Pensieri su “Un piccolo peccato” di Liz Carlyle
Per sua stessa ammissione, Alasdair MacLachlan è un giocatore e un seduttore della peggior specie, perciò, quando viene bruscamente risvegliato nel mezzo della notte da una giovane che sostiene che la sua sorellina sia sua figlia, le probabilità che dica il vero sono alte. Molto alte. Alasdair non ricorda affatto la defunta madre di Esmée e della piccola Sorsha, ma la ragazza è senza un soldo, e pretende che lui si assuma le proprie responsabilità. La sola idea lo terrorizza, così chiede a Esmée di trasferirsi anche lei nella sua residenza londinese per fare da governante alla bimba. Nonostante la scandalosa proposta, lei accetta, senza sospettare che la passione possa avvicinare gli animi più improbabili…
Autrice: Liz Carlyle
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Oro 259
Ambientazione: Inghilterra, 1810 circa
Uscita: Luglio 2024
Prequel: IL CONTO DEL DIAVOLO (The Devil to Pay)
Prequel: IL CONTO DEL DIAVOLO (The Devil to Pay)
Trilogia "LITTLE":
1) UN PICCOLO PECCATO (One Little Sin)
2) DUE PICCOLE BUGIE (Two Little Lies)
3) TRE PICCOLI SEGRETI (Three Little Secrets)
4) LA SPOSA IN ROSSO (The Bride Wore Scarlet)
Ammetto che il prequel di questa serie si è rivelato così brutto, che ho evitato di recensirlo dopo la lettura. Discorso diverso va fatto per la trilogia "Little", di cui questo è il primo volume, molto accattivante, divertente e apprezzabile.
Tutto parte con la predizione, non proprio rosea, di una zingara a tre giovani gentiluomini, due fratelli e un loro amico. Neanche a farlo apposta, la sera stessa giunge alla dimora londinese di Alasdair MacLachlan una visitatrice inaspettata, ovvero una giovane impoverita con un fagottino al seguito, e quel fagottino parrebbe proprio una figlia illegittima di Alasdair.
Il quale, a sua discolpa, non ricorda nulla, perso in un turbinio confuso di feste, ubriacature, partite a carta, e ancora tanto alcol e plurime amanti.
A trentasei anni, è ricco, titolato, e ferocemente convinto di non voler responsabilità, né legami seri.
Ma una duenne, si sa, è in grado di piegare qualunque resistenza, soprattutto se è sveglia, viziata, cocciuta, e si trova insieme con l'altrettanto testarda sorellastra. Basta poco per essere travolti, senza accorgersene.
E se l'accettazione della paternità di Sorsha è facile, ci vorrà più impegno per convincere Esmée di essere in grado di poter mettere la testa a posto.
Ho preferito la prima parte, a base di capricci e di rituali familiari, piuttosto che la seconda, che è una classica rincorsa d'amore, ma era giusto che Alasdair si guadagnasse la propria svolta esistenziale.
Ora sono curiosa di vedere la profezia all'opera per gli altri due giovanotti.
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