Pensieri su “Aurora dei Cipressi Bianchi” di Mathilda Blake

 
Alla morte del conte dei Cipressi Bianchi, la tenuta nella Val d’Orcia va alle tre figlie, ma solo Aurora è rimasta accanto al padre fino alla fine: l’amore per i cavalli e per quell’angolo magico della Toscana le ha impedito di scappare come le sue sorelle. 

Ora deve combattere non solo per riunire la famiglia, ma anche contro il ritorno del loro vicino, Dante Pratesi, che, certo, è stato adottato dal marchese Bligny, ha studiato alla Regia Scuola Veterinaria dell’Università di Torino e ha frequentato l’alta aristocrazia piemontese, ma resta pur sempre figlio di un buttero e di una contadina. E soprattutto ha ancora il potere di risvegliare le sue fantasie più segrete. Se solo in passato non le avesse già spezzato il cuore…


Titolo: “Aurora dei Cipressi Bianchi”
Autrice: Mathilda Blake
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Passione 236
Ambientazione: Toscana, 1899
Uscita: Giugno 2024



Per chi non lo sapesse, la Val d'Orcia è un angolo con scorci paradisiaci nel sud della Toscana, tra Siena e l'Umbria; io ci sono passata alcune volte, ma se avete in mente certi paesaggi fatti di colline d'erba verde e quasi liscia e viali ombreggiati da eleganti cipressi (paesaggi da film, potremmo dire), avete un po' l'idea di dove sia ambientata la nuova storia di Mathilda Blake.

A questo punto, in effetti, credo che questa scrittrice abbia un talento particolare per scovare luoghi dove si uniscono la natura meravigliosa, in parte ancora incontaminata, e gli animali, da sempre comprimari speciali dei suoi libri.

Ci troviamo a fine ottocento, nel 1899. Nella valle, e precisamente alla tenuta dei Cipressi Bianchi, si piange la morte del vecchio conte, anche se è rimasta solo una delle figlie a occuparsi del suo lascito: la maggiore, Allegra, si è allontanata anni prima a causa di un matrimonio riparatore e ha eretto una cortina di ferro tra lei e la famiglia; la minore, Azzurra, è fuggita a Parigi per imparare l'arte della pittura e non si fa più trovare; resta solo Aurora, la mediana, ragazza pragmatica e decisa a difendere la propria terra, in un'Italia da poco unita e ancora fragile.

Certo, le cose sarebbero più semplici se ci fossero le sorelle a dare supporto e se non fosse tornato l'odiato vicino di tenuta, Dante, erede del marchese Bligny, e pure veterinario, appassionato cavallerizzo, un ragazzo magnetico e audace che ha stravolto le vicende della tenuta e lo stesso cuore di Aurora.
Cinque anni prima quest'angolo di pace e natura è stato cambiato per sempre dal passaggio di Dante e, forse, per ritrovare la pace nel presente c'è ancora bisogno di tornare alle radici e capire chi e come ha commesso errori.

Storia assai piacevole, narrata con il solito stile delicato e intimo della Blake, con sviluppi corali e uno sfondo selvatico che rischia spesso di farla da padrone, tra cavalli, puledrini e qualche vipera.

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