Pensieri su “Appassionata” di Virginia Henley



Una tremenda carestia sta devastando da due anni l’Irlanda: i bambini muoiono al seno delle madri, le donne chiedono l’elemosina nelle strade e gli uomini si riuniscono in bande per rubare. La miseria imperversa ovunque. La giovane Kitty Rooney, dai lunghi riccioli di seta color ebano e dai grandi occhi di velluto marrone, pronuncia fra sé un solenne giuramento: un giorno diventerà molto, molto ricca. Ed è proprio in quel momento che nella vita della bellissima zingara irrompe prepotentemente l’aitante Patrick O’Reilly, dal fascino irresistibile e dallo smisurato patrimonio, che sembra decisamente fare al caso suo. Ma il prezzo da pagare è troppo alto, così, nonostante le labbra di lui promettano il mondo, Kitty fugge. Eppure il ricordo di quell’abbraccio sensuale che l’ha resa donna…

Titolo: Appassionata
Virginia Henley 
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Introvabili 108
Ambientazione: Inghilterra + Irlanda, 1847 (epoca vittoriana)
Uscita: dicembre 2023



Purtroppo, nel quartetto di uscite di dicembre questo è l'unico che non sono proprio riuscita ad apprezzare.
Come sapete, ho scelto da tempo di parlare di una lettura anche se negativa, perché credo sia corretto dare conto del proprio giudizio, pur motivandolo, e perché resta comunque una questione di gusti soggettivi. Per dire, spesso e volentieri sono riuscita a vedere aspetti da salvare in libri che avevo visto invece sonoramente bocciati altrove.

Comunque sia per me è no. Assolutamente no.
Ci troviamo in epoca vittoriana, durante la grande carestia irlandese, quando, di contro a milioni di persone che patiscono fame e povertà, in Inghilterra si sviluppa un florido settore industriale, al prezzo di altrettanti operai rinchiusi nelle fabbriche, al buio, al caldo o al freddo, e nella più totale assenza di diritti.
Ma, forse, l'ambientazione è l'unica cosa ben descritta, oltre a costumi e mentalità del tempo.

Quel che non sono riuscita a digerire è proprio la storia d'amore principale. 
Si tratta di un rapporto addirittura non consensuale, orrido, dove il ricco imprenditore belloccio si approfitta di una ragazzina affamata e minorenne, elemento su cui l’autrice glissa (con il fastidioso sospetto che, siccome è descritta come gitana, ci sia l’idea che lei sia comunque più “matura” e maliziosa delle ragazzine di buona famiglia inglesi).
Tutto si giustifica in nome del fatto che, poi, l’eroe tossico (dopo molto tempo e 340 pagine!) capirà che la poveretta è la donna giusta per lui, anche come compagna duratura di vita.

A parte questo, è un romanzo inutilmente lungo e spesso noioso.
E Patrick è tossico, punto.

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