola la tradizione e la mitologia ebraica con quella araba, dando vita ad un racconto entusiasmante e ricco di fascino, ambientato a New York nel 1899. E’ la New York del melting pot, in quel crogiuolo di culture e tradizioni provenienti da tutto il mondo, in cui rientrano anche i protagonisti.
Chava è un golem. E’ una creatura fatta di argilla, nata grazie alla magia della Cabala praticata da un rabbino proveniente dalla Polonia e caduto in disgrazia il quale muore durante il viaggio in mare per giungere a New York.
Ahmad è un genio, è nato nel deserto della Siria ed è rimasto intrappolato in una boccetta di Rame. Le creature, giunte contemporaneamente a New York, si incontreranno e diventeranno amici e compagni di viaggio, legati dalla loro comune appartenenza al mondo del magico e del fantastico. Il genio e il golem è il romanzo d’esordio di Helene Wecker, la quale consegna ai lettori un racconto da leggere in modo compulsivo e che intreccia la cultura yiddish con la tradizione mistica del Medio Oriente.
Il genio e il golem, di Helene Wecker, è una favola che parla di immigrazione, dove due creature così diverse tra di loro e dalla gente che li circonda, dovranno cercare un loro spazio e una loro dimensione in un mondo a loro sconosciuto.
Il genio e il golem
di Helene Wecker
Editore: Neri Pozza
Collana: I narratori delle tavole
Traduttore: Fefè S.
Data di Pubblicazione: ottobre 2013
Pagine: 590
Questo romanzo è uscito da noi da quasi un decennio e io l'ho scoperto ora, grazie a un post di un lettore entusiasta su Instagram (poi non si dica che i social non siano utili per scovare nuove letture!).
Da subito è scattato qualcosa, sarà per la trama, storica e fantasy al contempo, sarà per la mescolanza della tradizione ebraico-yiddish con la mitologia araba del Medio Oriente (certo, oramai i romanzi con protagonisti i Jinn sono un trend, ma dieci anni fa, non erano poi così diffusi se si eccettua Aladdin).
Quindi questo libro, con l'imponenza delle sue quasi seicento pagine, si è rivelato un magnifico apripista originale, capace di inghiottirmi sin dalla prima pagina e risputarmi sul finale, ancora desiderosa di proseguire (il seguito ci sarebbe, s'intitola "The Hidden Palace", però da noi non è uscito).
Immaginatevi nel 1899, giusto sul discrimine tra i due secoli, in un'Europa vecchia e stanca, da cui partono ogni giorno navi verso l'Atlantico e il grande sogno americano.
Un giovane ebreo lascia Danzica dopo aver commissionato una moglie per sé.
Se l'è fatta fare su misura: sottomessa ma operosa, obbediente ma curiosa; una sposa d'argilla in cui instillare la scintilla della vita, sostituendosi a Dio. Un golem. E, incredibile a dirsi, è riuscito a trovare un vecchio studioso in grado di decifrare antichi manoscritti e creare una tale meraviglia.
Ma i progetti cambiano, il viaggio verso il futuro è lungo. La donna d'argilla si troverà a crescere in un mondo sconosciuto e che la potrebbe odiare.
Sempre a New York, in uno dei tanti quartieri multietnici, un immigrato siriano lucida per caso una fiaschetta malandata e libera una magia altrettanto sorprendente, un prigioniero millenario.
A questo punto, uno potrebbe chiedersi cosa potrebbero avere in comune due creature soprannaturali e così distanti tra loro come mondi e come tradizioni?
Molto di più di quanto ci si potrebbe aspettare, tra cadute e piccole vittorie, tra pregiudizi, incomprensioni e delusioni, in una storia a due che diviene anche corale.
La Wecker ha uno stile garbato e ammaliante, incanta il lettore e non lascia la presa, lo conduce in una metropoli ancora in costruzione, tra comunità unite dalla povertà e dalla speranza, ma anche dal rimpianto per quanto lasciato a casa, con una vena malinconica, a metà tra storia e fiaba.
Molto bello.
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