Pensieri e riflessioni su "Metronomo" di Lorant Deutsch
Titolo: Metronomo - la storia di Parigi al ritmo del metrò
Autore: Lorant Deutsch
Pagine: 384
Editore: L'Ippocampo
ISBN-10: 8896968763
ISBN-13: 9788896968765
Sinossi:
Il libro ripercorre, dalla Lutetia Parisiorum fino ai giorni nostri la storia di Parigi attraverso la sua metropolitana. Ognuno dei 21 capitoli, uno per secolo, è dedicato ad una stazione, in un'accattivante passeggiata fra aneddoti, curiosità e dati storici. Sapevate che gli ultimi Galli massacrati dai Romani riposano ancora sotto la Torre Eiffel? O che la Gioconda per arrivare al Louvre ha dovuto affrontare un viaggio a dir poco rocambolesco? "Metronomo" ci trasporta attraverso le epoche nei segreti di Parigi e del suo popolo, sospesi fra la Storia di Francia e... leggende metropolitane!
Il pensiero di Annachiara:
Caso editoriale in Francia, edito in Italia da Ippocampo nel 2012, Metronomo – la storia di Parigi al ritmo del metrò, è un libro molto originale che si prefigge come compito di raccontare la storia di Parigi partendo dalle sue fermate del metrò: una per ogni secolo, iniziando dall’anno zero.
L’idea di legare l’urbanistica alla storia è davvero particolare e l’aggiungere le fermate della metropolitana per dare sapore al contenuto mi è sembrata una buona mossa. Il progetto, oltre ad essere originale, è piuttosto ambizioso e richiede conoscenze, pazienza e una buona dose di passione e amore per l’argomento e per Parigi. A Lorant Deutsch non manca nessuna di queste doti ed il lavoro riesce discretamente, seppure con qualche inevitabile limite.
“Seguiremo le linee del metrò come altrettanti fili d’Arianna, verso stazioni le cui bocche ciarliere ci narreranno le speranze, i sussulti e gli impeti della capitale. Prendete posto, attenti alla chiusura delle porte, direzione Lutezia…”
Il libro si annuncia sin dal titolo e dalla presentazione veramente appetibile e, almeno per quanto mi riguarda, le aspettative, pur senza nessun’altro indizio, sono da subito alte.
Non vengono deluse: non appena si inizia la lettura si capisce di trovarsi davanti ad un libro a metà tra un saggio e un romanzo, dove gli avvenimenti storici corredati di dati tecnici vengono raccontati nel tono avvincente delle narrazioni di fantasia, e la storia di Parigi si apprende in modo curiosamente alternativo.
Purtroppo, molto spesso l’autore non riesce ad evitare una certa lentezza che cede presto il passo, da parte del lettore, ad una certa fastidiosa noia: le descrizioni archeologiche, per esempio, se da un lato dimostrano la gran competenza dello scrittore sulla materia trattata, la sua bravura nel condurre accuratissime ricerche e possono perfino entusiasmare il lettore come se stesse partecipando ad una caccia al tesoro, dall’altro dopo un po’ annoiano perché l’impossibilità fisica di visitare di persona i luoghi citati spegne anche qualsiasi entusiasmo per le dettagliate descrizioni urbanistiche prive di capacità evocativa.
Va naturalmente molto meglio con le vicende storiche, eppure ad un certo punto si ha la sensazione che l’autore fatichi a mantenere l’unità: si parla della storia di Parigi, ma Parigi è la capitale del regno di Francia e molto spesso ciò che è accaduto in città ha influenzato pesantemente ciò che è accaduto nella nazione e viceversa; da qui, le numerose digressioni su una storia più nazionale che cittadina che costringono poi a brusche sterzate per tornare strettamente in tema. Niente di troppo drammatico e, anzi, sono proprio queste le parti più appassionanti, ma si ha comunque la sensazione di un’unità che sfugge di mano al narratore spesso e volentieri.
Una terza ed ultima critica che mi sento di muovere al libro, forse la più personale, è un’eccessiva attenzione dedicata ai primi secoli di storia, fino al medioevo, a discapito della storia più moderna. A quest’ultima infatti, viene dedicato uno spazio troppo esiguo, considerato anche che parliamo della parte più densa di avvenimenti e più entusiasmante; mentre il medioevo, con le sue storie di santi e le sue guerre barbariche, la fa da padrone per la gran parte del libro. Ho attribuito questa caratteristica ad una probabile preferenza dell’autore e sicuramente i primi secoli di storia parigina sono anche i meno conosciuti e di conseguenza i più degni di essere letti, ma chi si aspettava pagine e pagine sulla rivoluzione francese è bene che sappia da prima di iniziare la lettura che queste non ci sono.
Dall’altra parte, i pregi sono moltissimi, primo fra tutti conoscere (o ripassare, a seconda dei casi) la storia di Francia, infarcita di aneddoti ed episodi curiosi, come per esempio il fatto che la Bastiglia sia stata presa per ben tre volte, di cui la più famosa è soltanto l’ultima.
È un libro deliziosamente sciovinista, e questo non si può negare: se non avete simpatia per i francesi, forse è meglio che ne stiate lontani!
Mi sento di consigliarlo soprattutto a chi ha un amore speciale per Parigi o a chi progetta una vacanza proprio in questa città: non ci ho (ancora) provato, ma penso che sotto il profilo storico-culturale questo libro possa tranquillamente essere usato come guida turistica!
Annachiara |
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