Pensieri su “Cuore di lupo” di Ornella Albanese

 
Il caparbio Alessandro di Iesi, braccio destro di Federico II, conquista il feudo di Montalto, espropriando la famiglia che da sempre ne detiene il potere. In poche ore Irene si ritrova senza casa né padre, ucciso per mano nemica. La sua unica speranza di salvezza è sposare il cavaliere che potrebbe tutelare i diritti dei Montalto. Evandro di Cerrano, però, non accende il suo sangue e la sua fantasia. Ma soprattutto, Alessandro continua a tormentarla. Del resto si è fatto strada nei ranghi dell’imperatore con selvaggia disperazione e ora, come nuovo feudatario della regione, ha diritto di esercitare lo ius primae noctis. Sarà proprio quell’uomo dal fascino magnetico e dallo sguardo crudele il primo a giacere con lei. Ma non è forse quello che Irene desidera?


Titolo: “Cuore di lupo”
Autrice: Ornella Albanese
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Oro 267
Ambientazione: Italia, 1221
Uscita: Marzo 2025




Questo storico, un classico di Ornella Albanese tornato in edicola come Oro, è stata una lettura per me un po' travagliata.

In primo luogo, l'ho trovato assolutamente coerente con l’epoca storica: castello espugnato, vecchio signore ucciso, nuovo castellano che esercita lo ius primae noctis nei confronti della protagonista.
Infatti, per l’ambientazione sono quattro stelle piene, anche perché l'autrice ha l’abilità di riuscire a trasportarti all’interno di un castello del 1200 con un realismo impressionante, tra vita quotidiana, terrore di fronte a un assedio, ripresa di vita dopo il pericolo scampato e passaggio di poteri.

La mia soddisfazione è stata però meno piena, dal punto di vista del romance.
Ho trovato la prima notte difficile da accettare, non tanto perché il protagonista è un tronfio prepotente, ma perché lei è arrendevole in modo molto rapido, passando da fanciulla tremante alla modalità tutta-un-brivido-di-eccitazione.
Ora, ti ha ucciso il padre che amavi davanti agli occhi, ti ha portato via futuro e certezze, ti ha rapita dalle tue nozze come una sua "proprietà" e unicamente per un unico scopo (…), dopo aver peraltro dichiarato ad alta voce che era un uomo che rifuggiva certe sopraffazioni (visto che il genere femminile gli cadeva letteralmente ai piedi): perciò comprendo il dover abbozzare e adeguarti alla triste realtà, ma lascia passare un paio di giorni di decenza… Sarò brutale, ma il cadavere di chi amavi non si è ancora raffreddato. 

In generale, la violenza romanticizzata per me può avere un senso se poi il protagonista si riscatta in qualche modo o espia la propria colpa, andando incontro a un processo di crescita ed evoluzione, oppure sopportando una quantità consistente di avversità (lo so, è un contentino, ma ti rende più tollerabile quanto accaduto in precedenza); invece, dopo averlo dovuto tollerare da subito come eroe solo perché leale guerriero di Federico II, assistiamo a un'ulteriore glorificazione nel resto del libro, basata sul fatto che l'antagonista nella trama è decisamente peggiore di lui.

Concordo che Irene è una fanciulla del suo tempo, che riesce a salvarsi con i pochi mezzi a sua disposizione, ma Alessandro di Iesi è il male minore, non l’eroe della situazione. 
Per mio gusto è poco per farne un eroe romance.

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