Pensieri su "Il sole di sera" di Sabrina Grementieri

 


Marianna è una giovane donna che vive in un furgone camperizzato e lavora come stagionale negli alberghi.
Quindici anni prima, dopo una brutale aggressione che le ha causato una parziale perdita di memoria, ha lasciato la famiglia, con cui aveva pessimi rapporti, e ha scelto una vita solitaria. Zero legami, zero affetti, sempre pronta a partire al primo segnale di disagio.
Quando il furgone ha un guasto improvviso, Marianna è costretta a fermarsi in un antico borgo ristrutturato sull’Appennino tosco-romagnolo: un luogo incantevole, popolato da gente ospitale e curiosa.
In attesa che la sua casa mobile venga riparata, trova lavoro nel ristorante del paese: lei è un’ottima cameriera e Benno, il titolare, è entusiasta.
Tra i due nasce una forte attrazione, che Marianna cerca di soffocare: non ha alcuna intenzione di stabilirsi tra quelle montagne, dunque meglio non affezionarsi a nessuno. Ma la cuoca del ristorante, Anita, rimane sbalordita dalla somiglianza della ragazza con una sua amica d’infanzia. E inizia a indagare.
Quanto emerge dal passato sconvolge la vita di Marianna, che si trova a dover fare i conti con verità troppo a lungo nascoste. Fermarsi e affrontarle sarà l’unico modo per trovare un po’ di pace e smettere di fuggire.

Titolo: Il sole di sera
Autrice: Sabrina Grementieri
Editore: Love
Pagine: 473
Uscita: 6 marzo 2024



Il mio consiglio spassionato, nel momento in cu vi approcciate a questo bellissimo e intenso nuovo romanzo di Sabrina Grementieri è questo: non leggete la sinossi. Fidatevi, non la leggete, perché a mio avviso svela troppo e subito.

Invece questo libro è un percorso e, come tale, va affrontato scoprendo poco a poco gli indizi e le sorprese che l'autrice ha preparato per il lettore; è un percorso in cui veniamo accompagnati con delicatezza, partendo da un prologo in cui siamo spaesati e parecchio all'oscuro, e dove ci troviamo a provare la stessa confusione della protagonista, Marianna, una ragazza in viaggio con il suo amato camper-casa, una ragazza in fuga da una casa che non è la sua e diretta a trovare posti nuovi, sempre e comunque ben lontani dalla casa in cui è cresciuta.

Capiamo subito che Marianna è una ragazza fragile, che soffre di incubi, e che la sua unica forza è non legarsi a nessuno, non affezionarsi a un posto o a delle persone perché teme di deludere, di essere giudicata e magari incolpata per la stessa cattiveria che in qualche modo le ha riservato il prossimo.
Così la sua esistenza è una macchia veloce su quattro ruote che attraversa l'Italia in su e in giù, andando dove trova lavori stagionali, sempre pronta a ripartire e a non guardarsi indietro.

Finchè il destino non la costringe a una sosta forzata: il camper è rotto, mentre il borgo in cui si ferma le manda strani impulsi al cuore: un minuscolo agglomerato, quasi abbandonato, in cima agli Appennini, giusto sul confine tra Toscana e Emilia-Romagna.
Poche case e un ristorante, ma le persone che ci vivono accolgono Marianna e non la lasciano più andare. Seppur riluttante, Marianna si apre alla speranza come la natura incantata dei boschi e dei prati che la circondano; prova a creare relazioni, sperimenta l'amicizia, osa l'amore.
La struttura del libro non si regge soltanto su di lei; tutti i favolosi abitanti del borgo danno il loro prezioso contributo. E poi c'è Benno, sulla cinquantina (poco più/poco meno), un uomo ancora in grado di sorridere e di credere a piccoli grandi sogni.

Anche stavolta l'autrice riesce a regalarci un personaggio femminile in crescita, una donna che ha un passato e che si sceglie un futuro, che si trova nel mezzo di un lungo viaggio, appunto, ma riesce comunque a tornare a casa.

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