Pensieri su "Happy Place" di Emily Henry
Da quando si sono conosciuti, al college, Harriet e Wyn sono sempre stati “la coppia perfetta”: stavano bene insieme come il sale e il pepe, il tè e il miele, il pane e il salame . Poi, chissà perché, le cose sono cambiate. Eppure, nonostante siano passati già cinque mesi dalla rottura, ancora non l’hanno detto ai loro migliori amici. Ed è così che si ritrovano a condividere la stessa stanza (e lo stesso letto!) in un cottage nel Maine in cui ogni anno da tempo immemorabile il loro gruppo di amici trascorre una meravigliosa settimana di vacanza per disintossicarsi dal mondo.
Solo che quest’anno Harriet e Wyn mentono spudoratamente... A se stessi perché cercano con tutte le proprie forze di negare l’evidenza, e cioè quanto ancora si desiderano l’un l’altro. Agli altri perché non sopportano di spezzare il cuore dei loro amici. Quindi reciteranno la loro parte: Harriet sarà la specializzanda in chirurgia che non litiga mai, e Wyn sarà il ragazzo affascinante che non si lascia scalfire da nulla. È un piano impeccabile: sono stati innamorati per tanti anni, quanto può essere difficile fingere per una settimana... davanti a chi ti conosce meglio?
Autrice: Emily Henry
Titolo: Happy Place
Titolo italiano: Happy Place. Una vacanza
Editore: Harper Collins Italia
Pagine 442
Uscita: 12 novembre 2024
A differenza dei libri precedenti della Henry (a cui ho sempre dato 5 stelle senza esitazione), questo ha una struttura narrativa passato/presente (inteso come "ricordi di anni dorati e felici"/"realtà più dura da digerire") con un andamento lento (a tratti snervante).
Sostanzialmente, ci sono tre coppie che si amano dal periodo dell'università e che hanno condiviso semestri di studio, appartamenti, feste, scorribande, lunghe estati di dolce follia in un meraviglioso cottage del Maine.
Poi la vita li ha distribuiti: chi a New York come avvocati di successo, chi in una fattoria moderna, chi a fare il medico o lavori meno ambiziosi.
E quando le nozze di due di loro li richiamano al cottage, per un'ultima estate dove rivangare il passato, le basi sono cambiate; la carriera ha richiesto il suo prezzo oppure ha proprio presentato il conto.
Pur essendo sempre brava a creare personaggi sfaccettati, qui l'autrice non ha saputo "scaldarmi": non ho empatizzato con nessuno dei sei (salvo però Sabrina per la tenacia e Parth perché è uno che sa proteggere).
Ho trovato pesanti e tendenti al melodramma Harriet e Wyn, con questa angoscia di non deludere i genitori: perché il dubbio di non essere felice e di vivere un sogno altrui non ti viene mentre ti pagano l'università e tu folleggi con gli amici, ma solo quando arriva il primo giorno di lavoro effettivo?
Infine, chi ha stabilito che c'è un diritto alla felicità individuale e a qualunque costo?
La vita a due o più richiede spesso e volentieri una transazione, tra rinunce e compromessi.
Più che il "tutto e sempre", punterei all'equilibrio.
Nessun commento: