Pensieri su "Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe" di Grady Hendrix

Difficile la vita di Patricia Campbell: il marito è troppo impegnato col lavoro, i figli con le loro vicende, l'anziana suocera ha bisogno di cure costanti per cui Patricia è sempre in ritardo nel suo infinito elenco di faccende domestiche. La sua unica oasi felice è un gruppo di lettura, formato da donne unite dal comune amore per il true crime. Nei loro incontri, invece che di matrimoni, maternità e pettegolezzi, si parla della famiglia Manson.

Ma un giorno James Harris, bello e misterioso, viene a vivere nello stesso quartiere di Charleston e si unisce al gruppo. James è un uomo sensibile, colto e fa sentire a Patricia cose che non provava da anni. Eppure c'è qualcosa di strano in lui: non ha un conto in banca, non esce durante il giorno e la suocera di Patricia sostiene di averlo conosciuto da ragazza.

Quando i bambini di colore cominciano a scomparire senza che la polizia faccia nulla, in Patricia e nelle amiche si fa strada il sospetto che James sia un serial killer, ma nessuno al di fuori del gruppo ci crede.
Sono loro ad aver letto troppi libri di true crime o quello che si aggira nelle loro case è un mostro vero?

Insomma Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe è un horror che ci racconta l'America di oggi: la condizione delle donne, dei neri, la violenza maschile e il fascino per il crimine, e molto molto altro…


Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe
Grady Hendrix
Pagine: 438
Editore: Mondadori

7 luglio 2020




I vampiri sono i primi serial killer, privi di tutto ciò che ci rende umani: non hanno amici né famiglia, radici o figli. L’unica cosa che hanno è la fame. 
Mangiano e mangiano, ma non sono mai sazi. 
Con questo libro ho voluto mettere a confronto un uomo emancipato da ogni responsabilità, tranne i propri appetiti, e le donne le cui vite sono plasmate da una serie infinita di responsabilità. Ho voluto contrapporre Dracula a mia madre.

Come avrete modo di vedere, non è una lotta ad armi pari.



Avevo messo gli occhi da un pezzo su questo romanzo, letteralmente innamorata sia della cover originale che del suo titolo ("The Southern Book Club's Guide to Slaying Vampires"), che, in effetti, a fine lettura continua a sembrarmi un pochino più azzeccato. 

Terzo motivo, ho letto parecchi libri sui vampiri e amavo l'idea di un horror particolare, ben ancorato alla provincia americana.
Qui c'è la profondissima provincia, le consorti che vivono in casette di legno isolate, che hanno come uniche uscite mondane la funzione in chiesa, la spesa al centro commerciale, gli impegni dei figli. Sempre a fianco dei mariti, tra torte e sorrisi.
Persino un club del libro può essere l'unica cosa che permette di non lasciarsi andare.
E se il serial killer arrivasse davvero in paese?
Se tutti i libri splatter letti avessero affinato i sensi e l'intuito di queste donne?

Ancora una volta la lettura, la conoscenza, la condivisione di idee è luce, si fa coraggio, si fa verità, rivela ciò che l'ignoranza ci impedisce di accettare.
Questo libro è un po' tutto: è denuncia di una condizione femminile che viene considerata "sana" finchè la donna sta in casa, adempie alle sue funzioni, legge letture consigliate, non s'intromette nell'universo "maschile".
E' la denuncia di come siano spesso proprio le mogli a farsi carico della baracca, a dover difendere i propri cari, anche a costo di passare per strane, per deboli con "problemi di donne", facendo quadrato nonostante sia così difficile, perchè basta l'arrivo di un maschio per far crepare le amicizie più durature.

Siamo solo galline in un pollaio, tutte pronte a fare l'uovo quando viene chiesto?
Oppure siamo in grado di contrapporci, persino a un vampiro, se restiamo unite?

Amarilli

  

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