Pensieri su “La seduzione del fuoco” di Francesca Redeghieri
Nathaniel Kerrish, conte di Weybourne, è tornato da Waterloo con il corpo e l’anima segnati dal fuoco. Ombroso, oscuro, cela le sue cicatrici rimanendo segregato nel Norfolk, finché un caro amico gli chiede un favore che non può rifiutare: realizzare il sogno della donna più insopportabile e provocante che abbia mai conosciuto. Alisée Delamere è appena arrivata dalla Francia e vuole solo trovare un luogo sicuro per sé e per i suoi cavalli. Essere imbrigliata da un marito è l’ultima delle sue intenzioni. Ma l’incontro con Nathaniel non è come si aspetta. È un incendio che divampa a poco a poco e, quando le fiamme li avvolgeranno, scopriranno che, a volte, è proprio nel punto più fragile del cuore che si cela il battito più seducente.
Autrice: Francesca Redeghieri
Editore: MondadoriCollana: I Romanzi - Classic 1287
Ambientazione: Inghilterra, Norfolk, 1817 (Regency)
Uscita: marzo 2025
La serie ‘Carnaby Club’:
1) SUSSURRI NEL VENTO di Barbara Riboni
2) LA SEDUZIONE DEL FUOCO
Con questo secondo romanzo riprendiamo le vicende del gruppo di nobili inglesi ritornato in patria dopo la vittoria su Napoleone e che sono rimasti in contatto tra loro, vuoi per amicizia, vuoi per rapporti di mera conoscenza. In realtà, il fulcro dovrebbe essere il Carnaby Club, un circolo esclusivo creato da uno dei personaggi e di cui pian piano tutti dovrebbero diventare soci; al momento faccio ancora un po' fatica ad orientarmi e, probabilmente, è una mia mancanza, perché, non avendo letto la serie principale (La Confraternita dei Leoni) mi sfuggono dettagli che invece salteranno subito all'occhio alle lettrici affezionate. Per mio gusto, avrei preferito una breve introduzione sul contesto e sulla cornice della serie, o magari una legenda dei personaggi, vecchi e nuovi.
Venendo al romanzo vero e proprio, pur trovando il secondo capitolo piacevole e con un protagonista maschile parecchio intrigante, mi ha coinvolto meno di quello d'apertura.
L'autrice è comunque abile a tessere i dialoghi e a imbastire una storia d'amore giocando con la metafora del fuoco, in senso positivo e negativo.
Il perno di tutto il romanzo è senza dubbio Nathaniel, reduce e sopravvissuto a gravi ferite fisiche che gli hanno portato delusioni in amore e diffidenza verso i rapporti sociali, costringendolo a una vita solitaria, piena di repulsione per il proprio corpo sfregiato e di terrori vari (persino per il semplice gesto di venire toccato).
Nathaniel è un drago, annerito dalla sofferenza e arroccato nella sua rocca: soltanto un sentimento davvero potente può spingerlo a uscirne e a ritornare a sperare. E questa persona potrebbe essere Alisée, origini francesi, dotata di una chioma dello stesso colore delle fiamme che tanto hanno traumatizzato in passato il conte, e con una grande passione per i cavalli.
Se, d'istinto, ho amato subito lui, ho provato meno affinità con lei: mentre Nathaniel, dopo una naturale freddezza, incomincia a scaldarsi e a ravvedersi, lei continua a fare un passo avanti e due indietro, finendo per apparire ripetitiva nel trovare scuse per posticipare il lieto fine.
Talora la coppia rischia di perdersi in un tira e molla, che per me è risultato un po' frustrante, nonostante la trama complessiva sia puntellata da sapienti momenti drammatici.
Menzione per la zia, una grande e saggia donna, al di là delle apparenze.
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