Pensieri su "Figlie della notte" di Laura Shepherd-Robinson


Londra, 1782. È una tiepida sera d’agosto e i vialetti lastricati dei Vauxhall Pleasure Gardens sono gremiti di londinesi che passeggiano allegramente sotto le stelle. L’animo gravato da un doloroso segreto, il cappuccio del mantello ben calato sulla testa, Caroline Corsham, moglie del Capitano Henry Corsham, si addentra nel Dark Walk, un sentiero stretto tra gli alberi, dove ha appuntamento con una nobildonna italiana, Lucia di Caracciolo, che ha promesso di aiutarla. Lungo il sentiero incrocia una figura singolare, un uomo con un cappotto nero e una maschera da medico della peste, che procede a passo spedito nella direzione opposta. Giunta sul luogo dell’incontro, una scena raccapricciante si schiude davanti ai suoi occhi: l’amica è riversa a terra, ferita gravemente e agonizzante. Caro fa in tempo a raccogliere le sue ultime, misteriose parole: «Lui lo sa», prima di assistere alla sua morte.

L’indomani, interrogata da Sir Amos Fox, giudice di Bow Street, scopre con sgomento che la donna che credeva amica non era affatto una nobildonna italiana, né si chiamava Lucia di Caracciolo. Tra i pergolati di Vauxhall e nelle taverne e nei caffè di Londra era nota come Lucy Loveless, il nome di una prostituta d’alto bordo.

Benché profondamente turbata, quando Sir Amos Fox liquida il caso come una faccenda di poca importanza, Caro insorge. Racconta dell’uomo col cappotto nero, del documento macchiato di sangue che giaceva accanto a Lucy e che sembra svanito nel nulla, ma le sue parole cadono nel vuoto. A Bow Street non si curano certo della morte di una giovane donna nota come prostituta.
Caro decide allora di affidarsi a Peregrine Child. Ex giudice di Deptford, Child in passato ha goduto di prestigio e rispetto. Ora è ufficialmente un detective privato ridotto a dar la bassa lega e a perdere tempo tra i balordi del Red Lion, una taverna di furfanti da tempo immemorabile. Che il caso di Lucy Loveless, un caso che sembra celare un intricato mondo di artifici, inganni e vite segrete, possa rappresentare, finalmente, il suo riscatto?

Titolo: FIGLIE DELLA NOTTE
Autrice: Laura Shepherd-Robinson
Editore: Neri Pozza
Pagine: 580
Uscita: 11 novembre 2021



Nelle mani sbagliate un segreto è un'arma.


Questo libro è in qualche modo la continuazione di MERCANTI DI SANGUE (la mia recensione qui http://www.sognipensieriparole.com/2024/02/pensieri-su-mercanti-di-sangue-di-laura.html ), perché, se là avevamo come protagonista il capitano Henry Corsham, alle prese con una indagine difficile e sanguinosa in una Londra georgiana cupa e pericolosa, qui diviene protagonista sua moglie Caroline Corsham, mentre Henry è all'estero per incarico della Corona.

Caroline era stata un personaggio negativo in precedenza, infelice e infedele, anche se poi avevamo appreso alcuni risvolti che in qualche modo l'avevano resa più comprensibile e umana.

In questo secondo volume diventa ancor più umana, perché si trova a scontare all'improvviso tutto il prezzo dei suoi errori, della sua solitudine e infelicità. Pur essendo ricca e ben accolta in società, è anche consapevole che, come donna, le basterebbe un piccolo scandalo per rischiare il divorzio o, peggio, l'emarginazione e il ricatto economico dei parenti maschi.
Tuttavia, non si arrende a un'accettazione remissiva che tutti si aspettano: di fronte all'assassinio di una cortigiana, magistrati e nobili le suggeriscono di passare oltre, di ignorare segreti troppo spaventosi.
Invece Caroline assolda come investigatore privato Peregrine (già noto per chi ha letto il primo volume) e si lancia in un'indagine convulsa nella Londra dei postriboli e delle tenutarie, delle aste delle vergini e delle feste dove ogni vizio è permesso a chi ha denaro e influenza.

Caroline osa e rischia la sua vita, senza pensare al suo domani, anche se la soluzione del mistero potrebbe non donarle l'assoluzione per i suoi peccati personali.

Per mio gusto, anche più bello del primo. Caldamente consigliato per chi ama i gialli storici.

Perché dove c'è colpa, c'è rabbia. 
Perché nemmeno quelli in cima hanno l'impunità da un omicidio, 
e la loro caduta, quando arriva, è la più dolorosa di tutte.

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