Pensieri su “Il signore della rupe” di Catherine Coulter (Viking #3)

Kiev, 916. Il mercato degli schiavi può riservare sempre qualche sorpresa, soprattutto in un paese straniero, ma il biondo e aitante vichingo Merrik Haraldsson ignora che, in un luogo del genere, il caso gli cambierà addirittura la vita. Tutta colpa della sua incapacità di resistere al pianto dirotto di un bambino disperato che viene strappato al fratello maggiore, trascinato via da un nuovo e violento padrone. 

Per compassione del piccolo, Merrik si lascia coinvolgere e va a rapire il giovane schiavo che, però, si rivela… una ragazza! 

Una ragazza che conquisterà il cuore del rude vichingo, anche se la vera identità sua e del fratellino contorneranno l’irresistibile turbine della loro passione con turpi intrighi e faide sanguinarie.

IL SIGNORE DELLA RUPE (Lord of Raven’s Peak) è il terzo romanzo della serie Viking.
Alla medesima serie appartiene LA STAGIONE DEL SOLE (Season of the Sun) – nr. 49 della collana I Romanzi Introvabili.

Titolo: Il signore della rupe
Autore: Catherine Coulter
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi – Introvabili 52
Uscita: Aprile 2019



Discretamente piacevole, tutto sommato, sino a 1/3.
Poi, anziché una storia di Vichinghi, mi sembrava d'essere costretta a vedere uno di quegli sceneggiati tipo "il Segreto" che mia madre segue da anni (chi lo ha ucciso? nooo; di chi è il figlio allora? nooo.... aspetta quando abbiamo giaciuto, credevo ti fosse appena finito il flusso mestruale... ma allora sei incinta di me o di lui?..., ecc.).
Quando credevo d'essere al limite di sopportazione, gli impuniti pensano bene di trasferirsi a Rouen, alla corte del Duca Rollone... e di ricominciare: ma allora figlia non sei morta... oh, padre non sei fuggito... ma io credo fossi tu l'assassino... te l'ho confidato, vero, ma scherzavo...).


Per carità, se determinati intrecci sono dovuti dalla particolare ricostruzione storica, potevo anche farmene una ragione, ma l'autrice stessa rivela che solo Rollone e William sono figure storicamente esistite, per le altre ci ha ricamato sopra... da ciò deduco che il gusto per rendere il tutto un calderone di intrallazzi/tradimenti/omicidi/continui sospetti (che normalmente potrebbe essere anche intrigante, ma qui è soporifero) sia squisitamente personale.
Pertanto come lettrice mi ribello e dico semplicemente che non mi piace.

Finale strascicatissimo.
Lettura estenuante. 
Per me non un top tra gli introvabili.


Amarilli

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