Pensieri su “Cuore di lupo” di Ornella Albanese
Il caparbio Alessandro di Iesi, braccio destro di Federico II, conquista il feudo di Montalto, espropriando la famiglia che da sempre ne detiene il potere. In poche ore Irene si ritrova senza casa né padre, ucciso per mano nemica. La sua unica speranza di salvezza è sposare il cavaliere che potrebbe tutelare i diritti dei Montalto. Evandro di Cerrano, però, non accende il suo sangue e la sua fantasia. Ma soprattutto, Alessandro continua a tormentarla. Del resto si è fatto strada nei ranghi dell’imperatore con selvaggia disperazione e ora, come nuovo feudatario della regione, ha diritto di esercitare lo ius primae noctis. Sarà proprio quell’uomo dal fascino magnetico e dallo sguardo crudele il primo a giacere con lei. Ma non è forse quello che Irene desidera?
La mia soddisfazione è stata però meno piena, dal punto di vista del romance.
Ho trovato la prima notte difficile da accettare, non tanto perché il protagonista è un tronfio prepotente, ma perché lei è arrendevole in modo molto rapido, passando da fanciulla tremante alla modalità tutta-un-brivido-di-eccitazione.
Ora, ti ha ucciso il padre che amavi davanti agli occhi, ti ha portato via futuro e certezze, ti ha rapita dalle tue nozze come una sua "proprietà" e unicamente per un unico scopo (…), dopo aver peraltro dichiarato ad alta voce che era un uomo che rifuggiva certe sopraffazioni (visto che il genere femminile gli cadeva letteralmente ai piedi): perciò comprendo il dover abbozzare e adeguarti alla triste realtà, ma lascia passare un paio di giorni di decenza… Sarò brutale, ma il cadavere di chi amavi non si è ancora raffreddato.
Concordo che Irene è una fanciulla del suo tempo, che riesce a salvarsi con i pochi mezzi a sua disposizione, ma Alessandro di Iesi è il male minore, non l’eroe della situazione.
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