Pensieri e riflessioni su "La stella nera di New York" di Libba Bray
Libba Bray
La stella nera di New York
The Diviners
Traduzione di Donatella Rizzati
Editore: Fazi
Collana: Lain
p. 480 ca.
17,50 euro
Evie O’Neill, dopo aver suscitato l’ennesimo scandalo nella noiosa cittadina di provincia in cui è nata, viene spedita dai genitori a vivere nell’effervescente New York City – e la ragazza ne è entusiasta. New York è la città dei locali, del contrabbando, dello shopping e del cinema, e non passa molto che Evie stringe amicizia con irriverenti Ziegfeld girls e scapestrati ragazzi di strada. Evie però non fa conoscenza solo con le luci sfolgoranti dell’età del jazz, ma anche con gli oscuri anfratti del Museo americano del Folclore, della Superstizione e dell’Occulto, che suo zio Will Fitzgerald – presso cui abita – dirige con l’aiuto di Jericho, uno strano ragazzo sempre immerso nella lettura.
E quando una serie di omicidi a sfondo esoterico e riconducibili a uno spirito che torna dal passato vengono a galla, Evie e suo zio sono chiamati a collaborare alle indagini, e sono proiettati al centro del sistema mediatico. I due si lanciano nelle ricerche, ed è allora che quel misterioso potere divinatorio che la ragazza sa di avere si rivelerà utile a catturare il killer, prima che sia troppo tardi.
Il mio pensiero:
La stella nera di New York è l'ultima opera della conosciutissima Libba Bray, che già con la trilogia bestseller di Gemma Doyle ha venduto più di 1.000.000 di copie. Un nome una garanzia, quindi.
Pubblicato lo scorso 12 ottobre dalla Casa Editrice Fazi, nella collana Lain, sono fermamente convinta sia un successo.
Un bel romanzo corposo che ti avvince dall'inizio alla fine e che ho divorato con la felice consapevolezza che, una volta terminato questo, ci sarà la possibilità di leggere ancora i suoi successivi tre volumi, essendo appunto una tetralogia. Non vedo l'ora che arrivino nelle librerie!
Ho apprezzato fin da subito lo stile molto evocativo; già dalle prime pagine sono stata colpita dalla certezza di aver in mano qualcosa di nuovo e originale.
«Il presagio di un male molto più grande che sta per arrivare»
L'autrice con un linguaggio appropriato all'epoca in cui ha ambientato la narrazione (siamo in America, nella New York degli anni Venti) ha creato dei personaggi unici ed indimenticabili.
In un mondo fatto di ghette, maschiette, rivendite clandestine di alcolici, spettacoli al Cotton Club, allibratori clandestini... si collocano tanti personaggi interessanti.
Prima fra tutti, Evangeline O'neill (Evie o Evil per gli amici): ragazza diciassettenne dal sarcasmo facile, senza peli sulla lingua, furba, stravagante e sicuramente fuori dall'ordinario. A causa di una bravata viene spedita dai suoi genitori dall'Ohio a Manhattan, dallo "zietto" Will, il curatore del museo del brivido e del soprannaturale del posto. Ragazza particolare dall'insolito dono:
«Posso raccontare i tuoi segreti semplicemente tenendo in mano un oggetto a cui tieni
e concentrandomi".
Il romanzo è costellato di altri personaggi come lei dotati, stravaganti e particolari: Jericho, il taciturno assistente al museo dello zio Will, sopravvissuto ad una malattia incurabile; Mabesie, l'amica del cuore di Evie segretamente innamorata di Jericho; Memphis Campbell, il bel diciassettenne dal sorriso stupendo, in grado di guarire le persone con il tocco delle sue mani; il fratellino di Memphis, Isaiah, che a soli sette anni è in grado di prevedere il futuro; Sam Lloyd, ladruncolo di strada in grado di passare inosservato. Theta, ballerina da un passato tormentato in balia di sogni terribili. E ancora le due stravaganti vecchiette, Miss Lilian e Miss Addie, in grado di leggere il futuro attraverso i fondi di thè e le interiora dei gatti... sorella Walker, a conoscenza di qualcosa di oscuro e lo strano Bill il Guercio...
Tra questi, i Divinatori. Persone a cui spetta un'importante missione da compiere perché qualcosa e qualcuno di molto crudele sta tornando...
È questo che rende il romanzo unico ed avvincente. Se poi aggiungiamo una trama da brivido, uno spietato serial killer ed efferati omicidi vi garantisco che non riuscirete a staccare gli occhi dalle pagine. In questo primo capitolo è John Hobbes il cattivo di turno:
Io sono colui che vive, ed era morto; ed ecco, sono vivo per i secoli dei secoli, amen.
Il rituale ricomincia.
Un narratore onnisciente alterna capitoli focalizzati su Evie e su Memphis... Presentando Evie proprio come una stella luminosa dai ricci capelli dorati, ha fatto sì che diventasse il personaggio a cui mi sono affezionata di più.
Con questo romanzo mi capitava spesso, la sera, di chiudere gli occhi e rivivere nella mente le scene lette durante il giorno e fantasticare sul possibile seguito. Riconosco all'autrice l'abilità di avermi fatta sognare come non capitava da parecchio grazie alle sue vivide descrizioni; leggere il suo romanzo è stato come vedere un bel film che non dimenticherò facilmente.
Non manca nulla: colpi di scena, suspense, imprevedibilità, personaggi ammalianti ed attraenti, un po' di brivido, tanta originalità e nuovi amori.
Attendo dunque con impazienza i prossimi capitoli e vi invito a non lasciarvi sfuggire quest'ottima lettura!
Stefania |
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