W EWWA (19) – INCONTRO CON MARIANGELA CAMOCARDI, AUTRICE DI “TEMPESTA D’AMORE”

Titolo: Tempesta d'amore
Autore: Mariangela Camocardi
Editore: Emma Books
Data di Pubblicazione: Settembre 2013
ISBN: 9788897669302

Sinossi - A vent’anni dalla sua prima edizione nei Romanzi Mondadori, torna un classico della letteratura romantica italiana. Nelle parole dell'autrice Mariangela Camocardi, la descrizione di Tempesta d'amore: "Tempesta d'amore è, tra i molti romanzi da me scritti, uno dei miei preferiti. Anzi, mi ha rubato il cuore, lo confesso. Già il contesto storico che fa da sfondo è tra i più avvincenti del nostro passato, snodandosi tra le cospirazioni della Carboneria e i moti milanesi del 1821 in cui fu coinvolto Silvio Pellico. Il set dei personaggi è ricchissimo: tutti e tutto ruotano intorno alla storia d'amore che nasce tra Luca e Valentina, i protagonisti. Un amore straordinario che ciascuno di noi vorrebbe vivere nel corso della propria esistenza ma riservato solo agli amanti privilegiati."

Il pensiero di Amarilli73

Non aveva idea di chi fosse, ma doveva sicuramente essere l’indiscusso protagonista di molte fantasie femminili. Era alto e prestante, con un volto scarno e intensamente espressivo, dai tratti decisi. Folte sopracciglia arcuate, nere come i capelli, sormontavano quegli occhi trasparenti che parevano trafiggerla, il naso era pronunciato come gli zigomi e la bocca… Dio, la bocca evocava peccaminosi pensieri, il più svergognato dei quali aveva a che fare con i baci…

Se questo libro viene presentato come un classico del romance tricolore, il motivo appare lampante e innegabile sin dalle prime pagine: questo romanzo è praticamente il capostipite di tutte le storie che abbiamo letto nei decenni a venire, una sorta di magnifica “ bibbia” (se mi si può passare il termine) per la letteratura rosa, con personaggi femminili tutti d’un pezzo (o giovani virtuose ma niente affatto docili o ragazze belle e crudeli, che più crudeli non si può), con altrettanti personaggi maschili al quadrato (anche qui, nel bene o nel male: per un Luca da prendere a schiaffoni per tanto orgoglio che lo fa sragionare, c’è un barone Ruggeri che dovrebbe essere il “cattivo” per eccellenza e che proprio non riesce a non suscitare ben altre fantasie oscure), con scenari sempre diversi, ma oculatamente scelti e mai casuali, con una miniera di situazioni, tutte riunite insieme in un unico plot, e che sono state poi saccheggiate da un po’ tutte le scrittrici nostrane: il rapimento e la tentata violenza, la fuga e l’incontro con i briganti, l’erede ignota alla famiglia, il testamento trafugato, il ballo in maschera. E ancora sospetti, gelosie, suore combattenti, governanti furbe e smaliziate, spie e tradimenti. 

Insomma, più che un libro, un viaggio di formazione, un’iniziazione alla Storia d’Amore (il maiuscolo è d’obbligo), sullo sfondo di un’Italia che si sta ancora formando e che è un mare in tempesta come i protagonisti che l’attraversano da sud a nord e ritorno. 

Per tutti i lettori che pensano (spesso per mera pigrizia) che il romance sia solo territorio straniero, aggiungo solo questo: prima leggete questo libro e poi ne possiamo riparlare.

E comprese in un lampo che cos’era l’amore, riconoscendolo in quell’attimo sublime e fulmineo in cui gli si era arresa senza neppure formulare l’idea di respingerlo. Un attimo che disintegrava la sua vita e la plasmava di nuovo in funzione di lui, di quell’uomo di cui si era innamorata subito e inesorabilmente.

Dopo avervi parlato del suo libro, colgo peraltro l’opportunità di ospitare Mariangela Camocardi sul nostro Blog e di poter togliermi qualche curiosità insieme con voi lettori.

Ciao Mariangela e benvenuta! Il nostro blog recensisce per un gruppo eterogeneo di lettori, ma è indubbio che il romance rappresenta lo zoccolo duro delle nostre letture. Quindi la prima domanda è d’obbligo: come nasce una storia d’amore? Come scegli i personaggi, i luoghi, le epoche storiche?
Ciao Amarili. Grazie di aver letto Tempesta e di averne “vissuto” la storia anche emozionalmente. Non è da tutti. Una storia d’amore nasce da un guizzo del cuore che contagia la mente. Il cuore dà l’input e la testa fa il resto dando forma ai personaggi e all’ambientazione. Nell’elaborazione di tempesta ha fatto la differenza il fascino di un’Italia e di un popolo consapevole, all’epoca, di non essere solo “Un’espressione geografica”, per dirla con le sprezzanti parole di Metternich. Quando sono pronta per scrivere un nuovo romanzo è perché qualcosa, in una biografia, in un filmato, o durante una visita in una città storica, mi ha ispirato e profondità lo spunto ha messo radici fino ad attirare la mia attenzione. 

In Tempesta d’amore ho notato una particolare cura dei dettagli e un’attenzione per i personaggi minori: da suor Pacifica a Rosa, a Riccardo. Quanta pazienza e fatica ci vuole per riuscire a costruire così tante figure anche caratteristiche? E’ una tua scelta precisa lasciare spazio anche ai cosiddetti “minori”?
Parlando di Tempesta, ci ho impiegato anni. Non saprei dire il numero delle revisioni, e ogni volta che mi ci mettevo da capo mi staccavo a fatica da loro, i protagonisti. Era come se fossi insieme a loro sul set di uno sceneggiato. Per farti un esempio, nella scena in cui le suore affrontano l’esercito borbonico al comando del capitano pregadio, non riuscivo a smettere di ridere perché avevo la sequenza davanti agli occhi. Quante energie e passione ho dato a questa storia, ma ne è valsa la pena perché Tempesta mi ha tanto in termini di consensi... e pensa che ho dovuto tagliare circa 100 pagine per essere pubblicato nella collana I Romanzi Mondadori. Da piangere. Credo che chiunque scriva capisca cosa significhi sacrificare anche una sola frase di un romanzo corale qual è appunto Tempesta d’amore. Il titolo era un altro, ma l’editor Mondadori Lia Volpatti decise questo, e devo dire che ha contribuito parecchio alla fortuna del romanzo. C’è uno sceneggiato tivù uscito parecchio tempo dopo, e mi chiedo ancora adesso se hanno “copiato” volutamente il mio titolo. Per quanto riguarda i comprimari nei romanzi che scrivo, mi piace dare loro ampio spazio. Chi scrive sa bene che anche il più insignificante dei replicanti può riservare sorprese inaspettate durante la stesura di un testo. 

Io ho definito Luca un tipo “da schiaffoni”, ma anche Riccardo è un adorabile perdigiorno e Ruggeri ha un suo perché. Quali caratteristiche deve avere un maschio per riuscire ad entrare nei tuoi romanzi?
Deve incarnare l’uomo dei sogni di una donna, a dispetto dei suoi limiti interiori/ estetici. Per limiti interiori/estetici intendo i punti di forza caratteriali e le umane debolezze; un aspetto fisico tutt’altro che da medaglia greca ma comunque così incisivo da colpire e attrarre la lei che è in gioco. Spesso preferisco uomini non necessariamente belli, ma integri nei valori e nei principi esistenziali. Un uomo che ha la cavalleria nel DNA e che antepone la donna che ama davanti a tutto, persino a se stesso. È Proprio questo a renderlo un eroe da romanzo, e non mi accontento di nulla di meno. 

E come è il tuo eroe perfetto, se esiste?
Ho nutrito una passione sviscerata per Steve McQueen, per citarti un esempio. Ma ho un lungo elenco di protagonisti maschili cui attingo. Qualche nome? Marlon Brando: sguardo magnetico, macho al quadrato, erotismo strabordante e un aspetto virile e ombroso. Corpo atletico e viso bellissimo anche con il naso poco in linea con i canoni classici della bellezza. Harrison Ford: icona dell’eroe rassicurante e forte, intellettuale ma capace di trasformarsi in un uomo d’azione per correre in soccorso della donna che ama. Rodolfo Valentino: diventato una leggenda del cinema per quel suo fascino mediterraneo unico e capace di bucare lo schermo, da quel concentrato di eleganza e spavalderia che era. Loro e tante altre figure maschili che hanno colpito l’immaginario femminile, difficilmente tramonteranno. 

Scene più sensuali: siccome il trend recente è per descrizioni dettagliate e molto hot, tu hai invece un limite oltre il quale non ti spingi? Quale è la tua idea personale di seduzione?
Sono tendenzialmente cerebrale e per me l’erotismo non può essere semplicemente qualcosa di fisico. Le sensazioni scaturite dalla fisicità si esauriscono presto se non sono supportate da pulsioni molto più profonde e coinvolgenti. Ci sono romanzi dove la storia d’amore si snoda in modo perfetto sul filo di sguardi carichi di così esplicita intensità da dare i brividi, e con non più di qualche bacio nello snodarsi dei capitoli. Mi è capitato di leggere romanzi in cui i due vivono momenti di erotismo quasi insostenibile senza quasi toccarsi, ma talmente espressivi da dare un esauriente assaggio del desiderio latente che c’è tra loro. Non mi piace descrivere l’anatomia nuda e cruda del lui e della lei. I dettagli scabrosi sono fumo negli occhi, è pigrizia o incapacità di cercare le parole, senza ripetersi (l’atto dopotutto è standard) per creare tutta una gamma di suggestioni in chi legge, raccontando la passione dal punto di vista emozionale. Qualche tocco di sessualità non guasta, l’immaginazione personale del lettore provvede al resto, se l’autore ha descritto la scena come si deve. 

E infine, cosa ci riserva il futuro? Ci puoi anticipare qualcosa dei tuoi prossimi progetti?
Richiesto a furor di popolo dalle lettrici, sono nelle atmosfere Belle Epoque per il quarto episodio del Caffè Chantant Venus. I tre romanzi precedenti, e i tanti personaggi che ne animano le pagine, sono piaciuti molto e così sono tornata tra loro dopo aver finito un contemporaneo. Tra i progetti c’è un noir che mi gira in testa da un po’ e che mi piacerebbe riuscire a concretizzare. 

Amarilli, ti ringrazio di nuovo per l’intervista e per la recensione di Tempesta d’amore. Mi hai commosso e te lo voglio dire che parole come le tue sono quelle che ogni autore vorrebbe ricevere da chi ha letto un suo libro e lo ha apprezzato davvero.

Grazie ancora Mariangela: torna presto a trovarci!
Amarilli73

1 commento:

  1. Grazie per aver condiviso questa intervista, Tempesta d'amore è uno dei miei romanzi preferiti, caso mai non si fosse capito :)
    Mariangela Camocardi

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