Pensieri su "Nel letto di uno scozzese” di Kerrigan Byrne



Gavin St James, conte di Thorne, è un impenitente seduttore delle Highlands che usa il proprio fascino minaccioso per ottenere tutto ciò che vuole, comprese le mogli degli altri. L’occasione per abbandonare la sua vita dissoluta gliela offre la splendida giovane che ha ereditato Erradale, la tenuta che lui ha sempre agognato. Lei ha lasciato il selvaggio West portando con sé in Scozia terribili segreti e adesso ha urgente bisogno di un protettore. Gavin decide così di cogliere l’occasione e le propone un’unione vantaggiosa per entrambi. L’iniziale ostilità della ragazza ben presto lascia posto a una passione travolgente. Ma Gavin non sa ancora quanto siano pericolosi i segreti della sua sposa…

“Nel letto di uno scozzese” 
di Kerrigan Byrne 
Editore: Mondadori 
Collana: I Romanzi – Passione 219
Ambientazione: Scozia, 1880 (epoca vittoriana 
Uscita: dicembre 2022

La serie ‘Victorian Rebels’:

1) IL MIO CUORE NERO (The Highwayman)
http://www.sognipensieriparole.com/2020/02/pensieri-su-il-mio-cuore-nero-di.html
2) UN VOLTO PIENO DI OMBRE (The Hunter)
http://www.sognipensieriparole.com/2020/08/pensieri-su-un-volto-pieno-di-ombre-di.html
3) L’HIGHLANDER (The Highlander)
http://www.sognipensieriparole.com/2021/04/pensieri-su-l-highlander-di-kerrigan.html
4) IL DUCA (The Duke)
http://www.sognipensieriparole.com/2022/04/recensione-anteprima-su-il-duca-di.html
5) NEL LETTO DI UNO SCOZZESE (The Scot Beds His Wife)
6) “The Duke With the Dragon Tattoo”, di prossima pubblicazione.



Anche lei aveva i propri segreti, quindi poteva lasciargli i suoi.
Era al sicuro, e in un certo senso confortata dalla consapevolezza
che entrambe le loro anime erano macchiate di peccati.
Forse erano entrambi imperdonabili.
Forse... si meritavano a vicenda.


Sono consapevole che, ogni volta che affronto questa serie, mi perdo a evidenziare quanto è bello ogni volume, ma, davvero, ogni nuovo capitolo è più bello del precedente.
Questo quinto, peraltro, mi ha rapita: ambientazione, protagonisti, comprimari, tristezza e risate. 
Sapete quando leggete qualcosa e non trovate nulla che manchi?

Restiamo sempre in pieno periodo vittoriano, ma abbiamo lascato Londra per l'umida e nebbiosa Scozia, in particolare la costa davanti alle Isole Ebridi, spazzata da venti gelidi e burrasche. 
Qui, anni prima, si sono consumate le tragedie dei Mackenzie, con un capo-clan crudele e sanguinario, figli legittimi e naturali (in effetti, ne stiamo scoprendo molti) sparpagliati nel mondo e contorno di lutti e violenza.
Lord Thorn (che vuol dire "spina", guarda caso) è il fratello minore dell'attuale Laird (proprio il il Demonio delle Highlands che abbiamo conosciuto nel terzo volume) e vuole emanciparsi dal clan d'origine, vivendo di allevamento e solitudine in un'antica fortezza degli avi. 
Ma gli serve comunque terra per il pascolo, quindi pensa bene di rivendicare la tenuta lasciata dai Ross, famiglia di vicini (nemici) che si è trasferita in America.

Senonché, con una tempestività fastidiosa, dal selvaggio West fa ritorno proprio colei che si proclama come l'ultima erede dei Ross, tale Sem, abile a cavallo e pistolera, carattere tenace e intraprendente.
Sem odia Gavin, Gavin odia sostanzialmente tutti, perché ha sofferto parecchio ed è un orso che si è rifugiato nel suo maniero per non soffrire ancora.
E i due, a confronto, sono polvere da sparo e scintille, tra battute e ripicche, e sentimenti inaspettati che rischiano di offuscare la loro lucidità.
Ma anche Sem non è stata così sincera e non si è gettata alle spalle il suo passato.

Bello, bello. Ho adorato i due in conflitto (e pure le scene di passione sono sensuali e godibili), nonché la piccola famiglia "allargata" che abita Inverthorne, nonché i fratelli Mackenzie che stanno lontani e si vogliono bene, nonché questa landa di terra e nebbia, che continua ad avere il suo fascino.
E la lungimirante Byrne getta le basi per ben due capitoli successivi della serie.


Invece del bouquet, stringeva il bastone.
Sulle mani, calli invece di diamanti. 
Negli occhi, più sfida che seduzione, e sulla lingua più insolenza che miele.

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