Pensieri su "BLOOD TYPE" di K.A. Linde


Reyna Carpenter non ha avuto scelta. Per sopravvivere in un mondo oscuro, in cui soldi e potere sono in mano a una ristretta élite, ha deciso di vendere il suo corpo. E così è diventata un'escort, destinata a soddisfare la sete di sangue del magnetico e pericolosissimo Beckham Anderson. 

Beckham è un vampiro. Ancora più bello, ricco e potente di come Reyna si era immaginata. Ma c'è una cosa destinata a sconvolgere tutte le sue certezze: Beckham non ha intenzione di bere il suo sangue. In un mondo lacerato da una spietata guerra per la sopravvivenza, Reyna imparerà che ognuno è costretto a indossare una maschera. 

E che dietro quella di Beckham si nasconde un segreto inconfessabile...

K.A. Linde
Blood Type
Blood Type Series #1
Editore: Newton Compton
Uscita: 28 dicembre 2019




Un gran polpettone che mixa Twilight (le cose peggiori di Twilight), Intervista col vampiro e qualche serial tv con IT-girl e milionarie che fanno shopping. 
Ah, ecco, dimenticavo Hunger Games!!! 
C'è un'élite di pochi umani/vampiri che ha preso il potere e domina il mondo, tenendo il popolo umano alla fame. E servendosi del popolo umano per la propria fame, è il caso di dirlo, perché i vampiri li tengono come dipendenti-sacche di sangue a pagamento.
L'idea potrebbe anche essere passabile, se non fosse che non viene praticamente spiegato nulla: c'è stata una guerra? Da quando sono apparsi i vampiri?
Boh. 
Vi basti sapere che ci sono, che sono bellissimi, ricchissimi, elegantissimi, cattivissimi, ecc. e che tutti vorrebbero far sesso o essere morsi per raggiungere quel santo orgasmo a base di endorfine che non si nega a nessuno. 
Scontato, prevedibile? Non è che l'inizio.

Poi abbiamo la nostra Reyna (sì, è un romanzo visto dal suo POV, quindi preparatevi a ciucciarvi tutti i suoi pensieri, ovvero una serie infinita di esitazioni e contraddizioni che ondeggiano nella sua testa). Si tratta di una ragazza senza arte né parte, che vive facendosi mantenere dai suoi fratelli e non ha studiato a causa della povertà (primo dubbio: perché non lavora insieme ai suoi fratelli? Non pervenuto). 
Non conosce il mondo, non ha viaggiato, non ha mai avuto un cellulare, non guida, patisce tanta fame e vuole solo essere assunta dalla Visage (ebbene sì, i Vampiri sono manager e agiscono con tanto di struttura corporate...). In più ha un ex-fidanzato che la trattava da ragazza-oggetto.
Insomma, non proprio una gran vita.

Ma, capperi, ecco il colpo di fortuna: si ritrova promossa a un nuovo programma, dove diviene accompagnatrice fissa del vicepresidente senior della Visage.
Cambio di vita altrettanto stereotipato: palazzone, attico, Jacuzzi, cabina-armadio chilometrica, carta di credito "black". Più che vampiri, sembra lo scenario di altre mille serie erotiche pubblicate.

Solo che lui non la tocca. Proprio no. 
Non la morde, non la sfiora, non se la beve.
Dunque cosa volere di più? Reyna può aiutare i suoi fratelli, può comprarsi vestiti e mangiare, ecc. e il vampiro cattivo è sempre al cellulare.
E no, inizia una sequela di lamentele infinite da casalinga disperata (ma dai..), perchè lei ha i vestiti, i perizomi di pizzo, il mega-SUV e la guardia del corpo, ma lui non la guarda. Rimane indifferente!!!
Il giorno prima vestiva di stracci, il giorno dopo di diamanti, ma non le basta...
E così comincia a fare i dispetti, eh: scappa, disobbedisce, si veste come vuole, una vera rivoluzionaria a colpi di fughe in discoteche proibite, berretto con il frontino e blu jeans!

Altro stereotipo: avete presente la protagonista stupida che si caccia sempre nei guai? Quella che in qualunque posto stia, basta che giri l'angolo e va a finire male? Eccola là. 
All'ennesima scena di aggressione o di lei che si perde, identica alla precedente, pensi davvero che Reyna faccia rima con cr...tina, e non è solo una rima.
Dopo trenta pagine già non lo tolleravo e diventa sempre peggio, con una scena più scontata dell'altra (vedi i vampiri tutto sesso e orge; vedi lei che non aveva mai indossato i tacchi ma in realtà è una creatura mozzafiato, ennesimo cliché, che attrae tutti i vampiri, visto che qualcosa in lei li fa impazzire...)

Non vado oltre. Avrei potuto anche accettarla come storiella nella media, ma c'è l'aggravante che da un certo punto in poi si vuole far passare la nostra per un difensore degli oppressi. 
La nostra Reyna vuole cambiare le cose, lo vuole davvero. Lei (adesso che è ricca) sa bene che i soldi non danno la felicità (!) e vuole  l'uguaglianza e il riscatto dell'umanità...

C'è più di un buco narrativo e tanti momenti inutili. 
Mi sono annoiata.
NON attenderò il secondo.


Amarilli

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