Review Party per "Catherine House" di Elisabeth Thomas




NASCOSTA TRA LE FORESTE della Pennsylvania, Catherine House è una scuola d’eccellenza che ha sfornato premi Nobel, giudici della Corte suprema e personalità di primo piano nel mondo dell’arte, della cultura e della politica. I suoi criteri di ammissione sono rigidissimi, e le poche persone che ogni anno superano la selezione avranno vitto, alloggio e istruzione gratuiti, ma per tre anni – estati comprese – saranno completamente tagliate fuori dal mondo esterno: niente visite, telefonate, televisione, musica… Alla fine, però, avranno davanti a sé carriere brillanti, potere e prestigio in qualunque campo desiderino.

Per Ines Murillo, Catherine House è la cosa più vicina a una casa che abbia mai avuto. Ma i rigidi rituali della scuola presto trasformano l’edificio in una prigione tanto affascinante quanto ambigua. E quando scoppia la tragedia, Ines inizia a sospettare che l’istituto nasconda un pericoloso segreto.

Autrice: Elisabeth Thomas
Titolo: Catherine House
Editore: Mondadori *
 * ringrazio la CE per la copia fornita
Collana: Oscar Fantastica
ISBN: 9788804753100
336 pagine
Uscita: 5 luglio 2022




Premetto che anch'io da qualche tempo mi sono appassionata all'aesthetic che va sotto il nome di #darkacademia, quel genere culturale che ricomprende libri, film, arredamento e moda ispirati ad atmosfere cupe e talora gotiche, studi classici e ambienti d'istruzione elitaria, amore per l'arte e la bellezza, con a volte risvolti misteriosi e inquietanti.
Perché talvolta le élite trascendono nella presunzione di superiorità e spesso i loro membri prendono una brutta china.

Se in questo genere possiamo inserire bestseller come Dio di Illusioni o La nona casa, ero molto curiosa di leggere questo Catherine House, presentato con un'abile campagna mediatica come una sorta di erede dei romanzi di Donna Tartt, con una visuale del nuovo millennio.

Purtroppo la mia lettura non è stata così soddisfacente e trovo che la Tartt si trovi ad anni luce da qui.
Anzi, proprio perché non voglio girarci intorno e indorare pillole amare, dirò che si è rivelato un libro semplicemente brutto, che riprende una trama vista e stravista, e lo fa con uno stile noiosissimo.
Noia è, in effetti, l'emozione che mi ha accompagnato per tutte le 330 pagine del volume, sempre con la magra speranza che la storia iniziasse a decollare, ci fosse un cambio di registro e saltasse fuori un motivo per farmi appassionare.

La protagonista, già di per sé, non aiuta.
Ines, alcolizzata depressa antipatica, viene irretita per entrare in un college esclusivo con palesi contorni da pseudosetta, e lei per prima si interroga sul motivo per cui è stata selezionata. Forse perché sei una persona sola, in fuga, mentalmente instabile, facilmente manipolabile e nessuno ti cercherà?
In questa dimora elitaria, Ines si trascina per annate intere, senza mai uscire, dormendo o giacendo, studiando con poco profitto, senza mai sviluppare un vero sogno personale.
Nulla pare scalfire la patina di apatia che la circonda e, quando finalmente si nota una breve scintilla, è probabilmente troppo tardi.

Sono sconvolta io per prima d’essere arrivata sino in fondo al finalone … 
La realtà è che non ho compreso il messaggio del libro, non ho compreso perché tramortire il lettore con capitali soporiferi spesso pieni di eventi privi di rilievo ai fini narrativi, perché usare uno stile criptico che risulta solo piatto e confuso.

Ci ho anche ragionato a freddo e a distanza mi riassale un misto di fastidio/indifferenza; sono comunque lieta di aver avuto la possibilità di farmi un'idea mia, anche se non così positiva.

Amarilli



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