Pensieri su “Bella e selvaggia” di Jennifer Blake



È in un campo di zingari tra le colline francesi che il principe Roderic di Rutenia incontra una bellissima sconosciuta dai profondi occhi grigi che sostiene di non rammentare nulla di ciò che la riguarda. Ben presto i suoi modi garbati, l’accento vagamente esotico e l’innocenza del suo sguardo fanno breccia nell’animo del principe. In realtà la giovane Mara Delacroix ricorda benissimo il suo nome… e il suo obiettivo. Costretta a fingere un’amnesia da un malvagio individuo che la minaccia, Mara deve avvicinare e sedurre il diffidente principe. Piegata al volere del suo aguzzino, la ragazza attira così Roderic nella sua trappola, ma sarà in grado di portare a termine la sua missione quando la seduzione lascerà il posto al sentimento?

Bella e selvaggia
Titolo originale: Royal Passion
Aurice: Jennifer Blake 
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Introvabili 95
Ambientazione: Francia, 1847
Uscita: dicembre 2022

La Serie dei Principi Reali di Ruthenia (Royal Princes of Ruthenia):
1) Royal Seduction - inedita in Italia
2) Royal Passion = Bella e Selvaggia




Premetto che non ho letto il primo volume di serie (che, a quanto pare, aveva come protagonista re Rolfe di Ruthenia, padre del principe Roderic, e aveva avuto al tempo grande successo), ma dalle continue menzioni me ne sono fatta un'idea abbastanza precisa.
Tuttavia, questo seguito del 1985 si è rivelato in ogni caso pesantuccio e con una trama con più di un buco logico-narrativo.

Si parte da Parigi dove, in un accampamento di zingari, è in corso una serata danzante con ospiti il principe di uno staterello balcanico (bellissimo e "maschio") e la sua guardia d'onore.
All'improvviso, una giovane viene sbattuta giù da una carrozza e si avvicina di soppiatto, sapendo di dover fingere un'amnesia per poter sedurre e incastrare il principe.

Ma perché si è giunti a tanto? Definire le quaranta pagine successive contorte è poco.
La vita della ragazza, tale Mara Delacroix, ci viene raccontata, letteralmente, sin dagli inizi in Louisiana, senza risparmiarci gli innumerevoli avvenimenti per cui è stata spedita dall'America a Parigi, alla vigilia dei moti rivoluzionari del luglio 1847.
Mara è già abbastanza viziatella e sprovveduta, ma a Parigi un oscuro individuo ha appositamente teso un trappolone per l'allegra nonna ludopatica di lei, al fine di ricattarla. Ora, già il fatto di pretendere che la fanciulla si trasformi in Mata Hari, quando si vede a colpo d'occhio che non è né scaltra né seduttrice, la dice lunga sulle possibilità di successo del complotto.

Ma, d'altra parte, non è ben chiaro cos'abbia in mente lo stesso principino, il quale, senza indugio, riserva alla straniera smemorata una fiducia eccessiva, senza interrogarsi sui rischi. D'altronde, il lettore continua a chiedersi come fosse credibile che Mara e il principe non si fossero mai conosciuti prima, visto che frequentavano il medesimo ambiente altolocato.
Insomma, per me è tutto un "ma come, ma perché" e ho digerito a fatica tutte le successive avventure sgangherate.

Senza contare che, complici circa trentacinque anni in mezzo, i dialoghi risultano talora retorici e stucchevoli. Con tanto di "mia dolce tentatrice, luce dei miei giorni", da parte di lui, e "Roderic, amore di principe" in risposta da lei. Si chiude il libro con la voglia di togliersi la spolverata di zucchero di dosso :)

Amarilli

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