Pensieri su “Ogni suo bacio” di Laura Lee Guhrke (Guilty #2)

Da quando il sogno di Dylan Moore, celebre compositore inglese, si è infranto, niente può sollevarlo dal tormento: dopo uno sfortunato incidente a cavallo non è più in grado di sentire la musica nella sua mente e scriverla. 

Dylan decide così di togliersi la vita, ma quando sta per premere il grilletto lo raggiunge improvvisa la melodia di una sua sonata per violino, eseguita da una donna misteriosa. Un caso fortuito oppure il destino aveva già stabilito di mettere lo zampino nel cuore di Dylan e di Grace Cheval? 

Lui rinuncia a uccidersi, ma la donna scompare.
Cinque anni dopo, i due si ritroveranno…

Autore: Laura Lee Guhrke
Titolo: Ogni suo bacio
Editore: Mondadori
Collana: I Romanzi Oro n. 195
Uscita: marzo 2019


La serie “Guilty”.

1) UN AMORE PROIBITO ( Guilty Pleasures )
2) OGNI SUO BACIO (His every Kiss)
3) TALAMO PROIBITO (The Marriage Bed)
4) NON SONO UNA PRINCIPESSA! (She’s No Princess)



Questa serie non mi sta prendendo per nulla e la conferma arriva dal fatto che soltanto quando mi sono accinta a scrivere la recensione, mi sono accorta che questo era il secondo volume.
Ora, tralasciando il fatto che il primo mi aveva annoiato, in realtà non c'è quasi nessun punto di contatto, a parte qualche nome, per cui la mia lettura non ne ha risentito.

Questo è un romanzo che non saprei come altro definire se non "indeciso", nel senso che sino alla fine non capivo dove l'autrice volesse spingersi.
Inizia con un prologo "forte": il musicista famoso, colpito da un problema d'udito, caduto in depressione e sull'orlo del suicidio. Viene salvato in extremis da un'apparizione angelica (come potrebbe non essere così...) che si presenta come "donna delle pulizie", però suona splendidamente il violino. Lo salva e poi... scompare.
Passano cinque anni. Dylan è sopravvissuto, ma al prezzo di perdere l'anima in mille sordide depravazioni. Grace invece è nella povertà più assoluta, affamata, pronta a tutto per non essere sfrattata e... *mi fermo qui * 

Date le premesse, mi aspettavo un romanzo cupo, con toni forti e personaggi tormentati, ma purtroppo entrambi i protagonisti si caratterizzano per atteggiamenti di continua contraddizione.

Prendiamo Dylan: si passa dal descriverlo come il più bieco depravato a farne il bravo ragazzo della porta accanto, che però al dunque si manifesta più moralista e bigotto degli stessi che lo consideravano un personaggio "sconveniente". Gli capita una figlia all'improvviso e non batte ciglio, l'adora subito ma non si fa mai raccontare dove è stata, come è vissuta... 
Sinceramente ho trovato il rapporto padre-figlia abbastanza assurdo.

Prendiamo Grace: passa dal tenersi lontana da Dylan per la sua nome mefistofelica e -tac- tempo un valzer è già ammaliata. Per mezzo libro impersona il ruolo della brava ragazza caduta in disgrazia e poi... non è che potesse criticare tanto il suo datore di lavoro, eh.
Sorvolo sugli sviluppi della trama, ma, vista l'epoca e la mentalità vigente, forse qualche valida ragione di recriminazione le sorelle di Grace potevano anche averla....

E la bambina? Di solito questi personaggi di contorno suscitano tenerezza. A me dava inquietudine, per il suo essere troppo matura, ma anche cinica e non ipocrita, rispetto alla sua età e rispetto alla stessa coppia surreale.

Finale "sinfonicamente" retorico.
In conclusione, tre stelline stiracchiate.

Amarilli

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