Pensieri su “Notte dopo notte” di Meagan McKinney

Dopo la morte del padre, specialista nel trattamento dei sordomuti, Alexandra Benjamin deve riorganizzare la sua vita per appianare i debiti ereditati.
Decide allora di rispondere alla lettera in cui lord John Damien Newell chiede assistenza per il fratello. Ma, giunta al castello, la ragazza capisce di aver commesso un’imprudenza: il cupo maniero è popolato da sinistri personaggi e l’atmosfera inquietante ben si addice all’animo del giovane signore che lo governa.
Ogni notte, per di più, presenze spettrali rivelano il persistere del malefico potere esercitato sul luogo da una donna crudele scomparsa da tempo. 


Ma nessun tormento può estinguere la fiamma della passione che ormai è divampata, cieca e improvvisa, nei cuori feriti di Damien e Alexandra…


“Notte dopo notte”
Titolo originale: Gentle from the Night
Autrice: Meagan McKinney
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Introvabili 64
Epoca: Inghilterra, 1858
Uscita: Aprile 2020



Negli anni a seguire, si sarebbe ricordata che era stato il suo nome ad attrarla per primo. 
John Damien Newell. 
Soltanto una firma in calce a una lettera; tre parole scritte con una grafia nitida e arrogante, senza alcun presentimento di ciò che sarebbe avvenuto.


Ero molto curiosa di leggere questo "Introvabile", perchè si tratta di un'opera uscita ben 25 anni fa e che non sono mai uscita a recuperare nell'usato.
Me ne avevano sempre parlato come una sorta di "dark romance" in ambiente storico, che però veniva ben prima del trend recente di romanzi con corredo di bad boy, mafia boy e miliardari "guastati" da traumi infantili.

Devo dire che, in effetti, qui gli elementi del dark ci sono quasi tutti e sono ben dosati a creare un romanzo di tensione costante, immerso in atmosfere volutamente gotiche e paranormal, con una lenta decadenza di cose, persone e anime di fronte agli effetti corruttivi del tempo.

L'elemento più interessante è che nessuno dei protagonisti parte in un ruolo salvifico preconfezionato, ma, anzi, entrambi sono messi in scena da subito con un notevole bagaglio di ombre, dolore e insicurezze.
Alexandra è figlia di un ebreo ed è rimasta orfana del padre, senza più protezioni sociali e senza la possibilità di poter accedere alla carriera medica, lei che per tutta la vita ha studiato e fatto pratica nel campo delle prime terapie per sordomuti. Per anni si è sempre aggrappata all'idea che l'uomo che amava l'avrebbe sposata, ma lui si è poi ben guardato dal violare rigide convenzioni sociali soltanto per lei. Dunque il destino le offre una scappatoia: fuggire da Londra in un maniero vicino a York presentandosi come un terapeuta di nome "Alex".

La sua nuova vita inizia con una menzogna, seppur a fine di bene, e in una specie di contrappasso anche il suo nuovo posto di lavoro si rivela pregno di bugie e misteri, decisamente più gravi dei suoi. Il castello è costruito su cunicoli, ha centinaia di stanze e di ali disabitate, è abitato da domestici terrorizzati da presenze e manifestazioni. 
Inoltre il datore di lavoro è un neobarone, bellissimo quanto lacerato, saltuariamente gentile quanto scostante, incapace di rapportarsi con le persone e di amare in modo "normale". Tanto Alexandra entra in modalità "dobbiamo agire", tanto lui si sottrae, ne ha paura, paura di contaminarla, avendo già deciso di non avere possibilità di redenzione.

Non aggiungo altro: la trama è intricata, in un continuo svilupparsi di accadimenti e di rivelazioni, e tiene avvinti sino al gran finale. 
Personalmente, l'ho letto in un giorno, stando alzata fino a tardi per terminare la lettura. Ci sono pagine molto belle, squarci struggenti, Damien non è un eroe puro, ma paga sino all'ultimo traumi mai rimossi e una grande solitudine.

Consigliato per un genere diverso.

Amarilli

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