Pensieri su "La verità sul caso Harry Quebert" di Joël Dicker



Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. 
Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d’America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell’oceano. 
Convinto dell’innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trent’anni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo.

La verità sul caso Harry Quebert
di Joël Dicker
Editore: La nave di Teseo
Uscita: 8 novembre 2022
784 pagine




Impara ad amare i tuoi fallimenti, Marcus, perché saranno loro a formarti. 
Saranno i tuoi fallimenti a dare sapore alle tue vittorie.


Forse ho sbagliato a leggerlo durante le serate più calde e afose dell'estate, ma ho davvero faticato nel finirlo, sebbene sia un libro molto amato. 

I personaggi mi sono parsi finti, al di là di essere collocati in un romanzo, e parlano come se fossero in un film. 
Prendiamo per esempio i due principali: Marcus e lo stesso Harry, allievo e mentore. Per almeno metà libro sembra un dialogo tra sordi, con ripetizioni estenuanti: "Cosa vuoi fare, ragazzo?" "Voglio diventare un Grande Scrittore". "Ti insegno io, che sono (ovviamente) un Grande Scrittore (meglio, uno dei più grandi d'America), a diventare un Grande Scrittore." 
E, poi, questo volerne fare una professione precisa, unica, con le iniziali maiuscole: come se, in un mondo di scrittori, passasse l'autobus riservato ai Grandi, e ci fossero dei trucchi precisi per accaparrarsi il biglietto.

In realtà, è angosciante il loro vuoto: Harry che arriva ad Aurora e inizia mentire fin da subito (fingendo di essere ciò che non è) e Marcus terrorizzato dal non riuscire a scrivere più una riga, non tanto perché è infelice per non esprimere più la sua creatività, bensì perché perderà il successo appena raggiunto. Al di questo c'è il nulla: zero relazioni, zero famiglia, zero responsabilità per qualcuno a carico, soprattutto zero piano B. 
Sono due uomini privi di alternative che si puntellano l'uno con l'altro.
Due mesi massimi che si osannano a vicenda e che hanno un ego smisurato (non per nulla uno si autoglorifica come "il Formidabile", mentre l'altro vive come fosse il novello Byron tra i villeggianti sulla costa, quasi compiacendosi dell'aria da cattivo maestro).
 
I famosi consigli di vita sono di un'ovvietà disarmante, infatti la frase più sensata viene da un personaggio minore: L'amore è un trucco inventato dagli uomini per non dover fare il bucato!

Nel complesso, se doveva essere un thriller, il ritmo è sonnolento e il gran finale è una sagra in cui ci entra/passa di tutto: mi resta quel N-O-L-A ripetuto all'infinito (e onestamente non so se avvicinarmi ai seguiti).

Nessun commento:

Powered by Blogger.