Pensieri su “Un matrimonio d’affari” di Tessa Dare

Emma Gladstone rappresenta alla perfezione quello che l’arrogante duca di Ashbury sta cercando: una donna in età fertile, di famiglia rispettabile, bisognosa di denaro, e soprattutto disposta a condividere il letto con un uomo orribilmente sfigurato. 

Dal canto suo, Emma, figlia di un vicario dell’Hertford shire, è pronta a tutto piuttosto che tornare strisciando da suo padre. 

Ma quando la ragazza si presenta all’improvviso nella dimora di Ashbury, rivendicando ciò che le spetta per il suo lavoro di sarta, qualcosa d’imprevedibile travolge i loro sensi, tracciando un solco profondo nel cuore indurito del duca…

UN MATRIMONIO D’AFFARI (The Duchess Deal) è il romanzo d’apertura della serie ‘Girl Meets Duke’.
La serie proseguirà con “The Governess Game”, di prossima pubblicazione.

Titolo: Un matrimonio d’affari
Autore: Tessa Dare
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Classic n. 1183
Ambientazione: Inghilterra, 1815
Premi e riconoscimenti della critica: Premio Reviewer’s Choice Award di Romantic Times nel 2017 come Miglior Romanzo Contemporaneo Love & Laughter (Best Contemporary Love & Laughter Romance)
Uscita: Maggio 2019




«Santo cielo!» esclamò Ash, «sei nuda.» 

Non era un inizio molto promettente. 
«Perché mai sei nuda?» 



Dunque, magari questo romanzo non soddisferà i puristi del genere storico: quanto ad aderenza all'epoca di riferimento, vi sono abbastanza elementi da mettersi le mani nei capelli.
Si parla spesso di licenze letterarie, e qui la Dare abbonda (a mio parere) di modernismi nella caratterizzazione dei personaggi, nei dialoghi, nei rapporti sociali (domestici-migliori amici, cameriere che s'inventano tranelli per rendere felici i loro padroni, una coppia un po' troppo complice...).

Alcune scene, peraltro, sembrano costruite come veri e propri sketch da sit-com (vedi l'arrogante duca che annaspa nel buio, tra i mobili, per raggiungere la sua sposa; la sposa esuberante e con una gran voglia di saltargli addosso).
E tuttavia mi sono divertita. Tanto.


«La storia narra che il mio trisavolo prese moglie. Una sposa di convenienza allo scopo di generare un erede. Lei era abbastanza graziosa, ma subito dopo la luna di miele lui iniziò a rimpiangere di averla sposata.» 

«Perché?» 
«Mille ragioni. Lei gli tirava giù le tende. Cospirava con i domestici. Lo chiamava con nomignoli ridicoli. E, peggio ancora, aveva per compagno un demone che assumeva forma di gatto.» 



Questo è un insolito romanzo scanzonato e lieve, dove le apparenti tristezze sono stemperate dagli imprevisti e dal sorriso. Sulla carta, non è che l'ennesima rivisitazione del nobile mostro, sfregiato in guerra, e ritiratosi a macerare in solitudine, tra rancore e vergogna.
Soltanto che alla sua porta bussa un'allegra matta in abito da sposa e la storia diventa abbastanza imprevedibile.
Il mostro vuole un erede, in modo asettico, dalla sarta pazzerella.
Ma lei rovina tutto, infatuandosi. E imparando a giocare a badminton... e portandogli in casa un gatto... e complottando per proteggere giovani fanciulle....
Un caos. In cui Ash è assolutamente goffo, sperduto, adorabile, e Emma una simpaticona, buona quanto lui, dolce e romantica.

Ho riso, ho sorriso. Turatevi il naso con i modernismi e leggetelo. Lo consiglio.


«Ha importanza» rispose lui, «mi piace conoscere i nomi delle persone che disprezzo. Li segno su un libriccino e li riguardo di tanto in tanto, bevendo brandy e abbandonandomi a risate roche e sinistre.» 

Amarilli






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