PENSIERI E RIFLESSIONI SU "BRUTO" DI KIM FIELDING

Autore: Kim Fielding
Titolo: Bruto
Editore: Dreamspinner Press
Formato: solo e-book
ISBN-13: 978-1-62380-880-8
Pagine: 327
Copertina: Paul Richmond
Traduzione di: Stella Mattioli

Trama - Bruto conduce una vita solitaria in un mondo dove la magia è all'ordine del giorno. È un gigante di due metri e trenta di bruttezza e dai natali ignobili. Nessuno, incluso Bruto, si aspetta che lui sia più di un operaio. Ma gli eroi si presentano in tutte le forme e dimensioni e, dopo aver subito una mutilazione per salvare il principe, la vita di Bruto cambia bruscamente: è chiamato a servire al palazzo di Tellomer come guardia per un singolo detenuto. Sembra facile, ma si rivela essere la sfida della sua vita.
Le voci di palazzo dicono che il prigioniero, Gray Leynham, sia uno stregone e un traditore. Quel che è certo è che ha trascorso anni nello squallore: cieco, incatenato, reso quasi muto da una balbuzie estrema. Sogna la morte della gente, e quei sogni si avverano.
Mentre Bruto si abitua alla vita di palazzo e comincia a conoscere Gray, scopre anche il proprio valore, in primo luogo come amico e uomo, poi come amante. Ma Bruto impara anche che gli eroi, a volte, devono affrontare scelte difficili e che fare ciò che è giusto può portare nuovi pericoli.

Il pensiero di Amarilli73

Bruto cantava di un amore perso in mare mentre sistemava la lastra di pietra in una posizione più comoda sulle sue larghe spalle, prima di ricominciare ad arrancare sullo stretto sentiero in salita. Canticchiava fra sé e sé, perché con la sua voce bassa e la sua incapacità di seguire la melodia, sapeva di cantare malissimo, e gli altri lo avrebbero guardato storto se avesse alzato la voce. Nessuno era abbastanza vicino da sentirlo, se teneva la voce bassa, e la musica gli dava l’impressione che il suo carico fosse più leggero e che il sentiero sotto i suoi piedi fosse meno pericoloso. 
Cantava le canzoni sconce che risuonavano nella taverna posta sotto la sua stanza, e le malinconiche ballate cantate dalle donne che all’alba si ritrovavano intorno al pozzo; a volte mormorava persino le ninne nanne che a malapena ricordava, quelle che qualcuno gli aveva cantato da bambino.


A una prima lettura questo romanzo può risultare un po’ spiazzante. 
In effetti, un lettore abituato a ben altre storie M/M potrebbe storcere il naso di fronte a una trama quasi casta, molto più improntata al fantasy, ma a un fantasy inizialmente poco avventuroso. Diciamola tutta, per almeno metà libro la Fielding punta a farci conoscere Bruto e il mondo in cui vive, attraverso gli occhi dello stesso protagonista e attraverso gli occhi di chi lo guarda, prima al villaggio natale e poi nella grande città, presso il palazzo reale. Viene ricostruita la vita quotidiana di Bruto nel dettaglio, ma tutto questo ha una sua funzionalità, perché ci permette di conoscerlo in ogni sfaccettatura e in ogni sua più segreta aspirazione (la voglia conoscere e di imparare a leggere, ad esempio, così come, il bisogno di entrare in contatto con gli altri), facendoci affezionare a questo gigante “buono”, sfortunato, ma pieno di positività. 
Ammetto di aver un debole per certi personaggi brutti e sgraziati, sfortunati nell'aspetto fisico ma capaci comunque di grandi cose. Questo è l’aspetto che più mi aveva attirato nella trama, oltre al sapere che Bruto si sarebbe dovuto poi calare nel ruolo di carceriere di un altro presunto personaggio negativo, addirittura uno stregone e un traditore.
Tuttavia, come ho già anticipato, se cercate lo sviluppo pruriginoso (carceriere/prigioniero) qui non lo troverete: la relazione di Bruto e Gray nasce prima come reciproca curiosità e cresce poi come un legame fatto soprattutto di affetto, di complicità tra due anime sole ed emarginate. Amore più che sesso, voglia di cercare un posto dove rifarsi una vita insieme più che passione dietro le sbarre.
Pur essendo inusuale, a me la storia è piaciuta molto e ho amato sia Bruto sia i personaggi minori che la Fielding gli mette di contorno (compreso il principe svampito e capriccioso). 
Sono oltre trecento pagine che scorrono via piacevolmente, sino a un finale molto dolce e quasi fiabesco (anzi, all'interno della trama c’è spazio anche per una vera e propria fiaba o leggenda.)
Da provare.
Amarilli73


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