In una Madrid diventata da poco capitale del Regno e pervasa dalla furia controriformistica dell'Inquisizione, la giovane Luzia Cotado, conversa orfana di entrambi i genitori, cerca di sopravvivere come meglio può, nascondendo a tutti le sue origini e, soprattutto, la sua capacità di compiere milagritos, piccole magie. Un giorno, però, la signora della casa presso la quale presta servizio si accorge del suo dono e di lì in poi la obbliga a farne sfoggio davanti ai suoi ospiti, nel patetico e disperato tentativo di migliorare la posizione sociale della sua famiglia ormai decaduta. Ma quello che inizia come un semplice divertimento per nobili fiacchi e annoiati prende ben presto una piega pericolosa perché Luzia attira l'attenzione di Antonio Pérez, ex segretario ora in disgrazia di Filippo II. Per riconquistare il favore del re, ancora provato dalla sconfitta della sua armada, Pérez decide di indire un torneo per trovare un campione che diventi l'arma decisiva nella guerra estenuante contro la regina eretica d'Inghilterra. Determinata a cogliere l'unica possibilità che la vita sembra volerle offrire per migliorare la sua condizione, Luzia si immerge in un mondo popolato da veggenti e alchimisti, bambine sante e imbroglioni, dove i confini tra magia, scienza e inganno sono tanto labili quanto incerti. Con il crescere della sua notorietà, però, aumenta di pari passo il rischio che i suoi segreti vengano scoperti. Per non finire nella morsa dell'Inquisizione, la giovane conversa dovrà quindi agire d'astuzia, accettando persino l'aiuto di un uomo misterioso temuto da tutti, Guillén Santángel, a sua volta custode di verità che potrebbero rivelarsi letali per entrambi. Nel "Famiglio", Leigh Bardugo tesse una narrazione dove al racconto storico si intrecciano il realismo magico e una storia d'amore emozionante.
Autrice: Leigh BardugoTitolo: Il Famiglio
Editore: Mondadori
Pagine 348
Uscita: 11 giugno 2024
Forse se fosse nata in un giorno diverso, o almeno in un'ora diversa, senza le preghiere per l'anima di una regina che le riecheggiavano nelle orecchie, avrebbe potuto farlo.
Ma non poteva che essere se stessa.
Di solito scrivo le recensioni quasi subito, di pancia.
Ma stavolta mi sono presa un giorno interno di decompressione prima di iniziare la lettura successiva, tanto ero rimasta connessa a questo libro anche dopo averlo chiuso.
Aveva pensato che la paura rendesse la vita interessante? Ma non conosceva ancora la vera paura, giusto? Aveva assaggiato le spezie e le aveva trovate piacevoli.
Ora stava masticando pepe, semi e tutto il resto.
Dimenticate la Bardugo dei fantasy YA e delle ispirazioni russo/slave, dimenticate anche il ritmo di serie tutte colpi di scena e che possono permettersi di essere più leggere, in quanto basate su una base fantastica.
Qui l'autrice parte da un contesto storico realistico, ovvero la Spagna di fine Cinquecento, provata e umiliata dopo lo sbaraglio dell'Invicibile Armada, con un re morente di gotta e una corte che si contende i suoi favori, mentre il potere religioso governa nell'ombra, tra condanne, roghi e torture. Se già di per sé il momento non è buono, la situazione più terribile la patisce chi viene sospettato di eresia o addirittura di essere un converso, un ebreo convertito a forza e che magari di nascosto tenta di preservare le proprie tradizioni.
"Può salvarmi dalla dannazione?"
"Posso almeno cercare di assicurarmi che non sia tu ad attirarla alla tua porta."
In un clima cupo e opprimente (sembra quasi di percepire dentro le pagine i miasmi di una Madrid sporca e infetta) l'orfana Luzia si barcamena come sguattera, occultando le sue conoscenze linguistiche, la sua intelligenza e i suoi doni legati a parole e saperi millenari. L'unica parente che le rimane è una zia, che cerca a sua volta di sopravvivere come amante di un uomo facoltoso.
Ma sarà proprio questa conoscenza, in realtà, a dare il via a tutto.
Per quanto in bilico tra fanatismo e tentazioni oscure, la corte iberica è affascinata da tutto ciò che sa di miracoloso, e ci sono uomini che vanno alla costante ricerca di talismani e di creature che riescano a modellare il fato e la fortuna, finché anche Luzia finisce nella loro rete.
I desideri che si avveravano erano di rado i doni che sembravano.
Si procede lenti, con un sottofondo malinconico costante, ma alla fine è quasi ipnotico, e avevo il terrore di andare avanti perché non ero sicura di sopportare cattive notizie su Luzia e lo Scorpione.
Tuttavia è stata una storia molto bella, originale e profonda, in cui ho segnato tantissime frasi, seminate qua e là, come pietre preziose in uno scrigno.
Triste e sublime.
Ma sbagli a dire che non hai bisogno delle parole. Ne hai bisogno.
Proprio come ne ha avuto bisogno Dio quando ha messo in moto il suo triste orologio.
Le lingue creano possibilità.
A volte nell'essere usate. A volte nell'essere tenute segrete.
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