Pensieri su “La sposa dimenticata” di Tessa Dare



Clio Whitmore si è stufata di aspettare che Piers Brandon, il marchese errante di Granville, la porti finalmente all’altare, dopo otto anni di attesa. Ha ereditato un castello, e ora ha racimolato un po’ di dignità e deciso di rompere il fidanzamento. Le serve solo la firma di Rafe Brandon, incaricato del marchesato in assenza del fratello. L’affascinante pugile, però, non è d’accordo con i nuovi piani di Clio. Piers sta tornando e Rafe è determinato a far avvenire il matrimonio a costo di pianificarlo lui stesso. Prima prova a convincerla con i fiori, poi le fa sapere che sarà una sposa bellissima e desiderabile. Ma i problemi nascono quando Rafe inizia a immaginare di essere lui a spogliare Clio dell’abito nuziale…

Titolo: La sposa dimenticata
Autrice: Tessa Dare 
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Classic 1275
Ambientazione: Inghilterra, 1815 circa ( periodo regency )
Premi e riconoscimenti della critica: Premio Reviewer’s Choice Award di Romantic Times nel 2015 come Romanzo Storico dell’Anno (Historical Romance of the Year)
Uscita: Luglio 2024

La serie ‘Castles Ever After’:
1) INNAMORARSI DI UN DUCA (Romancing the Duke)
http://www.sognipensieriparole.com/2024/02/pensieri-su-innamorarsi-di-un-duca-di.html
2) LA SPOSA DIMENTICATA (Say Yes to the Marquess)
3) “When a Scot Ties the Knot”, di prossima pubblicazione.




Era il peccato fatto persona. 
Nessuna meraviglia che tutti lo chiamassero l'Uomo del Diavolo. 
Probabilmente Lucifero lo pagava per fargli pubblicità.


Per iniziare le letture di luglio mi sono precipitata su quest'autrice, che mi ha sempre divertito parecchio, anche se stavolta l'ho trovato meno riuscito degli altri.
La prima parte è brillante e sullo stile spassoso a cui siamo stati abituati: la giovane Clio, dopo otto lunghissimi anni trascorsi ad attendere il promesso sposo (diplomatico all'estero) pensa bene di risolvere ogni promessa e riprendersi la libertà, forte anche di un castello appena ereditato. 
Chiamatela stupida...
Il passaggio obbligato è recuperare il fratello del fidanzato, che ne gestisce gli affari in assenza, ma che si è allontanato dal ton per diventare uno (scapestrato) pugile professionista.

Ebbene, tra iniziali equivoci e battibecchi, le premesse tra i due erano grandiose; tuttavia, anziché concentrarsi su di loro e sul potenziale triangolone amoroso e basta, sono stati aggiunti tutta una serie di elementi di contorno, immagino con lo scopo di arricchire i background della coppia, ma che a mio avviso sono parsi un po' posticci.

La carnagione di Clio aveva più gradazioni di rosa di un negozio di stoffe.

Il tormento di Rafe è reso meglio, anche se il rapporto con il fratello Piers poteva offrire qualche spunto di approfondimento; la famiglia di Clio mi ha lasciato perplessa: da un lato, ha tollerato infinite angherie della madre, sembrando una strana Cenerentola che si salva da sola (con tanto di fata madrina che le procura il castello), dall'altro ha due sorelle, di cui una antipatica a livelli massimi e l'altra con evidenti problemi psicologici (anche se al tempo non era pensabile alcuna diagnosi). 
Infine viene affiancato un amico di Rafe, popolano che si finge wedding planner, a cui sono riservate le battute ruspanti. Però è tutto un po' abbozzato.

Nel complesso, i comprimari sono relegati a macchiette, tutti stranamente eccessivi, mentre la storia d'amore si affloscia e non risulta appassionante; senza contare che resta senza una vera spiegazione la condotta di Piers, novello Ulisse che torna da Penelope, ma pare già abbastanza rassegnato a cedere il ruolo.

Da ultimo menziono il vecchio cane scorreggione; so che tutte le lettrici straniere commentano "so cute" per questa parte, però a me le scene in cui il cane sbava e sporca, mentre i ricchi padroni sorridono con affetto e i domestici accorrono a pulire, ha infastidito. 3,75

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