Pensieri su "La casa del sale e delle lacrime" di Erin A. Craig



In una residenza sul mare, dodici sorelle sono maledette.
Annaleigh conduce una vita riservata e isolata a Highmoor nella residenza di famiglia sulle coste rocciose di Salten, con le sorelle, il padre e una matrigna. Un tempo erano dodici, ma ora un inquietante silenzio rimbomba nelle grandi stanze, dopo che quattro vite sono state interrotte. Ogni morte è stata più tragica della precedente: un'epidemia, una caduta fatale, un annegamento, un tuffo insidioso... e nei villaggi circostanti corre voce che la famiglia sia stata maledetta.
Ossessionata da una serie di visioni spettrali, Annaleigh è sempre più convinta che le morti non siano state solo un incidente. Tutte le notti fino al sorgere del sole le sue sorelle partecipano di nascosto a balli scintillanti, strette in eleganti abiti di seta e scarpine luccicanti, e Annaleigh non sa se cercare di fermarle o unirsi ai loro appuntamenti segreti per scoprire cosa sta succedendo. Perché con chi, o con cosa, stanno davvero ballando?
Quando il coinvolgimento di Annaleigh con un misterioso ed enigmatico sconosciuto si intensifica, dandole nuovi elementi per scoprire la verità su ciò che sta distruggendo la sua famiglia, inizia una corsa contro il tempo per sciogliere l'oscuro enigma che coinvolge le sue sorelle, prima che venga rivendicata la prossima di loro.


La casa del sale e delle lacrime
Autrice: Erin A. Craig
Pagine 324
Fanucci Editore
Uscita: luglio 2020




Altro recupero della pila di arretrati sul finire dell'anno.
Tenevo questo romanzo da un anno in libreria, dopo averlo iniziato e messo giù più volte.
Quindi mi sono decisa e... non mi è piaciuto per nulla.

Dopo un inizio suggestivo, in cui tutto mi faceva ben sperare, con tanto di atmosfere fantasy gotiche, fantasmi maledetti e morti misteriose, subentra una confusione assoluta, con un continuo inserimento di dettagli, alcuni originali, altri no (la lunghissima ed estenuante parte dedicata ai balli onirici notturni, ad esempio, mi ha ricordato fortemente le scene di "Jonathan Strange & il dottor Norrel" della Clarke, elementi mostruosi compresi...).
Soprattutto, la vicenda si perde, viene stravolta, con tante scene inutili allo sviluppo, che servono solo ad allungare senza aumentare la tensione.

Se c'erano veri elementi horror, mi sono sfuggiti; a tre quarti, il romanzo si trasforma in una specie di telenovela, con continui cambi, morti e ritrovamenti. 
Per carità, le sorelle si riescono a distinguere perché, per fortuna, sono morte con modalità diverse, quindi te le ricordi, ma non lasciano nulla come personaggi.

Nel complesso, ho provato una certa noia nel mezzo e un gran sollievo sul finale.
Riproverò comunque con la Craig, perché ho un altro suo libro in attesa, e, se c'è una cosa che quest'anno di letture mi ha insegnato, è che bisogna sempre fare un secondo tentativo.

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