Pensieri su "LA RINASCITA DEL DUCA" di Lorraine Heath

Londra, 1874 - Henry Stanford, Duca di Lovingdon, ha smesso di vivere una fredda mattina di due anni prima, quando il tifo gli ha portato via l'amata moglie e la loro bambina. Ha quindi mandato al diavolo l'onore e ha annegato il dolore nell'alcol, nel gioco d'azzardo e nei letti scaldati da amanti sconosciute, trascinandosi in un'esistenza inutile.

Per questo, benché nutra stima e affetto per Lady Grace Mabry, sua amica d'infanzia, è con un certo disappunto che accetta di aiutarla a distinguere tra i numerosi pretendenti uno che sia interessato davvero a lei e non alla sua generosa dote. 


Ma più le sta accanto, più ha la sensazione che nessun uomo sia abbastanza per Grace né la possa amare come merita. Nessuno tranne lui, che però ha troppa paura di far tornare a battere il suo cuore ferito.

Titolo: La rinascita del duca
Autrice: Lorraine Heath
Serie: (Scandali a St. James's #1)
Editore: Harper Collins
Collana: I Grandi Romanzi Storici Special
Uscita: Giugno 2017



Era sempre stata una creatura complessa, difficile da definire, che non si accontentava della banalità. Un solo profumo non le bastava. E neppure un solo gentiluomo, a giudicare dalle conversazioni che, senza prestare loro troppa attenzione, gli capitava di sentire nelle case da gioco.


Questa serie della Heath sinora non l'avevo ancora "annusata", ma grazie all'abbonamento con Kindle Unlimited in queste settimane sto facendo una scorpacciata di storici, per cui mi sono dedicata intanto al primo volume.
In realtà, essendo abituata a un tenore alto come qualità dei libri di quest'autrice, stavolta sono rimasta poco soddisfatta. 

Il mio giudizio si potrebbe spaccare a metà: da un lato, i personaggi sono molto particolari e la psicologia di entrambi risulta ben approfondita (pur essendo giovanissima, lady Grace è sopravvissuta a una malattia grave, mentre il duca di Lovingdon ha perduto la prima moglie e l'amatissima bambina; dunque entrambi si caratterizzano per profonde cicatrici, nell'anima e nel fisico); dall'altro lato, la trama mi è parsa molto debole, costruita attraverso una serie di quadretti abbastanza ripetitivi, dove la giovane debuttante (nome in codice: Piccola Rosa), innamorata da sempre di lui, cerca in ogni modo di convincere l'inconsolabile vedovo a concedersi una seconda occasione con il solito giochetto della gelosia e della caccia al fidanzato ideale (per lei).

In realtà ho trovato più di una scena poco credibile: come fa una diciannovenne che tutti cercano di preservare dallo scandalo a presentarsi nella camera del duca ad ogni ora del giorno e della notte, scoprendolo ovviamente o nudo o ubriaco o comunque non al meglio? 
Dubito che la lady potesse entrare e muoversi in casa indisturbata. A parte l'orda di maggiordomi e lacchè che potevano bloccarla (ripeto: è la dimora di un duca, non una locanda), si suppone che non potesse trovare la stanza giusta in una casa dove non dormiva abitualmente...
Cioè, lei bussa e lui apre, per di più déshabillé, come nulla fosse?

Peraltro avrei dato anche di più di 3 stelline, però l'ultima parte è tirata per le lunghe, con aggiunta di scene prive di utilità, e una scivolata nel prolisso zuccheroso che ho faticato a digerire.


«Che effetto fa un amore così grande?». Abbracciava tutto, permeava ogni cosa. Come esprimere a parole un sentimento che sfidava ogni definizione? «Si ride, si sorride. Si condividono segreti che nessun altro conosce. Si comunica senza bisogno di parlare. Si sa sempre cosa pensa l'altro. Aleggia un senso di euforia. Però tutto questo ha un costo, Grace. Perderlo rischia di distruggervi, di trasformarvi in un guscio vuoto.»

Amarilli

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