Pensieri su “La Rivincita della Debuttante” di Anna Bennett



Lily Hartley è l’autrice di una scandalosa rubrica che sta ossessionando l’alta società. Peccato che proprio Lily, che scrive di sfioramenti di labbra e seduzione, non sia mai stata baciata e aspetta impaziente il momento in cui toccherà a lei sperimentare i palpiti della passione. Intanto si traveste da spazzacamino per consegnare i suoi articoli al tipografo. È in una di queste sue sortite clandestine che riceve un violento colpo in testa. Eric Nash, duca di Stonebridge, riesce a malapena a salvarla dalla rissa di taverna in cui è finita. Ma Lily, per il colpo, non ricorda più nemmeno il proprio nome. Nash non può che portarla a casa con sé. E più vicino arriverà alla verità, più difficile sarà lasciarla andare.

Titolo: “La Rivincita della Debuttante” 
Autrice: Anna Bennett 
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Classic 1269
Ambientazione: Inghilterra, 1800

La serie ‘Debutante Diaries’:
1) UN AMORE A PRIMA VISTA (First Earl I See Tonight) 
2) LA RIVINCITA DELLA DEBUTTANTE (The Duke Is But a Dream) 
3) “When You Wish Upon a Rogue”, di prossima pubblicazione.




Giunta al secondo volume, non potrei che definire "stravagante" questa serie, nel senso che una lettrice deve sforzarsi per riuscire a calare la storia in un'ambientazione storica passata (1800, tra l'altro).
E se il primo capitolo di queste debuttanti (al momento due sorelle) era un po’ fragile come costruzione, col secondo si continua sul filo del surreale. 
Mi sono immaginata l'autrice: devo scrivere uno storico, ci metto tutti gli ingredienti canonici per un sicuro successo (B come debuttante, D come Duca e L come Londra), e cosa sarà mai se poi aggiungo qua e là anche qualche elemento tipico di uno sceneggiato moderno?

L’idea della rubrica anonima è stata già sfruttata (vedi i Bridgerton, la cui trasposizione televisiva era peraltro all'insegna delle licenze); qui l’eroina (di buona famiglia), dopo aver consegnato il nuovo articolo in anonimato (ma perché non usare un valletto? un ragazzino di strada dietro mancia?), si concede una serata per sperimentare l’ebbrezza della libertà, e tra tanti luoghi possibili sceglie (essendo sola e indifesa, e non abituata a frequentare quartieri popolari?) una bettola piena di risse e ubriaconi molesti.

Come se non bastasse, al tavolo vicino siede - coincidenza -  un duca in incognito.
Vabbè che i duchi spuntano come funghi, ma il nostro eroe è poco duca e davvero troppo alla mano: uno che si prende in casa sconosciute senza problemi, uno che inizia a sedurre una fanciulla di cui non conosce l'età, il nome, né se è sposata o fidanzata. E all'epoca la rovina sociale incombeva in situazioni anche meno compromettenti.
D'altra parte, Lily non fa una piega, anche se un minuto prima ha ammesso di disquisire di amore e rapporti con l'altro sesso solo a livello teorico.
Ne risultano personaggi piatti, oltre che contraddittori, all'interno di una narrazione sviluppata in modo semplice e priva di verve.

Forse ho gusti esigenti, ma, nel complesso, il mio è un grande "insomma"; date le premesse (e gli ingredienti di successo utilizzati) poteva andare molto meglio: questa è la prova che, nonostante la materia prima di qualità, la minestra può risultare comunque poco saporita.

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