Pensieri su “Matrimonio normanno” di Julie Garwood
Nell’anno 1066 Guglielmo il Conquistatore si è insediato sul trono d’Inghilterra. Immediata è stata la rivolta della legittima dinastia sassone e lady Nicholaa ha difeso il suo castello con tutte le sue forze.
È riuscita a sfuggire al più valoroso dei guerrieri nemici, il barone Royce, ma infine ha perso. Catturata, è condotta a Londra alla sfarzosa corte di Guglielmo per scegliere un marito tra i cavalieri normanni. Nicholaa non ha dubbi: sceglierà Royce e piegherà finalmente quell’uomo feroce e passionale ma dal cuore gentile, che la confonde. In un clima di subdoli tradimenti, tuttavia, i sassoni tramano ancora contro gli invasori normanni, e il richiamo del sangue e dell’onore rischia di distruggere anche l’amore più intenso e profondo.
Titolo: “Matrimonio normanno”
Titolo originale: THE PRIZE
Autrice: Julie Garwood
Collana: I Romanzi– Introvabili 114
Ambientazione: Inghilterra, 1066
Premi e riconoscimenti della critica: All About Romance DIK (Desert Isle Keeper)
Uscita: giugno 2024
Oggi vado controcorrente, perché affronto un romance storico celebre e molto amato fin dalla pubblicazione nel 1991. So che molte lettrici lo considerano tra i romanzi del cuore, però, per quanto riguarda quest’autrice, pur brava, non rientra tra le mie preferite, e di certo questa storia non mi suscita emozioni positive.
Piuttosto, alla seconda rilettura, e con almeno tre decenni in mezzo, riconfermo il mio imbarazzo per il personaggio di Royce, un barone normanno occupante che espugna un castello (uccidendo nemici e difensori), conquista anche il premio (The Prize e’ il titolo originale), ovvero la figlia adolescente del precedente signore sassone, facendola cedere grazie al ricatto degli affetti familiari, ed è sostanzialmente dipinto come un santo che sa sempre fare la cosa giusta.
Lui sa cosa è giusto per la moglie, lui l’addestra, le spiega la bontà dei suoi ordini e come ora sia lui a gestire tutto, persino il menù del giorno (come voglio il tavolo nella sala, perché è giusto che come signore io decida quaglie per cena e non fagiano, cose assolutamente essenziali di questo genere…).
Non è violento, ma lo fa con il sorriso indulgente, in modo paziente e paternalistico, come un illuminato che spiega le cose a una rintronata.
E Nicholaa, dopo metà libro in cui voleva ribellarsi o ha provato a tenergli testa, si trasforma in uno zerbino che pende dalle sue labbra, vive per lui e per dagli “pace ”. Finalmente comprende che il suo ruolo è offrire pace al guerriero che torna al castello, oltre al letto caldo e tanti eredi.
Certo, al tempo era così, ma non mi è piaciuto questo sviluppo "buonista": Royce, sempre perfettino e vincente, tutto miele e preoccupazione, anche se sta chiudendo una grande catena invisibile al collo della moglie, per me continua a essere disturbante e poco un eroe per cui sospirare.
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