Pensieri su “Il ferro e la seta” di Pitti Duchamp

 

Il barone Ferrante De Martis ha tutto sotto controllo. Nessuno nelle sue terre si sognerebbe di disubbidirgli, tantomeno ora che Napoleone è arrivato in Toscana. Finché non giunge Antonia Moretti al seguito della cugina Bianca, la sua promessa sposa. Altezzosa, arrogante, Antonia è la creatura più bella che Ferrante abbia mai visto, e come tutta la famiglia crede che lui sia una bestia rozza e incivile. Loro saranno anche privi di titoli, ma almeno conoscono l’educazione. Per fortuna non è Antonia a doverlo sposare: lei andrà a Parigi, dove sarà introdotta alla corte imperiale. Per quanto impossibile, però, quell’uomo terribile e bellissimo, con occhi così dolci, si rivela un mistero sempre più intrigante…

Titolo: Il ferro e la seta
Autrice: Pitti Duchamp
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Passione 234
Ambientazione: Granducato di Toscana, 1799
Uscita: aprile 2024




Sono portata a pensare che questo nuovo romanzo sia stato scritto di getto, dietro l'impulso di un'ispirazione convinta e continua, perché assomiglia a una grande fiamma che brucia sin dalle prime pagine, tra ricostruzioni storiche, passioni violente e azioni impetuose, e ci porta dritto alla fine.

La Duchamp sceglie un ambiente toscano che ama e la dimostrazione è che i suoi personaggi, principali e comprimari, sono toscani veraci. Persino nei dialoghi mi pareva di sentire pronunciare le battute con quell'accento e con quella musicalità caratteristica.

Ci troviamo a fine Ottocento. L'Italia è ancora un puzzle di staterelli e colonie straniere: il Granducato di Toscana, uno dei pochi ancora autonomi, langue stretto tra le rivalità italiche e le potenze degli austriaci e dei francesi. Questi ultimi, in particolare, sono alla porte, sulla scia degli ideali rivoluzionari, che tanto piacciono agli intellettuali, ma che si concretizzano, di fatto, in invasioni, razzie e angherie per popolazioni già impoverite e gravate da pochi diritti e tanti balzelli.
Il barone De Martis è scaltro e avveduto a livello politico, proprio per questo non illuso. Riesce a stare al fianco della sua gente e sa sporcarsi le mani quando occorre, anche se questo lo porta a schierarsi in segreto contro gli occupanti francesi.
Sta per sposarsi, un matrimonio combinato che gli porterà una ricca dote; ha un'amante; la sua unica preoccupazione è mantenere terre e uomini di cui è la guida e il protettore, al di là dei nobili natali.

Ma se Bianca, la promessa sposa, è una fanciulla altezzosa e distante, è la cugina che porta la tempesta a casa sua. 
Antonia parte arrogante e imbevuta di simpatie esterofile, ma riesce gradualmente a colmare le differenze sociali. Tra incomprensioni e tentativi maldestri di imparare a rapportarsi con la gente del barone, scava un foro nel cuore di Ferrante e lì si pianta, salda e forte.
Un orso con un caratteraccio non facile e una giovane donna testarda e ribelle.

Mi è piaciuto molto, l'ho sentito pieno di vita ed emozioni, sanguigno, con figure non perfette, volubili ma sincere.

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