Pensieri su “Il conquistatore normanno” di Iris Johansen

Inghilterra, 1066. Guglielmo il Conquistatore sale al trono grazie alla sconfitta inflitta ai sassoni. 
Nel corso della cruenta battaglia di Hastings, però, molti sono rimasti sul campo e innumerevoli feriti sono agonizzanti. 
Tra questi l’amico fraterno dell’indomito giovane normanno Gage Dumont il quale, preoccupato per le sue disperate condizioni, acconsente ad affidarlo alle cure di una schiava gallese. 
Bella, altera, intelligente, Brynn di Falkhaar ha un temperamento fiero e orgoglioso che le permette di mantenere intatta la propria dignità anche nell’eseguire i più sgraditi ordini. 
Ma quando si presenta al capezzale del malato, Gage sente che quell’insolita schiava avrà il potere di renderlo suo prigioniero per sempre…

IL CONQUISTATORE NORMANNO (Midnight Warrior) è una delle opere più celebri di Iris Johansen, affermata autrice di oltre cento romanzi sia storici sia contemporanei e romantic suspense.

“Il conquistatore normanno” 
Iris Johansen
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Introvabili 67
Ambientazione: Inghilterra, 1066



Sono stata attirata da questo romanzo per due motivi: il primo era che, dalla sinossi, ero convinta che si sviluppasse intorno alla battaglia di Hastings, la famosa vittoria dei normanni sui sassoni del 14 ottobre 1066, quando la fanteria pesante di re Aroldo fu sbaragliata dalla cavalleria di Guglielmo il Conquistatore (anche se fu un autentico bagno di sangue per entrambi gli schieramenti); il secondo motivo è che questa è una delle opere più famose di Iris Johansen e quindi ero più che curiosa di leggerla.

Allora, per quanto riguarda la battaglia, essa viene menzionata appena di striscio, visto che la protagonista arriva al termine della carneficina (!) per guarire un particolare ferito, mentre sul versante dell' apprezzamento, posso dire che pur essendo un libro denso e con parti molto belle, ho avvertito un certo gusto narrativo che evidenzia gli oltre venticinque anni sulle spalle.

La prima parte è senza dubbio quella che ho preferito: mi sono piaciuti subito sia Gage Dumond, cavaliere/mercante di origini nobili ma comunque illegittimo, giunto in Inghilterra per accaparrarsi una baronia al seguito di Guglielmo, sia il suo inseparabile compagno d'armi, Malik Kalar, un saraceno fascinoso e dalla battuta divertente, quanto dai modi cortesi e premurosi. 
Se Gage è un orso, passionale e vendicativo, l'amico è il vero cavaliere galante della storia.

La giovane Brynn, al contrario, non ha riscosso in me grandi simpatie. 
Forse è originale la sua figura di guaritrice sensitiva e di donna erudita in un mondo di ignoranza e oscurantismo, però alla fine non è solo il povero Gage a ritenerla bisbetica, lo è effettivamente, e sono poco credibili i suoi modi altezzosi, considerato che era una schiava, alla mercé del primo che passava e rivendicava il castello in cui viveva. Resta ancorata a una specie di sogno per tutto il tempo, ma la verità è che se non avesse incontrato un Gage più che comprensivo, il suo destino poteva anche non essere roseo...

Seconda parte un po' farraginosa e meno avvincente, anche se il finale ha un tocco magico-leggendario che risolleva un po' il giudizio.
Una lettura perfetta per chi ama i romanzi passionali, con cattivoni viscidi ed eroi che si palesano su uno sfondo di fiamme (nel libro, infatti, accade...).

Amarilli

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