PENSIERI E RIFLESSIONI SU “L’AMORE CONTA “ DI CARMEN LATERZA
Autore: Carmen Laterza
Titolo: L’amore conta
Editore: self
Pagine: 286
Pubblicazione: 14 Aprile 2014
ISBN 1499107951
Trama - E se tradire fosse necessario? Se servisse davvero a capire che in fin dei conti si tradisce solo ciò che si ama? Irene è sposata da due anni, Luca è un marito un po' assente ma innamorato, eppure lei si sente inquieta, insoddisfatta; alla soglia dei quarant'anni le sembra che la vita le stia scivolando via. Una notte, un po' per noia e un po' per curiosita, decide di iscriversi a Meetic, un sito di incontri. Comincia così una doppia vita, scandita dall'alternarsi di appuntamenti clandestini, a volte grotteschi altre al limite del perverso, che la condurranno ad allontanarsi da tutti gli affetti più cari. Incastrata in una vita in cui ormai non si riconosce più, tra un matrimonio che sta per crollare, un difficile rapporto col padre e la sempre più incalzante necessità di sentirsi libera, Irene intraprende una sorta di educazione erotico-sentimentale fino a perdersi completamente alla ricerca di una propria maturità emotiva. Sarà l'amore a ritrovarla, quello che si prova per gli altri e per se stessi, quello che si riceve e quello che si dà; perché nella vita "l'amore conta, e sa contare". "L'amore conta" è un romanzo sul desiderio e sul disprezzo, sul confine tra il giusto e l'immorale, in bilico tra il regno della perdizione e quello della salvezza.
Il pensiero di Amarilli73
Se un tempo l’amore ha gettato un ponte tra due sponde lontane, ora resta solo il filo sottile della distanza a segnare la fragile unione delle nostre anime straniere.
Se l'efficacia di una storia si vede da quanto ti ha fatto arrabbiare, allora questo libro ci è riuscito.
Da quando ho iniziato a leggere di Irene, anzi, mi sono ritrovata dentro a Irene (perché la vicenda è narrata in prima persona), ho avuto una costante sensazione di fastidio e di insofferenza.
Perché Irene è un personaggio odioso, odiosissimo, una delle peggiori frignone in cu mi sia imbattuta, un'insoddisfatta cronica che non sa cosa vuole né cosa le piace. Semplicemente il mondo gira in un modo che lei non riesce a comprendere e attribuisce la colpa della sua insoddisfazione a tutti (o al povero marito che è felice con il suo lavoro e il suo golf o al povero padre che non ha pagato abbastanza per i lutti del passato o i poveracci che si iscrivono a Meetic per cercare sesso rapido e indolore, o all'ex-amica del cuore che si è accontentata, la meschina!, di fare la mamma) meno che a sé stessa.
Insomma una protagonista da prendere a martellate dall'inizio alla fine.
Ma poi ti accorgi che, in fondo, siamo circondati da tutte queste Irene e che il nostro mondo è pieno di piccole Irene ipocrite e mediocri, e avverti in questo la trasparente bravura della Laterza che è riuscita a descrivere una donna senza baricentro, una donna in bilico sul nulla e che, per sua stessa ammissione, non è più figlia né moglie né madre. Una donna senza talenti e senza un perché, ma che tuttavia esiste e che vuole cercare suo malgrado una ragione per giustificare la sua esistenza nel mondo.
Bello anche il finale. Temevo uno scivolone buonista, ma l'autrice ha mano ferma e tira dritto, con mia soddisfazione.
Plauso anche alla scrittura, lucida e pulita (forse in qualche punto avrei preferito maggiore leggerezza, ma capisco che qui era più forte la volontà di scavare dentro).
Amarilli73 |
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