Pensieri su "CACCIATORI DI TEMPESTE" di Jenna Blum



Karena Hallingdahl, trentotto anni appena compiuti e un matrimonio alle spalle, lavora nella redazione del Minneapolis Ledger. Un lavoro di routine, fatto di articoli sulla vita locale e sulla gastronomia norvegese, in omaggio alle origini di una buona fetta della popolazione del Minnesota, terra di pionieri scandinavi fin dalla fine del XIX secolo. Nei momenti liberi, Karena va sul sito dello Storm Prediction Center a scrutare le nuvole verdi generate dal computer, sperando di scorgere là sotto Charles, il fratello gemello sparito da anni dalla sua vita. Charles è biondo e ha la pelle chiara come Karena ma, diversamente da lei, è un tipo geniale e folle che alterna stati di depressione ed euforia in un baleno, e che, soprattutto, coltiva un’unica, irrefrenabile passione: dare la caccia alle tempeste, arrivare lì dove il tornado si annuncia con il tramonto più spettacolare che vi sia, per inseguirne poi la cavalcata distruttiva. Una passione che ha segnato la sua vita e quella di Karena, legandole per sempre col sigillo di un segreto inconfessabile. Un giorno di quasi vent’anni prima, infatti, Charles si è inoltrato con sua sorella in un bosco dell’Iowa inseguendo una tempesta a bordo di una jeep. In preda a uno dei suoi stati euforici, guidava veloce sotto la grandine, così veloce che non si è nemmeno accorto di aver urtato e ucciso un motociclista. Karena l’ha visto l’uomo, immobile sotto la sua moto piena di cromature, i capelli lunghi sparsi nel fango. Ma ha taciuto, non ha proferito parola con lo sceriffo, ha scelto il silenzio, come le suggeriva Charles, un silenzio che le è gravato per anni sul cuore e che ora la opprime ancora di più. Una telefonata inattesa dal Kansas la raggiunge, infatti, nella sua casa a Edina: Charles ha appena lasciato la clinica psichiatrica di Wichita e disperso le proprie tracce. Per Karena è l’inizio di un viaggio impervio alla volta del fratello geniale e folle. Un viaggio in cui prenderà parte a uno dei più avventurosi Whirlwind tours, i più rinomati nella caccia alle tempeste, conoscerà Kevin, l’affascinante guida dai capelli castani e un odore familiare, e, soprattutto, si imbatterà nell’amato, odiato fratello.


CACCIATORI DI TEMPESTE
Autrice: Jenna Blum
The Stormchasers
Editore: Neri Pozza
Pagine: 382
Uscita: Settembre 2010




La paura è l'istinto di sopravvivenza che fa sentire la sua voce. 
È il corpo che dice: non ho abbastanza informazioni su ciò che sta succedendo. 
Devo saperne di più, per scoprire come mettermi in salvo.
La paura è un bene. O dovrebbe esserlo.


Lo tenevo fermo da anni, ritenendo, a torto, che fosse il romanzo da cui era stato tratto Twisters (il film). Assolutamente no, questo romanzo viene dopo e, anzi, lo cita, perchè alcuni dei turisti che scelgono di vivere l'esperienza di chi insegue i tornado in giro per gli immensi States centrali si è appassionato dopo aver visto il film.

Il libro della Blum è anche questo: vi trasporterà nel pieno di quell'atmosfera elettrica, inseguendo celle temporalesche in sviluppo e mostri di vento e grandine su e giù per colline e campagne, tra canyon e motel dispersi in mezzo al nulla.

Ma è anche la storia di una ricerca e di un fratello (gemello) sparito (per scelta) da vent'anni.
Ed è in realtà la storia degli effetti della malattia mentale su una famiglia, di quanto possa influire la presenza di un membro malato; perché è facile dire che la malattia mentale si può curare (non sempre) e che il malato non deve essere rinchiuso in una casa di cura (a volte la libertà è il male peggiore). 
La realtà è che le famiglie vengono lasciate sole, inesorabilmente sole, e tra noi vagano individui a un millimetro dal precipitare nella pazzia pericolosa, e dal distruggere se stessi o gli altri. 

Tanto, poi, arriva la seminfermità, la non imputabilità. La colpa ricade su chi (sano) doveva invece rinunziare alla propria esistenza e dedicarsi a sorvegliare, prevenire e impedire, in un corto circuito di responsabilità e accuse che annienta proprio chi è sano.
Forse ho divagato un po' dalla trama in sé, ma questo romanzo mi ha fatto pensare moltissimo, perché si interroga proprio su chi resta e chi deve ogni giorno raccogliere i cocci di distruzioni altrui.

Come un uragano, Charles avanza, sconvolge e prosegue, scomparendo.
Karena è la pioniera che non si arrende, che crede ancora nel sogno di costruire e recuperare, a ogni costo.
Kevin è il buon samaritano, che passa, vede e si ferma ad aiutare.
Personaggi imperfetti, gravati da bugie e debolezze. Ma anche così vivi, così reali.
Che peccato averlo letto solo ora. Da leggere.


Amarilli

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